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Steven Spielberg
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Steven Spielberg

Ieri (ma mentre sto terminando di scrivere questa 'retrospettiva', a Cincinnati, dove Spielberg nacque, è ancora il 18) Steven Spielberg ha compiuto 75 anni e quindi, come per altri registi, anche per lui ho deciso di costruire un omaggio, seppure meno 'corposo' rispetto a quello elaborato per altri Autori.
Il mio rapporto con il cinema di Spielberg è, infatti, piuttosto 'difficile': adorato da ragazzino alle prime armi con la 'Settima Arte', negli anni il mio amore per la sua filmografia si è gradualmente ridimensionato, tra scoperte di nuovi Cineasti, evoluzione delle mie idee su Cinema e società, influenze esterne e via discorrendo. Non posso comunque negare l'importanza che molti film spielberghiani hanno avuto nella mia crescita personale, figuriamoci il ruolo che ha rivestito e riveste nel panorama cinematografico internazionale, e nemmeno posso o voglio mettere in discussione il suo status di autore, in quanto la presenza di un filo conduttore stilistico e poetico nella sua evoluzione filmografica è innegabile in tratti come la cosiddetta 'Spielberg face' (ovvero le espressioni di rapimento mistico dei personaggi di fronte a immagini straordinarie, nel bene o nel male, fuori dal campo visivo dell'individuo spettatore) e in tematiche come la lontananza delle figure paterne (riflesso dell'infanzia del cineasta, segnata dal divorzio genitoriale). Però non posso dire, ora, di apprezzare caratteri come la forte componente retorica, spesso declinata in chiave liberale-moderata, il sentimentalismo pericolosamente vicino all'artificiosità e la ricerca, conscia o inconscia, del successo commerciale e del riconoscimento da parte di istituzioni a mio avviso 'finte' come gli oscar.
Mi sembrava, comunque, giusto dedicare anche a lui una 'retrospettiva', anticipata da una maratona di revisioni filmografiche (ferma intanto a "War Horse", ma i titoli successivi sono da me stati visti nell'ultimo anno) e dalla lettura di una raccolta di saggi curata da Andrea Minuz.
Detto ciò, vi lascio alla lettura dei contributi dedicati ai singoli lungometraggi cinematografici (alcuni da me già 'recensiti' più approfonditamente nel sito, non escludo la possibilità di ampliare le mie riflessioni anche per altri), aspettando la visione (spero) imminente di "West Side Story" (dopo che avrò recuperato il film di Wise) e il completamento dell'autobiografico "The Fabelmans".

Playlist film

Duel

  • Thriller
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale Duel

Regia di Steven Spielberg

Con Dennis Weaver, Eddie Firestone, Lou Frizzell, Tim Herbert, Jacqueline Scott

Duel

In streaming su Amazon Video

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DUEL

Esordio ufficiale di Spielberg alla regia di un lungometraggio (ma in realtà pare ne avesse diretto già uno, ora perduto, da ragazzino), fin dalla prima visione alle medie "Duel" mi colpì profondamente, diventando la mia opera preferita all'interno della filmografia dell'autore, sia quando egli era uno dei miei registi preferiti sia ora che, pur non detestandolo, lo guardo con occhi (molto) più critici: ora potrebbe essere scalzato da "Munich", ma rimane comunque in cima al mio personalissimo podio.
Il Film si mantiene sostanzialmente fedele all'omonimo Racconto di Richard Matheson da cui è tratto (e non a caso la sceneggiatura è curata dallo stesso Scrittore), aggiungendovi alcune scene per aumentare la durata (in particolare la sequenza con lo scuolabus) e, elemento forse più importante, tenendo completamente nascosta la figura del Camionista. L'utilizzo della voce fuori campo, soprattutto nella scena al Diner, per me si poteva benissimo evitare essendo già ampiamente efficaci la costruzione visiva e l'interpretazione di Weaver nel rendere palpabile la paranoia del Protagonista, ma per il resto "Duel" resta un Gioiellino nella costruzione della Tensione, caricando lo scontro tra il Protagonista e il Camion di un esistenzialismo epico per certi versi simile al Classico letterario "Moby Dick" (i cui echi torneranno in "Jaws"). Si possono inoltre trovare interessanti spunti di riflessione sul senso d'inadeguatezza del medio-piccolo borghese e altri aspetti della società statunitense, ma mi fermerei qui.

Rilevanza: 2. Per te? No

Sugarland Express

  • Drammatico
  • USA
  • durata 110'

Titolo originale Sugarland Express

Regia di Steven Spielberg

Con Goldie Hawn, Ben Johnson, Michael Sacks, Willliam Atherton

Sugarland Express

In streaming su Amazon Video

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THE SUGARLAND EXPRESS
Primo Film realizzato direttamente per il Cinema da parte di Steven Spielberg ("Duel" nasceva infatti come progetto televisivo), "The Sugarland Express", alla cui stesura del soggetto prende parte anche il regista stesso insieme agli sceneggiatori Hal Barwood e Matthew Robbins, prende ispirazione da un fatto di cronaca apportando però delle significative modifiche, a partire dall'evasione del marito.
Spielberg mette in scena un road movie atipico, una sorta di traduzione scacchista di un inseguimento poliziesco, con diversi scambi di patti e aiuti reciproci tra la coppia protagonista e gli sbirri. Tra personaggi rapitori e ostaggio si crea inoltreù un legame umano gradualmente sempre più forte: pur restando ciascun individuo fermo sulle posizioni di partenza, più si procede con la corsa e più la tensione interna si riduce. Analogamente a "Duel", il proseguimento dell'inseguimento porta a rafforzare un senso di fatalismo, avvertito forse dagli stessi personaggi e rafforzato dalla messa in scena di Spielberg.
"The Sugarland Express", Opera che volevo vedere da una decina d'anni minimo, si conferma quel Gioiellino che mi aspettavo sia alla prima sia alla seconda mia esperienza personale e probabilmente rappresenta una dei massimi risultati Artistici raggiunti da Spielberg, per certi versi quasi incrociandosi con la Poetica peckinpehana. Fondamentale, inoltre, è l'inizio della collaborazione ultra-quarantennale con il compositore John Williams.

Rilevanza: 1. Per te? No

Lo squalo

  • Thriller
  • USA
  • durata 125'

Titolo originale Jaws

Regia di Steven Spielberg

Con Robert Shaw, Roy Scheider, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary

Lo squalo

In streaming su Netflix

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JAWS

Ispirato all'omonimo romanzo (che devo ancora terminare di leggere) di Peter Benchley, co-sceneggiatore insieme a Carl Gottlieb, "Jaws" segna profondamente la carriera registica di Steven Spielberg e, purtroppo, anche l'inizio 'simbolico' del decadimento dei principi 'ribelli' della New Hollywood in favore di un cinema più spettacoloso (ma redditizio per le major).
Nonostante questo aspetto, "Jaws" 'merita' lo status di Classico, se non addirittura Capolavoro, del Cinema in particolare avventuroso, soprattutto per la grande maestria tecnica (del regista e di tutta la crew) con la quale si ottengono immagini intriganti (scolpito nella memoria l'effetto vertigo usato su Brody durante l'attacco al bambino) e si costruisce una tensione direi impeccabile, grazie anche alla scelta quasi casuale (poiché dettata più che altro da ragioni di effettistica imperfetta) di nascondere lo squalo per la maggior parte del tempo. Non mancano, inoltre, possibili spunti di riflessione (presenti anche nel libro, fin dove sono arrivato a leggerlo, ma lì in modo forse troppo esplicito e banale) su tematiche esistenziali (lo scontro 'titanico' tra l'essere umano e l'ignoto, con echi evidenti a "Moby Dick" essendo anche lo squalo bianco come il Capodoglio di Melville), socio-politiche (le interferenze del potere economico su scelte relative alla sicurezza della popolazione, le differenze di classe tra Brody, Hooper e Quint...) e via discorrendo.
Un'Opera fondamentale nell'evoluzione del Cinema, al di là degli effetti 'negativi' che può aver generato.

Rilevanza: 3. Per te? No

Incontri ravvicinati del terzo tipo

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 138'

Titolo originale Close Encounters of the Third Kind

Regia di Steven Spielberg

Con Richard Dreyfuss, François Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon, Bob Balaban

Incontri ravvicinati del terzo tipo

In streaming su Amazon Video

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CLOSE ENCOUNTERS OF THE THIRD KIND
Dopo il grande successo di "Jaws", Spielberg decide di puntare sulla fantascienza e, come poi accadrà soltanto poche volte nella sua carriera, firma in prima persona la sceneggiatura, indizio forte di una certa importanza personale del suo progetto: infatti, "Close Encounters of the Third Kind" riprende, con i dovuti rimaneggiamenti, la trama di "Firelight", ovvero il lungometraggio che il regista realizzò a 17 anni con un budget di 500$ (e un 'incasso' stimato di 501$).
Rivisto da me dopo parecchi anni (e per la prima volta nel director's cut), "Close Encounters" segna probabilmente l'inizio del 'cliché' spielberghiano impostato sui buoni sentimenti e sull'estasi dei personaggi di fronte a qualcosa di più o meno mistico con tanto (spesso) di illuminazione sparata sui volti (la cosiddetta 'Spielberg Face'). Seppur molto più 'zuccheroso' (forse anche 'religioso') rispetto ai lavori precedenti, anche quest'Opera 'merita', secondo me, il suo status di Classico, grazie ad un'estetica sempre stupenda, ad una dialettica squisita tra Immagini e Musiche (qui davvero co-protagoniste attive nella costruzione del racconto) e ad intriganti spunti di riflessione sui misteri dell'Universo, sulla famiglia (disgregata, come quasi sempre accade nel Cinema di Spielberg), sui conflitti tra spirito creativo (ricercato dagli alieni) e gestione autoritaria delle emergenze da parte delle istituzioni e così via. Straordinario il cast in cui, oltre al 'fedele' Richard Dreyfuss, troviamo il Regista nouvellevaguesco François Truffaut. Aggiungo che qui inizia un'altra importante collaborazione per Spielberg, ovvero con il montatore Michael Kahn.

Rilevanza: 2. Per te? No

1941. Allarme a Hollywood

  • Commedia
  • USA
  • durata 117'

Titolo originale 1941

Regia di Steven Spielberg

Con John Belushi, Dan Aykroyd, Toshiro Mifune, Robert Stack

1941. Allarme a Hollywood

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1941
Scritto da Robert Zemeckis e Bob Gale, co-autori del soggetto insieme a John Milius (infatti inizialmente il progetto doveva essere molto più serio), "1941" chiude gli anni '70 di Spielberg con un mezzo disastro, e con gli anni è andato man mano 'nascondendosi' all'interno della sua filmografia.
Non siamo sicuramente di fronte ad una delle migliori opere del regista, e rivedendolo (in director's cut come la prima volta) ho notato anche alcuni passaggi eticamente 'discutibili' dal mio punto di vista (tra patriottismo, simpatia per l'esercito 'democratico', oggettificazione delle donne eccetera), però non è a mio avviso priva d'interesse, anche solo per la sua natura di esperimento assurdo e delirante, affine in questo all'estetica esagerata e squisitamente caotica di John Landis (presente in una particina). Il film sa ironizzare sulla paranoia anti-nipponica che colpì gli states dopo Pearl Harbor e in questo potrebbe essere possibile trovare delle riflessioni sull'assurdità del terrore russo. Gli stessi giapponesi (tra cui il gigantesco Mifune), a differenza del nazista interpretato da Lee, sono dipinti con un certo rispetto e, per certi versi, l'ironica che comunque li colpisce è simile a quella che investe i personaggi americani.
Si gioca quindi sui caratteri americani, giapponesi, sulla guerra, sulla paranoia, su Hollywood e anche su Spielberg stesso (parodia di "Jaws" all'inizio, caso più unico che raro di auto-citazionismo da parte del regista), e il Cast maestoso rende ancora più intrigante il tutto.

Rilevanza: 1. Per te? No

I predatori dell'Arca perduta

  • Avventura
  • USA
  • durata 116'

Titolo originale Raiders of the Lost Ark

Regia di Steven Spielberg

Con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Denholm Elliott, Ronald Lacey

I predatori dell'Arca perduta

In streaming su Disney Plus

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RAIDERS OF THE LOST ARK
Spielberg ha presto modo di rifarsi dal 'deludente' "1941" quando l'amico George Lucas gli propone di dirigere un progetto da lui ideato di rilancio del genere avventuroso: superando ogni più rosea aspettativa, "Raiders of the Lost Ark" diventa il più grande successo del 1981, in una stagione di relativo declino degli incassi cinematografici; ottiene inoltre un ottimo apprezzamento anche da parte della critica, poi cresciuto col passare degli anni, e come è noto genererà altri tre sequel, sempre diretti da Spielberg, più un altro attualmente in fase di produzione (ma con regista differente).
Da me visto, come tutta la trilogia originaria, più volte da ragazzino, ho sempre adorato di questo film la sua dimensione avventurosa, le musiche di John Williams, l'iconicità dei personaggi e relativi interpreti e l'anti-nazismo esplicito.
Col passare degli anni l'ho riguardato sempre meno volte e ho notato alcune note 'etiche' dolenti durante la mia recente sortita nella 'maratona' dedicata al suo autore: in particolare mi fa un po' storcere il naso la sua non piccola dose di razzismo, inconsapevole e ingenuo ma da non sottovalutare. Ciò nonostante continuo anche oggi a ritenerlo notevole perché, pur dando la priorità assoluta all'intrattenimento 'di massa', Spielberg mette in scena un esempio di ottimo Cinema pieno di Immagini ancora oggi intriganti (l'inquadratura che preferisco è forse quella del Protagonista in controluce durante gli scavi) e infondendo un ottimo ritmo al tutto.
Un Classico 'imperdibile' e importante per comprendere l'evoluzione dei blockbuster hollywoodiani.

Rilevanza: 3. Per te? No

E.T. L'extraterrestre

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 110'

Titolo originale E.T.: The Extra-Terrestrial

Regia di Steven Spielberg

Con Dee Wallace, Drew Barrymore, Henry Thomas, Peter Coyote, Robert MacNaughton, K.C. Martel

E.T. L'extraterrestre

In streaming su Now TV

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E.T. THE EXTRA-TERRESTRIAL
Durante le riprese di "Raiders of the Lost Ark" Spielberg ritorna su alcune sue memorie d'infanzia, in particolare su un amico immaginario alieno creatosi poco dopo il divorzio dei propri genitori (evento di grande impatto nella vita e nella poetica del regista). Affida così la stesura della sceneggiatura a Melissa Methison (anche produttrice associata e interprete di un ruolo non accreditato e, credo, pure tagliato) e inizia così a lavorare su quello che poi diventerà "E.T. the Extra-Terrestrial", prima sua regia tra l'altro ad essere prodotta dalla sua Amblin, il cui nome riprende un suo cortometraggio giovanile e il cui logo invece cita evidentemente la scena più celebre del film presente. Nonostante le basse ambizioni, il film ottiene un ottimo successo e diventa ben presto una delle opere spielberghiane più amate e nei primi anni 2000 verrà distribuito in una nuova versione estesa e con rimaneggiamenti digitali (come i malfamati walkie talkie in sostituzione dei fucili).
Da bimbetto "E.T." mi piaceva per il suo messaggio pro-diversità e per la sua 'pucciosità', ma col tempo l'ho assai ridimensionato, un po' perché per 'colpa' sua "The Thing" del da me amato John Carpenter e il suo utilizzo pessimistico del tema extraterrestre venne a lungo sottovalutato, ma soprattutto perché qui Spielberg raggiunge l'apice del proprio sentimentalismo facilone e retorico, con tanto di parabola cristologica e di elementi che, nel rivederlo, mi hanno suscitato un certo imbarazzo.
Resta un film ben fatto e importante, ma qui inizia la lista delle opere spielberghiane da me ritenute (pesantemente) sopravvalutate.

Rilevanza: 1. Per te? No

Indiana Jones e il tempio maledetto

  • Avventura
  • USA
  • durata 112'

Titolo originale Indiana Jones and the Temple of Doom

Regia di Steven Spielberg

Con Harrison Ford, Kate Capshaw, Ke Huy Quan, Dan Aykroyd, Amrish Puri, Roshan Seth

Indiana Jones e il tempio maledetto

In streaming su Disney Plus

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INDIANA JONES AND THE TEMPLE OF DOOM
Dopo aver prodotto "Twilight Zone: The Movie", celebre per l'incidente sul set del segmento landisiano (che causò, tra le altre cose, la rottura dell'amicizia tra i due registi e un ulteriore colpo critico alla New Hollywood), dirigendone inoltre l'episodio "Kick the Can" (per me il peggiore in assoluto), Spielberg torna sul personaggio creato dall'amico Lucas dirigendo "Indiana Jones and the Temple of Doom", ufficialmente un prequel di "Raiders of the Lost Ark" (questo secondo capitolo infatti è ambientato nel 1935 mentre il primo si sviluppa nel 1936) ma in realtà guardabile come film a sé stante, caratteristica a mio avviso pregevole a differenza dei meccanismi alla base di roba come il Marvel Cinematic Universe.
Anche qui, come nel predecessore, sono presenti numerose cadute etiche nel razzismo ingenuo (tra 'white savior' e stereotipi colonialisti della cultura indiana) e assistiamo inoltre ad una maggiore virata nel sessismo (in "Raiders" almeno Marion ogni tanto si faceva valere, mentre Willie, interpretata dalla poi moglie di Spielberg, Kate Capshaw, è un mero oggetto erotico costantemente in pericolo); sul finale abbiamo anche un eccesso di carica 'lunaparkosa' e nel complesso ora come ora rimarcherei il mio minore apprezzamento per questo capitolo rispetto agli altri della trilogia originaria. Preso come prodotto d'intrattenimento commerciale però funziona benissimo entrando anche in un macabro quasi orrorifico di grande impatto: tecnicamente Spielberg ha sempre molta classe, il cast è molto valido e diverse immagini, insieme a numerosi passaggio della colonna sonora di Williams, sono intriganti. Insomma, un buon film che riguardo sempre volentieri.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il colore viola

  • Drammatico
  • USA
  • durata 152'

Titolo originale The Color Purple

Regia di Steven Spielberg

Con Whoopi Goldberg, Danny Glover, Margaret Avery, Oprah Winfrey, Willard E. Pugh

Il colore viola

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THE COLOR PURPLE
Tra "Indiana Jones and the Temple of Doom" ed "Empire of the Sun" Spielberg dirige la trasposizione cinematografica del romanzo "The Color Purple" di Alice Walker, riadattato dallo sceneggiatore Menno Meyjes.
Come altri film spielberghiani, anche qui non mancano cadute retoriche, sottolineate in diversi passaggi della comunque buona colonna sonora (curata in via eccezionale da Quincy Jones e non da John Williams), come non mancano semplicismi, "zuccherismi" sentimentali e una carica politica di stampo decisamente moderatista.
In ogni caso Spielberg, seppure forse già 'a caccia di oscar', dimostra di saper lavorare con del materiale più serio rispetto al suo solito mettendo in scena con convinzione il peso psicologico subito dalla Protagonista, interpretata magnificamente dalla giovane (semi)esordiente Whoopi Goldberg. I Temi del razzismo (straziante ciò che subisce Sofia, il personaggio di Oprah Winfrey) e soprattutto di come il patriarcato soffochi le donne e la loro felicità sono trattati sì con qualche 'retoricata moderata' ma con efficacia, e la Commozione in diversi punti travolge chi guarda il Film.
Forse il finale si dilunga troppo, ma nel complesso "The Color Purple" è un'Opera molto riuscita e coinvolgente, che ho visto e rivisto molto volentieri.

Rilevanza: 1. Per te? No

L'impero del sole

  • Drammatico
  • USA
  • durata 150'

Titolo originale Empire of the Sun

Regia di Steven Spielberg

Con Christian Bale, John Malkovich, Miranda Richardson, Nigel Havers, Joe Pantoliano

L'impero del sole

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EMPIRE OF THE SUN
Dopo "The Color Purple" (e qualche lavoro televisivo) Spielberg punta ancora su un progetto 'impegnato' adattando un romanzo semi-autobiografico di J.G. Ballard, scrittore solitamente fantascientifico ma di cui finora ho letto soltanto "Crash".
"Empire of the Sun" è un racconto di formazione ambientato nella seconda guerra mondiale, seguita dal punto di vista di un ricco ragazzino inglese (un giovanissimo ma già magnifico Christian Bale) internato in un campo di prigionia giapponese durante l'occupazione della Cina. Spielberg dirige la materia non solo mantenendo la sua abituale ottima capacità tecnica ma anche dimostrando un forte coinvolgimento personale nel materiale trattato, realizzando così forse una delle sue Opere in assoluto migliori, sicuramente una delle sue più mature e in cui i tocchi retorici e 'buonisti' vengono ridotto e sposati con uno Sguardo genuinamente 'fiabesco' ma attento agli aspetti spiacevoli della Storia, senza scadere mai nel manicheismo e regalando Sequenze emozionanti, soprattutto quando Jim ammira gli aeroplani (ma anche la scena dell'atomica è intensa).
Un Gioiellino che ho visto e rivisto molto volentieri e che riguarderei ancora, impreziosito da una delle migliori colonne sonore di John Williams.

Rilevanza: 1. Per te? No

Indiana Jones e l'ultima crociata

  • Avventura
  • USA
  • durata 127'

Titolo originale Indiana Jones and the Last Crusade

Regia di Steven Spielberg

Con Harrison Ford, Sean Connery, Alison Doody, Denholm Elliott, John Rhys-Davies

Indiana Jones e l'ultima crociata

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INDIANA JONES AND THE LAST CRUSADE
Sul finire degli anni '80 Spielberg chiude la trilogia originaria di Indiana Jones con "Indiana Jones and the Last Crusade", ottenendo un altro grande incasso.
Da me a lungo preferito rispetto agli altri capitoli della saga, dopo la recente revisione ri-confermo questa mia opinione. Infatti "The Last Crusade" riprende tutti gli elementi migliori degli episodi precedenti, in particolare "Raiders of the Lost Ark", tra atmosfere esotiche e incontri col Sacro, smussandone però diversi 'difetti etici', in particolare riducendo (secondo me) quello spiacevole razzismo ingenuo e riscattandosi dal suo altrettanto poco gradevole sessismo soft (Elsa, seppur continuatrice del topos della femme fatale, dimostra un carattere molto più complesso e sfaccettato rispetto alle altre due amanti del protagonista). Nel rapporto tra Indiana e il padre (interpretato da Sean Connery per poter allacciare il nuovo eroe con la classica spia James Bond) inoltre Spielberg ha modo di affrontare uno dei suoi temi più sentiti, e anche l'anti-nazismo qui è rinvigorito sia nelle soddisfacenti 'botte' che gli vengono assestate sia nella costruzione di un discorso critico verso la sua ossessione di dominio assoluto e il suo spregio nei confronti della cultura 'altra'.
Un Gioiellino che chiudeva magnificamente una saga ottima sul piano dell'intrattenimento, ma purtroppo poi questa verrà riaperta con l'alquanto deludente quarto capitolo.

Rilevanza: 2. Per te? No

Always - Per sempre

  • Sentimentale
  • USA
  • durata 121'

Titolo originale Always

Regia di Steven Spielberg

Con Richard Dreyfuss, Holly Hunter, Brad Johnson, Audrey Hepburn, John Goodman

Always - Per sempre

In streaming su Now TV

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ALWAYS
Amanti entrambi di "A Guy Named Joe", già dai tempi di "Jaws" il regista Steven Spielberg e l'attore Richard Dreyfuss volevano realizzarne un remake, concretizzatosi nel 1989 (lo stesso anno del terzo Indiana Jones) con "Always", in cui Audrey Hepburn ha la sua ultima interpretazione.
Le mie aspettative erano particolarmente bassine: non troppo basse perché tecnicamente Spielberg ci sa sempre fare, ma temevo di imbattermi in un pappone smielato e mediocre come troppi altri. Guardandolo, a pochi giorni di distanza dall'originale di Fleming, ho fugato le mie peggiori previsioni grazie a qualche smarcamento interessante dall'originale (l'ambiente bellico muta in operazioni anti-incendio, per esempio) e al mantenimento di alcuni stimoli riflessivi condivisibili in alcuni punti rafforzati nell'anti-sessismo e non solo, oltre a vantare un gran bel cast. Nel complesso, però, mi è parso, alla prima visione, un lavoretto appena discreto che denuda le sue più grandi debolezze quando si confronta direttamente con la sua base, a volte riprendendone integralmente o quasi dei dialoghi ma con molta meno forza. Rivedendolo dopo pochissimi mesi, ho faticato molto a mantenere la giusta concentrazione, soprattutto nei momenti più sentimentalisti, e quindi mi unisco a chi lo considera uno dei film meno riusciti in assoluto di Spielberg.

Rilevanza: 1. Per te? No

Hook. Capitan Uncino

  • Fantasy
  • USA
  • durata 135'

Titolo originale Hook

Regia di Steven Spielberg

Con Dustin Hoffman, Robin Williams, Julia Roberts, Bob Hoskins

Hook. Capitan Uncino

IN TV Sky Cinema Family

canale 304 vedi tutti

HOOK
Già a metà degli anni '80 Spielberg inizia a lavorare, per conto della disney, ad un sequel di "Peter Pan", romanzo a cui il regista è sempre stato particolarmente legato, ma la produzione viene interrotta fino a quando, passato il progetto alla Paramount (che in un primo momento affida la regia a Nick Castle, il primo uomo a indossare la maschera di Michael Myers nell'"Halloween" di John Carpenter e co-sceneggiatore di "Escape from New York", sempre di Carpenter), non ritorna a guidarlo con un cast di tutto rispetto in cui spiccano Robin Williams nei panni del Peter Pan cresciuto e Dustin Hoffman in quelli del capitan Hook, che alla fine dà il titolo al film. Accolto con scetticismo dalla critica e con un incasso, seppur elevato, non soddisfacente le aspettative della produzione, "Hook" negli anni ha acquisito un certo status di cult senza però, almeno dal mio punto di vista, guadagnare l'affetto e la considerazione di altri lavori del regista.
Obiettivamente non manca una certa dose di sentimentalismo spielberghiano, e qualche momento sottotono è presente (forse si poteva tagliare qualcosa dalle due ore e passa di durata effettiva), però resta uno dei film a cui più sono affezionato del regista, e ritengo sia presente una certa profondità riflessiva, soprattutto nell'affrontare tematiche care al suo autore come il distacco della figura paterna (sempre riecheggiante l'infanzia del regista, ma ora anche il suo modo di essere padre) e la difficile coniugazione tra il mantenimento di una buona dose di capacità immaginifica tipica dell'infanzia e necessità di crescere nel corso della propria vita, il tutto impreziosito da immagini suggestive, musiche brillanti di Williams e grandi interpretazioni attoriali.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Jurassic Park

  • Avventura
  • USA
  • durata 125'

Titolo originale Jurassic Park

Regia di Steven Spielberg

Con Sam Neill, Laura Dern, Jeff Goldblum, Richard Attenborough, Ariana Richards

Jurassic Park

In streaming su Netflix

vedi tutti

JURASSIC PARK
Già prima della sua pubblicazione, "Jurassic Park" di Michael Crichton attira la gola di diversi studios con diversi registi in mente (tra cui Burton e Dante): alla fine vince la Universal che convince Spielberg a dirigere assicurandogli in cambio la 'luce verde' per "Schindler's List", progetto molto caro all'autore intenzionato a realizzarlo subito dopo "Hook". La sceneggiatura viene elaborata da Crichton stesso per poi passare, su volontà del regista, nelle mani di David Koepp e, dopo una lavorazione resa difficile da un uragano, nel 1993 il film approda nelle sale ottenendo un enorme successo, da cui poi nasceranno diversi sequel di cui il primo ancora diretto da Spielberg.
Da me adorato da ragazzino, ora non lo considero un Capolavoro né uno dei miei film preferiti di Spielberg, ma sicuramente il suo titolo di Cult è più che meritato, in particolare per l'evoluzione tecnica degli effetti speciali, con integrazione sublime tra animatronics e animazioni digitali ancora oggi notevoli. Dopo quasi un ventennio da "Jaws" Spielberg dimostra, inoltre, di essere ancora perfettamente in grado di creare tensione pur senza traumatizzare, gestendo con brillante precisione ritmi e tempi di apparizione dei dinosauri e declinando le sue 'Spielberg faces' in chiave terrorizzata (dando però spazio a momenti 'mistici' come la prima visione delle creature erbivore). I contenuti sono sicuramente in secondo piano rispetto all'intrattenimento, però si trovano alcuni interessanti, nella loro semplicità, spunti di riflessione sul delirio di onnipotenza delle grosse compagnie commerciali (pur essendo Hammond molto più gentile rispetto alla sua versione cartacea). Insomma, "Jurassic Park" è un'altra opera spielberghiana importante per capire il cinema (commerciale) contemporaneo.

Rilevanza: 3. Per te? No

Schindler's List

  • Drammatico
  • USA
  • durata 194'

Titolo originale Schindler's List

Regia di Steven Spielberg

Con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Embeth Davidzt

Schindler's List

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 vedi tutti

SCHINDLER'S LIST
Spielberg punta fortemente gli occhi su "Schindler's Ark" di Thomas Keneally già subito dopo la sua pubblicazione, nel 1982, ma non sentendosi ancora maturo cerca di passare il progetto al collega Polanski, che da bambino subì la persecuzione nazista riuscendo a evitare i campi di concentramento. Il cineasta franco-polacco non dirigerà però il film (nel 2002 comunque riuscirà ad affrontare la Shoah con "The Pianist", a mio avviso il miglior Film sull'argomento almeno tra quelli da me finora visti), però Spielberg lo prenderà finalmente in mano direttamente una decina d'anni dopo e nel 1993, nello stesso anno di "Jurassic Park", arriva nelle sale "Schindler's List" grazie al quale l'autore vince un oscar per la regia (su sette vittorie totali tra cui Best Picture).
Pur non mancando una certa dose della retorica sentimentale tipica di Spielberg, in particolare sul finale, "Schindler's List" è a mio avviso una delle sue Opere più mature e complesse, in cui il manicheismo si riduce ai minimi termini mettendo in scena squarci di umanità messa a durissima prova da condizioni difficilissime. Il Bianco & Nero di Janusz Kaminski, qui alla sua prima collaborazione cinematografica con Spielberg, è di una bellezza drammatica intensa, rievocando in modo credibile un'estetica anni '40, e gli squarci di colore in particolare della celeberrima giacca rossa della bambina (simbolo della 'conversione' del protagonista) sono assai suggestivi, come pure la tragica colonna sonora di John Williams e le magnifiche interpretazioni di ogni membro del cast.
Un Capolavoro da studiare con attenzione.

Rilevanza: 3. Per te? No

Il mondo perduto. Jurassic Park

  • Avventura
  • USA
  • durata 134'

Titolo originale The Lost World

Regia di Steven Spielberg

Con Jeff Goldblum, Vince Vaughn, Julianne Moore, Pete Postlethwaite

Il mondo perduto. Jurassic Park

In streaming su Netflix

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THE LOST WORLD: JURASSIC PARK
Pressato da un buon numero di fan, Michael Crichton inizia a lavorare su un sequel del suo romanzo "Jurassic Park" e, più o meno nello stesso periodo, la universal inizia a sviluppare un sequel del film diretto da Spielberg, il quale riprende in mano la regia dopo un primo momento in cui prevaleva il desiderio di prendersi una pausa da questo ruolo (spinto, in questo senso, anche dalla gestazione della sua nuova casa di produzione, la Dreamworks). I due progetti dunque, letterario e filmico, si muovono in parallelo e per questo alla fine le differenze tra i due prevalgono, ma qualche collegamento lieve qua e là si trova. Notevole successo commerciale alla sua uscita, in particolare nei primissimi giorni, "The Lost World: Jurassic Park" ottiene un'accoglienza molto più fredda da parte della critica.
Da ragazzino apprezzavo molto questo film, forse anche più del predecessore, ma col tempo però, evolvendo le mie idee sul Cinema, ho ridimensionato il mio gradimento rendendomi sempre più reso conto della sua natura di prodotto preconfezionato con l'unico scopo di continuare a fare soldi facili. Il sottotesto ecologista, potenzialmente intrigante, puzza di ipocrisia, moraletta facile e di approccio idiota all'argomento visto che si parla di dinosauri da salvare (cosa che verrà poi ripetuta con "Jurassic World: Fallen Kingdom"), e quando il t-rex finisce a San Diego si cade pericolosamente nella trashata, per quanto divertente.
Tecnicamente Spielberg è sempre molto valido, ma artisticamente qui assistiamo ad uno dei suoi punti più spenti secondo me.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Amistad

  • Drammatico
  • USA
  • durata 155'

Titolo originale Amistad

Regia di Steven Spielberg

Con Matthew McConaughey, Morgan Freeman, Dijmon Hounsou, Anthony Hopkins, Nigel Hawthorne

Amistad

In streaming su Paramount Plus

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AMISTAD
Nel 1997, stesso anno del secondo Jurassic Park, Spielberg torna nelle sale con "Amistad", un altro film ispirato ad eventi reali e con palese ricerca di un impegno sociale, ottenendo una buona accoglienza di pubblico e critica, anche se negli ultimi anni è stato accusato di essere 'white savior'.
Rivedendolo dopo diversi anni, pur notando il mantenimento di una certa dose retorica (avvertibile pure in certi momenti musicali) e moderatista, l'ho trovato più intelligente e attento al punto di vista dei personaggi africani sotto processo rispetto a quanto ricordassi, e pure la questione dei 'salvatori bianchi', seppur presente, è meno forte secondo me rispetto a (molti) altri titoli incentrati sulla schiavitù. Anche qui abbiamo un cast pieno di grandi interpreti tra cui per me spiccano Hopkins, Freeman e soprattutto Hounsou, delle immagini magnificamente fotografate da Kaminski, musiche (momenti retorici a parte) intriganti di Williams, un montaggio favoloso di Kahn (specialmente nel lungo flashback sul viaggio della Amistad), un'interessante dimensione multilinguistica e in generale una buona cura della sceneggiatura da parte di David Franzoni.
Non tra i film che preferisco di Spielberg, ma comunque molto valido e con tematiche degne di nota.

Rilevanza: 1. Per te? No

Salvate il soldato Ryan

  • Guerra
  • USA
  • durata 167'

Titolo originale Saving Private Ryan

Regia di Steven Spielberg

Con Tom Hanks, Matt Damon, Tom Sizemore, Edward Burns, Barry Pepper

Salvate il soldato Ryan

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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SAVING PRIVATE RYAN
Spielberg chiude gli anni '90 con un altro lavoro 'impegnato', "Saving Private Ryan", con il quale affronta nuovamente la seconda guerra mondiale, inizia la sua collaborazione con l'attore Tom Hanks e vince il suo secondo oscar per la regia, portando inoltre a casa altre 4 includendo sempre 'Best Picture', nello stesso anno in cui "The Thin Red Line" invece guadagna, su sette nomination, la bellezza di zero.
Considerato da buona parte della critica (prevalentemente statunitense, da quel che mi pare) come uno dei migliori film di guerra mai realizzati nell'intera Storia del Cinema, se non addirittura il migliore in assoluto, io invece lo considero uno dei lavori più sopravvalutati di Spielberg, preferendogli di gran lunga il citato Film di Malick. In particolare mi infastidisce quella pesante grana retorica di stampo patriottico (ma meno evidente perché 'liberale-democratico' e non 'reazionario-repubblicano') sottolineata dalla cornice, condita da trombettine militari, dell'anziano Ryan al cimitero: infatti, l'immagine che apre e chiude il film è quello della gigantesca bandiera statunitense che ingloba l'inquadratura, e tutta la pellicola segue poi questo tono, nonostante qualche buon momento come i primi minuti (dopo la prima parte della cornice di cui sopra ho parlato) con macchina a mano incentrati sullo sbarco in Normandia. Tra personaggi (per me) banalotti, dialoghi poco convincenti, musiche pomposette e una durata eccessiva, "Saving Private Ryan" riesce a rompermi le balle come pochi altri film di Spielberg e per questo lo ritengo appena discreto.

Rilevanza: 1. Per te? No

A. I. Intelligenza artificiale

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 144'

Titolo originale A. I.: Artificial Intelligence

Regia di Steven Spielberg

Con Haley Joel Osment, Jude Law, Frances O'Connor, Sam Robards

A. I. Intelligenza artificiale

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A.I. ARTIFICIAL INTELLIGENCE
Steven Spielberg inaugura il terzo millennio con un'opera fantascientifica, ispirata al racconto "Supertoys Last All Summer Long" di Brian Aldiss (e, in certi momenti, ai suoi due seguiti "Supertoys When Winter Comes" e "Supertoys in Other Seasons") e per diverso tempo progetto dell'amico, nonché Maestro del Cinema, Stanley Kubrick. L'importanza del progetto per Spielberg è sottolineata dalla sua firma, dopo quasi tre decenni da "Close Encounters of the Third Kind", apposta sulla sceneggiatura, e alla sua uscita "A.I. Artificial Intelligence" ottiene una buona accoglienza di critica e pubblico.
Ricordo che mi piacque molto da bambino, quando lo vidi per la prima volta, e riguardandolo nella mia maratona confermo e rafforzo l'apprezzamento per quest'opera magari: sicuramente non è perfetto e Kubrick l'avrebbe reso squisitamente più nichilstoide, ma a mio avviso "A.I." è un lavoro assai maturo e complesso nell'adoperare il Genere fantascientifico per trattare tematiche esistenziali come i dilemmi della Vita, la paura della Morte (e dell'Abbandono genitoriale), la presa di coscienza di sé e di sentimenti potenti come l'Amore e così via. Rafforzato da scenari futuristici notevoli e da straordinarie interpretazioni (al contempo adorabile e sottilmente inquietante il protagonista interpretato da Osment), "A.I." è per me una delle Opere migliori dello Spielberg dell'ultima ventina d'anni.

Rilevanza: 1. Per te? No

Minority Report

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 145'

Titolo originale Minority Report

Regia di Steven Spielberg

Con Tom Cruise, Colin Farrell, Samantha Morton, Max Von Sydow, Kathryn Morris

Minority Report

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MINORITY REPORT
Dopo una lunga gestazione e diversi registi pensati per il progetto, nel 2002 arriva nelle sale la trasposizione di "Minority Report", intrigante racconto del grandissimo Philip K. Dick: diretto da Steven Spielberg e con Tom Cruise come protagonista, il film porta ancora molto successo al regista da parte sia del pubblico sia della critica.
Alle medie era quasi un mio cult, ma con gli anni l'ho ridimensionato toccando il punto più basso dopo la lettura della fonte dickiana, molto più profonda e cupanelle sue riflessioni socio-politiche. Riguardandolo negli ultimi giorni, invece, ho riacceso in parte l'apprezzamento originario, in particolare per l'intrigante resa estetica di certe immagini (soprattutto quelle 'mistiche' con il trio di precog, Agatha in primis) e per la buona gestione del ritmo, trovando ulteriore elemento di stimolo nella lettura di una teoria sul finale come sogno post-sconfitta, cosa che avvicinerebbe "Minority Report" di Spielberg al Capolavoro gilliamesco "Brazil" migliorando così il buonismo 'pubblicitario' dell'interpretazione più gettonata (e probabilmente 'corretta') come lieto fine. Il cast è, inoltre, molto valido (pure Cruise in effetti non fa schifo), le musiche di Williams sono più particolari del solito e gli spunti di riflessione sulla ricerca della verità e della propria identità, nonché potenziali osservazioni meta-cinematografiche della tecnologia pre-crime, sono parecchio stimolanti.

Rilevanza: 1. Per te? No

Prova a prendermi

  • Commedia
  • USA
  • durata 141'

Titolo originale Catch Me If You Can

Regia di Steven Spielberg

Con Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye

Prova a prendermi

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canale 22 altre VISIONI

CATCH ME IF YOU CAN
Nel 2002, stesso anno di uscita di "Minority Report", Spielberg torna nelle sale con un altro film, questa volta drammatico secondo una certa logica di alternanza tipica del regista: tratto dal libro semi-autobiografico di Frank W. Abagnale (e Stan Redding), "Catch Me If You Can" racconta la storia dell'ex-giovanissimo truffatore internazionale, interpretato da Leonardo DiCaprio, e ottiene un altro grande successo critico e commerciale.
Le differenze con il libro sono parecchie e in diversi casi tirano molto i confini della credibilità, specialmente nei frequenti incontri con il padre (un ottimo Christopher Walken), ma visto che molte delle dichiarazioni di Abagnale sono state più volte messe in discussione se non addirittura completamente 'debunkate', smascherate, si può dire che l'aver romanzato ulteriormente la sua vita è un atteggiamento coerente con la sua stessa attività di falsario, aprendo così ulteriori spunti di riflessione intriganti sull'idea di verità in un mondo sempre più sommerso da informazioni e contro-informazioni (in questo si potrebbe trovare un affascinante collegamento con il coetaneo "Minority Report"). In ogni caso resta un film ottimo, ritmato stupendamente con un buon montaggio alternato, ricco di interpretazioni attoriali notevoli e condito da una brillante colonna sonora di John Williams, e rimango particolarmente affezionato a questa pellicola.

Rilevanza: 1. Per te? No

The Terminal

  • Commedia
  • USA
  • durata 128'

Titolo originale The Terminal

Regia di Steven Spielberg

Con Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Diego Luna, Zoë Saldana, Kumar Pallana

The Terminal

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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THE TERMINAL
Scritto da Sacha Gervasi e Jeff Nathanson su un soggetto del primo e di Andrew Niccol (regista di Opere come "Simone" e "Gattaca" e sceneggiatore, oltre che dei film citati, di "The Truman Show") e diretto da Spielberg desideroso di realizzare un film che «potesse far ridere e piangere e far sentire bene riguardo al mondo», "The Terminal" è una commedia del 2004 di buon successo commerciale e discreta accoglienza critica.
Da me visto più volte da ragazzino, con gli anni ho iniziato man mano a considerarlo una semplice commediola con qualche momento un po' fiacco (soprattutto avvicinandosi al finale) e a tratti direi imbarazzante, però concordo con chi vi vede una rappresentazione del volto quasi kafkiano (ma molto più leggerino essendoci Spielberg in regia) degli Usa, in particolare post-9/11, attraverso lo scenario contemporaneamente cosmopolita e chiuso, realistico e pubblicitario dell'Aeroporto. L'interpretazione di Tom Hanks è ben costruita, come anche i movimenti di macchina e il montaggio, e le musiche di Williams danno un tono brillante al tutto. Si possono trovare anche interessanti spunti di riflessione sull'immigrazione e alcuni momenti ancora oggi li trovo genuinamente divertenti.

Rilevanza: 1. Per te? No

La guerra dei mondi

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 116'

Titolo originale War of the Worlds

Regia di Steven Spielberg

Con Tom Cruise, Dakota Fanning, Justin Chatwin, Tim Robbins, Miranda Otto

La guerra dei mondi

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WAR OF THE WORLDS
Dopo "Minority Report", Steven Spielberg e Tom Cruise vogliono tornare a collaborare e così, durante le riprese di "Catch Me If You Can", su tre opzioni proposte dall'attore il regista sceglie l'adattamento del "War of the Worlds" di H.G. Wells, straordinaria parabola anti-colonialista in chiave fantascientifica già portato al cinema negli anni '50 e trasmesso radiofonicamente da Orson Welles causando una nota crisi isterica di massa. Tra le ulteriori spinte creative per Spielberg abbiamo, come da lui dichiarato, gli attentati dell'11 settembre 2001 e alla sua uscita il film ottiene una buona accoglienza sia di pubblico sia di critica.
Da me visto più volte da ragazzino, "War of the Worlds" mi inquietava per le scene di massacro ma con gli anni ho ridimensionato questo film arrivando a considerarlo uno dei prodotti meno riusciti e convincenti di Spielberg, in cui il suo liberalismo centrista scivola pericolosamente nel reazionarismo, trovando inoltre poco credibile Tom Cruise come uomo qualunque e reputando la seconda parte piuttosto moscia per me. Rivedendolo sono portato a ri-rivalutarlo un attimo in positivo: pur avendo diverse cadute di tono e tradendo una certa ambiguità 'politica' (soprattutto nella sequenza con Tim Robbins), "War of the Worlds" di Spielberg ha l'accortezza di rimaneggiare il Romanzo di Wells mantenendone però una certa prospettiva 'sociologica' nell'osservazione delle reazioni di massa all'invasione aliena e in questo, oltre che in diverse immagini interessanti, supera il (per me) poco convincente film del '53. Anche Cruise mi è parso più sensato di quanto ricordassi e nel complesso diverse immagini sono intriganti. Rimane uno dei film per me meno riusciti di Spielberg ma ha un suo perché.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Munich

  • Drammatico
  • USA
  • durata 132'

Titolo originale Munich

Regia di Steven Spielberg

Con Eric Bana, Daniel Craig, Ciaran Hinds, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ayelet Zurer

Munich

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MUNICH
Tratto dal romanzo "Vengeance" di George Jonas, con "Munich" Spielberg racconta l'operazione Mivtza Za'am Ha'el (Ira di Dio), già portata sul (piccolo) schermo con "Sword of Gideon" e sostanzialmente organizzata dal Mossad (servizi segreti israeliani) come risposta al massacro di München durante le olimpiadi del 1972.
Pur avendo recepito, da parte di persone che stimo (anche se non tutte 'cinefile'), sempre un'ottima considerazione del Film e avendo quindi da anni alte aspettative su di esso, il risultato finale, ad una prima visione, è riuscito a stupirmi ancor più positivamente di quanto sperassi e, riguardandolo, sono portato a considerarlo forse l'Opera da me preferita tra quelle dirette da Spielberg, spodestando così dopo anni "Duel".
Pur non prendendo mai una posizione totalmente anti-israeliana, Spielberg mette in scena (romanzandola) la vicenda con un'attenzione enorme per luci e ombre di ogni singolo personaggio, approdando gradualmente verso un'atmosfera di profondo Dilemma interiore in cui il confine tra bene e male risulta estremamente sottile perché, in un intreccio di fronti e contro-fronti qual'è la (geo)politica internazionale, quel che emerge è lo sbigottimento esistenziale dinnanzi alla constatazione di come l'individuo possa essere (e venga) manovrato da nebulosi apparati di potere affinché compia atti discutibili quando non apertamente atroci facendo leva sulle migliori intenzioni.
Ottimo l'inserimento di squarci del rapimento/attentato a München durante il Film, credo sempre o quasi accostati a momenti in cui il Protagonista si 'sveglia' e/o ha 'visioni', elemento che instilla il dubbio che si tratti di una sua ricostruzione dell'evento che lo ha spinto a partecipare alla risposta israeliana e, infatti, con la crescente messa in discussione delle proprie certezze anche la 'visione' dell'attentato acquista sfumature ambigue.

Rilevanza: 2. Per te? No

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

  • Avventura
  • USA
  • durata 124'

Titolo originale Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull

Regia di Steven Spielberg

Con Harrison Ford, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

In streaming su Disney Plus

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INDIANA JONES AND THE KINGDOM OF THE CRYSTAL SKULL
Già durante le primissime fasi di progettazione di "Raiders of the Lost Ark", Lucas e Spielberg strinsero un accordo con la Paramount per cinque film dedicati a Indiana Jones. Durante la lavorazione della serie "The Young Indiana Jones Chronicles" Lucas inizia a pensare ad un possibile quarto film ambientato negli anni '50 con tanto di alieni, cosa che però non incontra il particolare favore di Harrison Ford e pure Spielberg, soprattutto dopo "Independence Day", non sprizza particolare gioia al pensiero di trattare ancora con gli extraterrestri. Passano gli anni, cambiano alcuni progetti arrivando a soppiantare i nazisti con i sovietici, ma l'idea lucasiana degli alieni rimane pure quando i lavori iniziano a concretizzarsi, nella seconda metà del primo decennio degli anni 2000, e così si approda nel 2008 ad "Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull", film che ottiene un ottimo successo commerciale e anche un certo apprezzamento critico, riscontrando però un certo sfavore da parte di fan, razzie e una certa fetta di persone cinefile.
Da me visto persino al cinema (credo l'unica volta con un film di Spielberg), non son sicuro se sia mai stato da me apprezzato (alle medie mi definivo comunista e ricordo un certo disappunto nella rappresentazione caricaturale dei sovietici, però son sicuro di aver approvato alcuni elementi, senso di nostalgia in primis, per un certo periodo), ma sicuramente con gli anni l'ho considerato uno dei punti più bassi della carriera registica di Spielberg e la recente revisione conferma questa mia impressione. Per quanto a tratti divertente e nel complesso sempre ben fatto tecnicamente, "The Kingdom of eccetera" è un prodottino senz'anima saturo di immagini digitali e trovate talmente esagerate da compromettere qualsiasi tentativo di mantenere un certo grado di sospensione dell'incredulità.
Per me è mediocre.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Le avventure di Tintin. Il segreto dell'Unicorno

  • Animazione
  • USA, Nuova Zelanda, Belgio
  • durata 110'

Titolo originale The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn

Regia di Steven Spielberg

Con Daniel Craig, Cary Elwes, Jamie Bell, Simon Pegg, Andy Serkis, Nick Frost, Tony Curran

Le avventure di Tintin. Il segreto dell'Unicorno

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THE ADVENTURES OF TINTIN
Dopo un parallelismo proposto da una recensione tra "Raiders of the Lost Ark" e "Les Aventures de Tintin" di Hergé, Spielberg inizia a leggere avidamente la serie a fumetti e già negli anni '80 pensava di girarne una trasposizione, aiutato dalla reciproca stima del fumettista. Anche il neozelandese Peter Jackson è stato un fan della serie e così, negli anni 2000, i due influenti cineasti iniziano a collaborare per un progetto ispirato a "Tintin" il cui primo capitolo, "The Adventures of Tintin" (noto anche col sottotitolo "The Secret of the Unicorn"), vede alla regia Spielberg, alla sua prima opera animata, utilizzando la tecnica della stop motion sperimentata con grande successo da Jackson in "The Lord of the Rings" e "King Kong" sui personaggi Gollum e Kong interpretati da Andy Serkis, che infatti recita anche qui nei panni di Haddock. Nonostante il buon successo di pubblico e critica, il secondo capitolo, che doveva essere diretto dal cineasta neozelandese, non ha ancora visto la luce.
Seppure l'aspetto sia quello videoludico tipico anche dei lavori animati di Zemeckis, "The Adventures of Tintin" è un interessante film d'avventura per pubblico giovanile con qualche discreto spunto di riflessione su responsabilità e bisogno di maturazione (in particolare nel personaggio di Haddock, mentre Tintin è a mio avviso quasi bidimensionale), impreziosito da una tecnica straordinaria in cui spicca un bel piano sequenza poco prima del finale.

Rilevanza: 1. Per te? No

War Horse

  • Drammatico
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 146'

Titolo originale War Horse

Regia di Steven Spielberg

Con Jeremy Irvine, Emily Watson, Tom Hiddleston, David Thewlis, Benedict Cumberbatch

War Horse

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WAR HORSE
Ispirato all'omonimo romanzo di Michael Morpurgo e alla successiva versione teatrale di Nick Stafford, "War Horse" vede Spielberg per la prima volta alla regia di un film ambientato nella prima guerra mondiale (e il primo distribuito da Disney), ottenendo come al solito un ottimo successo di pubblico e critica.
Forse da ragazzino l'ho trovato carino, ma il fatto di non aver mai sentito particolare bisogno di rivederlo è un indizio importante di non completa adorazione per questo film. Riguardandolo, pur apprezzando qualche buon momento estetico, in particolare grazie alla sempre intrigante fotografia di Kaminski, e reputando buone alcune interpretazioni, Hiddleston in primis, "War Horse" rientra nella lista di lavori spielberghiani con cui ho trovato più difficoltà a mantenere una revisione attenta (anche se mai quanto "Saving Private Ryan"), questo per colpa della retorica sentimentalisticheggiante di cui la pellicola è satura tra musiche zuccherose e momenti stucchevoli, e la scelta di far recitare in english anche il cast francese e tedesco non aiuta ad attirare il mio apprezzamento.

Rilevanza: 1. Per te? No

Lincoln

  • Biografico
  • USA
  • durata 149'

Titolo originale Lincoln

Regia di Steven Spielberg

Con Daniel Day-Lewis, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, Jared Harris, James Spader

Lincoln

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LINCOLN
Diretto e prodotto da Steven Spielberg e interpretato da Daniel Day-Lewis (che vince il suo terzo oscar per la parte), "Lincoln" racconta appunto la vita del celeberrimo presidente degli stati uniti, focalizzandosi in particolare sugli ultimi suoi quattro mesi di presidenza e vita, nello specifico sugli sforzi impiegati per far passare il 13° emendamento alla costituzione e abolire così la schiavitù.
Mi aspettavo la tipica biografia hollywoodiana pregna di retorica (liberale) e apologetica: queste aspettative sono state pienamente esaudite, ma l'ottima fattura tecnica, una messa in scena molto intelligente di Spielberg che sa come costruire un discorso avvincente, un montaggio brillante soprattutto quando collega varie scene usando immagini e gesti e un gran cast con interpreti tutti molto in parte a partire ovviamente dal sempre impeccabile Day-Lewis rendono "Lincoln" un biopic in costume piuttosto interessante e, nella sua retorica, c'è spazio per una sottile critica ai giochini di potere che da sempre dettano la politica (non solo statunitense).
Non è certo tra i film che preferisco di Spielberg, anche perché comunque il tutto è impostato seguendo un certo moderatismo politico (l'egualitarismo radicale viene sminuito in favore di un gradualismo a mio avviso centrista), ma tutto sommato merita di essere visto e magari anche rivisto.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il ponte delle spie

  • Drammatico
  • USA
  • durata 135'

Titolo originale Bridge of Spies

Regia di Steven Spielberg

Con Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda, Eve Hewson, Billy Magnussen

Il ponte delle spie

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BRIDGE OF SPIES
Da una sceneggiatura, basata su fatti reali, di Matt Charman poi rielaborata dai fratelli Coen, "Bridge of Spies" è un film del 2015 diretto da Steven Spielberg.
Nonostante la presenza di una certa retorica liberal-patriottica enfatizzata in certi punti dalla colonna sonora, altrimenti intrigante, di Thomas Newman (per la prima volta dopo "The Color Purple" non composta da Williams), il film riesce a proporre una storia semi-spionistica attenta ai vari punti di vista delle parti coinvolte, guardando con simpatia e benevolenza i 'piccoli' individui, russi inclusi, e criticando le logiche strategiche di chi gestisce il potere, sia nelle repubbliche sovietiche sia nel cosiddetto mondo libero statunitense, mettendo in luce la negatività del clima di sospetto, odio e paranoia della Red Scare, proponendo un modello positivo attento e rispettoso della vita di ogni individuo.
Aiutato da un'ottima fattura tecnica e da un buon cast, in cui spicca Mark Rylance (che tornerà in altri lavori del regista), "Bridge of Spies" è un film molto buono che merita di essere visto e, spero presto, rivisto.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

  • Fantasy
  • USA, Gran Bretagna, Canada
  • durata 115'

Titolo originale The BFG

Regia di Steven Spielberg

Con Rebecca Hall, Bill Hader, Mark Rylance, Jemaine Clement, Penelope Wilton, Adam Godley

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

In streaming su Mediaset Infinity

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THE BFG
Con una gestazione iniziata, per la coppia produttiva Kathleen Kennedy e Frank Marshall, fin dai primi anni '90, coinvolgendo inizialmente Robin Williams e la Paramount per arrivare infine con Steven Spielberg alla regia e Mark Rylance nel ruolo principale, nel 2016 esce nelle sale "The BFG" seconda trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Roald Dahl e prima in live action.
Più o meno la qualità mi è parsa la stessa del film animato di Brian Cosgrove del 1989, con magari maggiore qualità tecnica (i mezzi sono notevolmente maggiori) e qualche interessante approfondimento narrativo e psicologico. Dall'altro lato, però, abbiamo una maggiore adesione ai canoni estetici del fantasy mainstream contemporaneo e una cgi sicuramente eccelsa ma a mio avviso un po' troppo invasiva (preferisco i 'giganti nani' e concreti di Gilliam a quelli digitalissimi qui presenti).
Bravo come sempre Rylance, visivamente Spielberg propone sempre qualche immagine intrigante, ma nel complesso siamo di fronte ad un prodotto al massimo discreto e nulla più.

Rilevanza: 1. Per te? No

The Post

  • Biografico
  • USA
  • durata 130'

Titolo originale The Post

Regia di Steven Spielberg

Con Meryl Streep, Tom Hanks, Alison Brie, Matthew Rhys, Bruce Greenwood, Sarah Paulson

The Post

In streaming su Amazon Prime Video

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THE POST
Film del 2017 diretto (e co-prodotto) da Steven Spielberg su una sceneggiatura scritta da Liz Hannah e poi ri-elaborata da Josh Singer, "The Post" vede riuniti per la prima volta Spielberg, Tom Hanks e Meryl Streep e racconta la vera storia del coinvolgimento del Washington Post nella pubblicazione dei Pentagon Papers.
Sicuramente siamo di fronte ad una narrazione (molto) romanzata dei fatti con una componente retorica che in certi momenti mi è parsa troppo enfatizzata (anche da alcuni brani 'invasivi' della colonna sonora di John Williams) e liberale per i miei gusti, ma ho apprezzato moltissimo l'utilizzo di un episodio storicamente negativo della politica statunitense, e nello specifico dell'amministrazione Nixon, per criticare, in generale, le derive autoritarie inevitabili nella gestione segreta delle informazioni 'per il bene della nazione'. Ho apprezzato, sempre contenutisticamente, gli spunti di riflessione femministi specialmente nella messa in luce, molto più registica e attoriale che non narrativa o dialogica, del contrasto (sociale e psicologico) tra Kay Graham (Streep) e l'establishment sostanzialmente maschile del potere mediatico e non solo. Sul piano stilistico, invece, oltre alle straordinarie interpretazioni di tutto il Cast e alla sua ben riuscita gestione corale (narrativa e cinematografica), ritengo molto riuscita la fusione del Thriller politico con il Dramma psicologico.
Non un Capolavoro né, forse, tra i migliori film in assoluto di Spielberg, ma comunque molto più che buono, se non ottimo, e spero di rivederlo presto.

Rilevanza: 1. Per te? No

Ready Player One

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 140'

Titolo originale Ready Player One

Regia di Steven Spielberg

Con Tye Sheridan, Mark Rylance, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, Simon Pegg, Lena Waithe

Ready Player One

In streaming su Netflix

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READY PLAYER ONE
Trasposizione dell'omonimo romanzo di Ernest Cline, "Ready Player One" è (fino all'imminente uscita di "West Side Story") l'ultimo film finora diretto da Steven Spielberg.
A quanto pare il film conferma il citazionismo massiccio della cultura popolare (soprattutto cinematografica e videoludica) degli anni '80, tagliando però diversi richiami ai lavori dello stesso Spielberg (fermamente intenzionato ad evitare di sembrare autoreferenziale): questo aspetto colloca "Ready Player One" nel pieno della nostalgia ottantiniana, simbolicamente capitanata da "Stranger Things" e affini, che sta permeando gli ultimi dieci anni (ora però si entra in un'ondata 90s). Ciò, unito alla mancanza di una vera critica all'evasione nella virtualità (o dell'imprenditorialità, se incarnata da un 'utopista'), a certe parentesi retoriche spielberghiane e ad un uso troppo insistito della voce narrante all'inizio, impedisce alla pellicola di rientrare appieno nei miei gusti. Detto ciò, però, ad una prima visione mi è parso un film piuttosto intrigante nella sua estetica fantascientifica, non privo di una certa auto-ironia e nemmeno di spunti di riflessione interessanti sulla vita, sulla realtà e persino sulla denuncia (seppur liberal-riformista) della brutalità insita nelle diseguaglianze 'permesse' dal capitalismo neoliberista.
Insomma, non un capolavoro ma comunque un'opera consigliabile.

Rilevanza: 1. Per te? No
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