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Jak utopit doktora Mrácka aneb Konec vodniku v Cechách

Regia di Václav Vorlícek vedi scheda film

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La recensione su Jak utopit doktora Mrácka aneb Konec vodniku v Cechách

di Baliverna
8 stelle

[Trad. titolo: Come annegare il dott. Mrácek, o la fine degli spiriti acquatici in Boemia] Veramente carina questa storiella di fantasia a briglia sciolta, non disgiunta dall’intelligenza e dal buon gusto. E fantasia ce ne deve esser voluta parecchia anche per escogitare gli effetti speciali, i quali sono dei piccoli capolavori di ingegno e inventiva. Far vedere persone di grandezza naturale che saltano nel lavandino e vi spariscono dentro, andandosene giù per lo scarico senza che si notino trucchi di sorta… beh, non dev’essere stato facile. In ogni caso, siamo in presenza di una commedia di fantasia, se così possiamo dire, condita con lieve ma gradevole umorismo, e a volte di un’ironia discreta ma pungente. L’episodio del convegno degli spiriti acquatici, infatti, ricorda, per retorica e impostazione, i comizi e i convegni del partito comunista cecoslovacco, il quale naturalmente non si poteva deridere apertamente (comunque il film uscì solo nel 1983...). L’umorismo di certe situazioni scaturisce invece dalla loro totale assurdità, presentata però come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi riferisco ad es. alla matrona trasformata in un pacco di farina con le orecchie, o alle anime degli annegati che i Wassermann conservano in piccoli vasi o zuccheriere, i cui coperchietti si muovono quando esse parlano... Gli attori sono tutti affiatati, e stanno volentieri al gioco del fantasioso Vaclav Vorlicek. Qualcuno ha scritto che il genere fiaba o fantasy nella Cecoslovacchia degli anni ’70 fu una reazione al giro di vite che i sovietici imposero alla politica del paese dopo l’invasione del 1968. C’era desiderio di evadere da una realtà opprimente, ed ecco allora spuntare le divertenti commedie come queste, dove tutto poteva accadere e dove il mondo reale veniva piacevolmente trasfigurato e messo sottosopra. Un po’ come i film di Ginger e Fred aiutavano a dimenticare la grande depressione degli anni ’30.

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