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Last Hurrah for Chivalry

Regia di JohnWoo vedi scheda film

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La recensione su Last Hurrah for Chivalry

di braddock
8 stelle

Il cinema di John Woo prima che scoprisse le armi da fuoco. Battute a parte quando ho scritto che considero HEROES SHED NO TEARS del 1986 il vero esordio di John Woo non intendevo dire che i film girati prima non fossero validi, ma che sono molto lontani da quello che si confermerà essere lo stile più riuscito del regista. Questa è una pellicola di arti marziali vicina alle produzione delle Shaw Brothers, che presenta una storia drammatica alla Chang Cheh e una scenografia ripresa dalle pellicole di Chor Yuan. La vicenda vede Way Pak nel ruolo di Chang San, un abile spadaccino che viene spesso trattato con poca considerazione a causa dello stato di estrema povertà in cui vive assieme alla sorella e alla madre malata. Un giorno Chang incontra Ko, un ricco nobile che lo considera con grande rispetto. I due diventano amici e Chang si offre di aiutare Ko nel combattere un potente maestro di arti marziali che gli aveva sequestrato i suoi poderi con la forza. Nella missione Chang viene accompagnato dall'amico Tsing (Damian Lau) altro abile guerriero. In realtà, questo è stato profumatamente pagato da Ko per uccidere Chang appena sconfitto il nemico. Tsing disubbidisce però all'ordine e i due combattenti si uniranno per battere il subdolo Ko, che nel frattempo si è impossessato di una preziosa spada. Preferisco sicuramente il John Woo di THE KILLER, HARD BOILED, A BETTER TOMORROW eccetera, comunque questo film di arti marziali è ben girato e si mostra un titolo interssante. Come detto, si è molto vicini allo stile e alle storie tipiche di Chang Cheh da cui si riprendono tutti gli stereotipi compreso il finale di lotta tra i due eroi e l'antagonista, anche se la realizzazione risulta più sfarzosa e curata. Le scene di combattimento avvengono soprattutto con l'uso di armi bianche, anche se è presente qualche momento di arti marziali pure di un certo stile come la sequenza del combattimento in gabbia. In entrambi i casi le coereografie sono ottime e spettacolari, in grado di rendere le interminabili sequenze marziali sempre avvincenti supportate inoltre da un cast discreto. In pratica si è dalle parti de LA MANO SINISTRA DELLA VIOLENZA con un po' di professionalità in più, un film da recuperare comuqnue lontano da quello per cui il regista ha avuto tanto successo         

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