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La sua strada

Regia di Mario Costa vedi scheda film

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La recensione su La sua strada

di mm40
4 stelle

Abbandonato dal padre in tenera età, Riccardo cresce con lo zio allevatore di cavalli e ne apprende il mestiere. La routine dell'uomo, nel frattempo felicemente sposatosi, è destinata però a essere interrotta bruscamente dall'incontro con Elisabetta, che lo convince a mollare tutto per coltivare maggiori ambizioni di ricchezza.


Questa è la prima regia in lungometraggio di Mario Costa, futuro direttore di numerosi film d'opera e qui impegnato in un melodramma vecchio stile. Il soggetto è di Giuseppina Zappalà e la sceneggiatura di Ettore Valesi; la storia non è nulla di trascendentale, anzi sembra tratta da qualche stereotipato fotoromanzo d'epoca (forma narrativa che prenderà vita proprio alla fine della seconda guerra mondiale) e si situa nel sottogenere dei melodrammi a lieto fine, nettamente contrapposto a quello delle trame farcite di disgrazie dai titoli di testa a quelli di coda. Il finale che aggiusta tutto è doveroso anche perché ci troviamo nel 1943 e la stretta censura di regime non permette opere disperanti o dal messaggio negativo, né tanto meno il pubblico le gradirebbe dati i tempi che corrono; per una serie di vicissitudini produttive, a ogni modo, La sua strada vedrà l'uscita in sala solamente nel 1946, tre anni più tardi. Il cast: Otello Toso, Lida Baarova, Carla Candiani, Camillo Pilotto, Aldo Silvani e Carlo Tamberlani sono i nomi principali. L'opera è confezionata con la dovuta perizia, ma probabilmente già alla sua uscita non doveva essere all'avanguardia nei toni e negli argomenti trattati; ciò che è certo è che oggi lo scoperto maschilismo e le convenzioni sociali di quegli anni sembrano davvero lontani anni luce. 4/10.

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