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Il ratto salvatore

Regia di Krsto Papic vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ratto salvatore

di undying
5 stelle

Allegoria horror sul periodo storico del nazismo, qui rappresentato con evidenti allusioni iconografiche (abbigliamento, dialoghi e insolite tavole a forma di semi-svastica). Un film kafkiano e misterioso, nonché parecchio strano.

 

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Croazia. Lo scrittore Ivan (Ivica Vidovic), come tutti i residenti del piccolo paese in cui vive, sta attraversando una terribile crisi economica. Per sopravvivere è costretto a vendere i suoi libri per strada. In questa circostanza conosce Sonja (Mirjana Majurec) ma, durante una protesta popolare, i due sono costretti a separarsi. Essendo stato sfrattato da casa il giorno prima, Ivan si rifugia a dormire in un ufficio deserto di una banca, accedendo tramite un passaggio fognario. È troppo affamato per chiedersi perché qualcuno abbia nascosto un'enorme quantità di cibo in uno degli armadietti, ed è anche felice di scoprire che il telefono funziona ancora, il che significa che può provare a rintracciare Sonja, dato che la ragazza gli ha lasciato il suo numero. Quando, d'improvviso, una musica attira la sua attenzione: seguendola scopre che è in corso una cena/orgia presso l'ingresso principale, ma i partecipanti non sono propriamente umani. Spaventato, continua a spiare la situazione e nota la presenza di un'oscura figura, qualcuno che prospera nella povertà e nella malattia. Fugge, terrorizzato, rivolgendosi alla polizia. Assieme agli agenti torna sul posto, ma quegli strani individui sono scomparsi. Dal padre di Sonja, impegnato a realizzare un antidoto che possa contrastare il contagio, Ivan impara che si tratta di una razza mutante di topi, guidata dal "Rat Savior", un'entità dalla forma ibrida umano/ratto che, saltuariamente, compare sulla scena per guidare una subdola forma di invasione: le piccole creature lentamente s'impadroniscono dei corpi umani, sostituendosi agli individui che attaccano. Molti di loro, già completamente trasformati, ricoprono ormai i principali ruoli di potere nella società.

 

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Il ratto salvatore: Ivica Vidovic

 

Sullo sfondo di impressionanti quadri, che sembrerebbero essere stati dipinti da Salvador Dalí sotto effetto di stupefacenti, scorrono i titoi di testa, informandoci che, alla base di questo lungometraggio, sta il romanzo Pacolovac (L'acchiappatopi) di Alexander Grin. Sceneggiatura e regia sono invece attribuite a Krsto Papic (1933 - 2013). Papic, nato in Montenegro (Jugoslavia), è stato un autore orientato a girare rappresentazioni cinematografiche fortemente intrise di ideali politici, o avvenimenti sociali, strettamente legati alla sua nazione. Di fatto è stato poco incline a trattare il genere horror o fantastico, che ha affrontato in rare circostanze. Di 24 titoli a lui accreditati - compresi cortometraggi e prodotti televisivi - in questa occasione e solo in una delle ultime opere (Infection, 2003) ha tentato di dare un contributo al cinema di genere. Il suo lavoro più celebre, giunto anche in Italia, è una sorta di biografia/documentario su un controverso scienziato serbo (Il segreto di Nikola Tesla, 1980). Questa breve premessa, si rende necessaria per delimitare l'ambito creativo in cui nasce Izbavitelj (titolo originale de Il ratto salvatore, traducibile dal croato come "redentore"). Un'opera che inizia come horror e, almeno sino a quasi metà tempo, rispetta i parametri tipici del genere. Anche se, sin dalle prime sequenze, si avverte forte l'impostazione kafkiana che permea tutta la narrazione. Il protagonista, poi, sembra essere stato scelto in quanto "copia" di Polanski.

 

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Il ratto salvatore: scena 

 

Girato a basso budget, delude parzialmente ogni tipo di aspettiva, finendo per apparire come una variante, povera, de L'invasione degli ultracorpi (Don Siegel, 1956). Gli effetti speciali sono scarsi, limitati all'applicazione di qualche ciuffetto sul viso dei vari uomini-ratto, e come allegoria politica, in conclusione, non è assolutamente chiara. Il contesto è quello di una città posizionata in uno stato dell'Europa sud-orientale (Croazia), messa a dura prova dal fallimento economico: le strade sono infatti piene di disoccupati e clochard. Nei sotterranei di una banca, una forma animale viscida, quella degli uomini-ratto, sta pianificando la conquista della superficie. Questi rivoltosi "mostri", dalle strane piaghe che sarebbero sintomo di una mutazione in atto, vestono di nero, indossano lunghi cappotti in pelle e si lanciano in cene interminabili - attorno a tavoli allestiti, la cui forma è quella di una mezza svastica - che finiscono poi in orge, stile Grande abbuffata (Marco Ferreri, 1973). Da un lato quindi, è chiara l'allusione  agli anni Venti, caratterizzati dall'ascesa del fascismo in Germania. E da questo punto di vista il Rat Savior potrebbe anche rappresentare, sotto metafora, la figura del Führer. Dall'altro, il fatto che i ribelli abbiano base in un centro che è simbolo del potere economico (la banca), ricorda invece la metafora nazista, applicata però nei confronti degli ebrei: un popolo paragonato da Hitler ai topi, pronto a infiltrarsi nei punti strategici della società per ottenerne il controllo economico e politico. Come storia, è dunque piuttosto indecifrabile, essendo veramente ambigua.

 

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Il ratto salvatore: Mirjana Majurec

 

Preso invece sul piano puramente fantastico, senza attendersi un capolavoro, Il ratto salvatore offre comunque buoni attimi d'evasione. La locandina posizionata in appendice, pur rappresentando uno specifico momento del film, è piuttosto fuorviante: scene di nudo e violenza, presenti a livello quasi subliminale, lasciano spazio, come già detto, a un'allegoria sviluppata in maniera (volutamente?) incerta. Candidato al "Festival del cinema fantastico di Avoriaz" nel 1978, senza avere ottenuto riconoscimenti, Izbavitelj si è poi rifatto al "Fantasporto" nel 1982, aggiudicandosi il primo premio come miglior film. Con il passare del tempo è stato sempre più apprezzato (forse eccessivamente) da una buona fetta di pubblico, probabilmente in virtù del poco chiaro significato che, proprio, non riesce a trasmettere.

 

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"Nella schiera dei ratti non c'è nessun ordine gerarchico. La schiera attacca compatta un grosso animale da preda e i membri più forti portano il contributo maggiore alla sua conquista."

(Konrad Lorenz)

 

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Il ratto salvatore (Krsto Papic, 1976)

(Film disponibile su YouTube. Video soggetto a limiti d'età)

 

F.P. 26/04/2022 - Versione visionata in lingua serbo-croato (durata: 76'02")

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