La recensione su Michael Palin in North Korea

di mm40

6 stelle

Reportage sulla Corea del nord visitata da Michael Palin, comico britannico e da lungo tempo documentarista di viaggi attorno al mondo.

Non è facile credere ai propri occhi, vedendo questo documentario prodotto nel 2018 dalla BBC e destinato al piccolo schermo britannico, ma facilmente reperibile anche in dvd e online: della Corea del Nord si sa poco al di fuori dei suoi confini ed è un vero privilegio poterla osservare con una guida autorevole ed esperta quale Michael Palin – ex Monty Python’s, ma documentarista di viaggi attorno al mondo da quasi trent’anni. La cosa forse più sorprendente in assoluto è la totale mancanza di pubblicità nell’intera nazione: tutti gli spazi pubblici sono occupati da immagini di propaganda o commemorative dei padri della patria, Kim Il-Sung e Kim Jong-Il; al di là di questo comunque di dettagli che colpiscono a fondo ce ne sono parecchi in quest’ora e mezza di reportage. Tanto per cominciare il fatto che qualunque visitatore ammesso (dopo lunghe pratiche burocratiche) in Corea del Nord andrà accompagnato da due guide locali notte e giorno per tutto il tempo della sua permanenza; Palin è fortunato ad avere a fianco due personaggi simpatici e abbastanza loquaci, anche se ogni volta che tenta di parlare di libertà o di diritti umani viene puntualmente messo a tacere drasticamente. Dopo un iniziale resoconto sulla capitale Pyongyang, la troupe si sposta a sud verso il confine con la Corea del sud per poi visitare Wonsan, sorta di località balneare-turistica che l’attuale leader nazionale Kim Jong-Un sta facendo costruire in vista di una probabile maggior apertura agli ingressi da parte di stranieri; e infine sul monte Paektu, che la leggenda vuole come luogo di nascita di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il. Nel mentre Palin partecipa a una festa cittadina con balli e canti, entra in una scuola durante la lezione, prova – per quanto gli è possibile – a girare per le zone meno accessibili delle città, ammettendo di aver avuto qualche concessione particolare, ma di non aver potuto vedere tutto ciò che avrebbe voluto. Un mondo a sé, descritto senza giri di parole e soprattutto senza alcun tipo di termine di paragone: in fin dei conti per un occidentale poter vivere nel 2018 senza internet, senza pubblicità e fidandosi dei propri governanti sarebbe così tanto male? 6,5/10.

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