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Jojo Rabbit

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Regia di Taika Waititi

Con Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Scarlett Johansson, Sam Rockwell, Rebel Wilson, Stephen Merchant Vedi cast completo

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Trama

Jojo, un bambino cresciuto dalla sola madre, ha come unico alleato il suo amico immaginario Adolf Hitler. Il suo ingenuo patriottismo viene però messo alla prova quando incontra una ragazzina che stravolge le sue convinzioni sul mondo, costringendolo ad affrontare le sue paure più grandi.

Approfondimento

JOJO RABBIT: UN HITLER DI CUI RIDERE

Diretto e sceneggiato da Taika Waititi, Jojo Rabbit racconta la storia di Jojo, un bambino tedesco e solitario che, durante la Seconda guerra mondiale, vede la sua visione del mondo capovolta quanto la madre single nasconde nella soffitta della loro abitazione una giovane ragazza ebrea. Aiutato dal suo unico amico immaginario, uno stupido Adolf Hitler, Jojo deve confrontarsi con il suo cieco nazionalismo. La vicenda ha luogo nella cittadina fittizia di Falkenheim, dove al culmine del conflitto vive  Jojo Betzler, che non vede l'ora di unirsi alla Gioventù hitleriana e l'arrivo dei dieci anni gli offre la possibilità di farlo. Credulone e sensibile alla propaganda che lo circonda, ha l'impressione di potere in tal modo fare qualcosa di grande e importante per la prima volta, qualcosa che lo aiuterà a difendere la madre single e a sentirsi parte di un gruppo. Per vincere le proprie insicurezze, Jojo si è creato un amico immaginario che altri non è che Adolf Hitler. Sorta di versione clownesca e senza cervello dell'uomo che tutti conoscono, Hitler dispensa al piccolo tutti i consigli che Jojo avrebbe voluto dal padre assente. Con Adolf al suo fianco, Jojo si sente invincibile ma non sa quali grossi problemi da lì a breve dovrà affrontare.

Umiliato (e quasi decapitato) nel campo di formazione della Gioventù hitleriana, è frustrato più del solito quando fa una scoperta incredibile: inseguendo quella che crede un fantasma, scopre che la madre nasconde in casa una ragazzina ebrea, Elsa. Sebbene sia consapevole del pericolo e il suo amico Adolf non riesca a capire, Jojo matura presto un senso di protezione mai avuto prima: quanto più conosce Elsa, tanto più non può permettere a nessuno, compresi i suoi idoli nazisti, di farle del male. Sarà così che inizierà il suo personalissimo percorso di crescita che lo porterà dall'essere bambino al divenire adulto: trovando il coraggio di andare oltre i limiti imposti dalla propaganda nazista, realizzerà come la vera chiave per il futuro sia l'amore.

Con la direzione della fotografia di Mihai Malaimare Jr., le scenografie di Ra Vincent, i costumi di Mayes C. Rubeo e le musiche di Michael Giacchino, Jojo Rabbit è l'adattamento del romanzo Il cielo in gabbia di Christine Leunens, pubblicato nel 2004, e offre una visione satirica dei tristi eventi legati al secondo conflitto mondiale e di una società impazzita a causa dell'intolleranza. Attingendo alle proprie radici ebraiche (la madre è ebrea mentre il padre è maori) e alle sue esperienze di crescita (in cui è stato vittima più volte di pregiudizi e discriminazione), lo scrittore e regista Taika Waititi prende una forte presa di posizione contro l'odio e la cultura nazista che ha attanagliato la psiche dei tedeschi. Prendendo una storia fin quasi troppo spaventosa, la rende quasi divertente per mostrare come anche un ragazzino potesse all'epoca essere sottoposto al lavaggio del cervello e mostrare assoluta dedizione al Führer. Nell'affrontare satiricamente le idee tossiche dell'antisemitismo, Waititi con la sua storia evidenzia come la speranza sia la sola chiave per superare fanatismo e odio. Ha dichiarato il regista: "Sapevo di non voler fare dal romanzo un dramma diretto e crudo sull'odio e sul pregiudizio. Siamo fin troppo abituati a questo genere di opere  e, quando qualcosa sembra fin troppo facile sia da realizzare sia da capire, preferisco rimescolare le carte e portare un po' di caos. Ho sempre creduto che la commedia sia il modo per far sentire il pubblico a suo agio. Quindi, con Jojo Rabbit, porto lo spettatore a ridere e, una volta che ne ho visto abbassare le difese, comincio a proporgli piccoli sprazzi di dramma che hanno un peso piuttosto notevole. La speranza è tutto ciò a cui ci aggrappiamo per andare avanti: ne abbiamo bisogno anche in questo particolare momento storico, in cui nazionalismo, antisemitismo e altre forme di intolleranza religiosa e razziale sono tornate pericolosamente di moda".

Ha poi concluso Waititi: "Se rendi Hitler argomento su cui ridere, hai vinto, disse Mel Brooks una volta. E io vengo dopo una lunga scia di registi che ci sono riusciti. Prima di me ci sono stati Chaplin con Il grande dittatore, Lubitsch con Vogliamo vivere, Brooks con Per favore, non toccate le vecchiette!, Boorman con Anni '40, Benigni con La vita è bella e persino Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria. Non sottovalutiamo poi come Jojo Rabbit abbia al suo centro il legame tra una madre, Rosie, con ideali di apertura e fratellanza e un figlio che, invece, crede in tutt'altro. Sebbene la mia vita sia stata caratterizzata da molte figure femminili forti, per Rosie ho trovato un modello perfetto in Alice non abita più qui di Martin Scorsese".

Il cast

A dirigere Jojo Rabbit è il regista, sceneggiatore e attore neozelandese Taika Waititi. Nato a Wellington nel 1975, Waititi ha mosso i primi passi nel mondo dell'audiovisivo nel 1999 quando con il nome di Taika Cohen ha cominciato a recitare. Già dal 2002, all'attività di attore alterna quella di regista,… Vedi tutto

Trailer

Commenti (25) vedi tutti

  • É brutto

    commento di Valerio78
  • Scegliendo di vedere gli orrori del nazismo con un occhio infantile ma non così disincantato, quello del giovane protagonista, il regista cerca di mantenere una parvenza di lievità che però non convince del tutto quando ci si approccia a temi così drammatici ed alla fine bisogna pur scendere a patti con la crudezza della realtà

    leggi la recensione completa di galaverna
  • Metaforico e satirico che ha la pretesa di essere originale. Per l'intento ricorda 'La vita è bella' di Benigni e non è una cosa positiva. Incompiuto per via di un'idea non ben gestita ed una regia che si perde. Sconsigliato e per molti versi anche censurabile.

    commento di ivanoblu
  • Surreale, ma interessante. Merita una visione anche per la grandissima bravura del piccolo interprete. 7

    commento di Brady
  • Strano Film assai surreale,non appassionante ma personalmente più valido dal punto di vista Musicale,comunque volendo da immettere per "La Giornata della Memoria" così magari anche per non dimenticare.voto.6-.

    commento di chribio1
  • Surreale di quel surreale comprensibile per la prospettiva di un bambino di 10 anni. Scena eccelsa quella del set-up delle scarpe di Rosie che si chiude con agli "occhi" delle case. Cast impeccabile, pellicola da cineteca.

    commento di Gibbon92
  • Un piccolo tedesco sogna di entrare nella Gioventù hitleriana e diventare grande amico del Führer. La realtà gli mostrerà qualcosa di molto diverso da quel che si aspettava. Buon cast, grande colonna sonora per una pellicola di facile impatto emotivo.

    leggi la recensione completa di alfatocoferolo
  • Credevo meglio, la seconda parte è migliore della prima, nel complesso non è male. Occhio che non c'è un momento che sia uno in cui si ride.

    leggi la recensione completa di tobanis
  • Che bello che è! Una storia di amore e una lezione di vita, nella parodia di un dramma. Forse non approfondisce come avrebbe potuto, ma certamente è una bella carezza. “Let everything happen to you Beauty and terror Just keep going No feeling is final.” Rainer Maria Rilke

    commento di fipi
  • Dopo Benigni anche Waititi affronta lo Shoah ironicamente ed ingenuamente

    leggi la recensione completa di TerenceFletcher
  • "Jojo Rabbit" vorrebbe essere un film adulto adatto ai bambini, con un taglio favolistico adagiato sopra uno sfondo tragico. Ma riesce solo ad essere un film simpatico, che non riesce, ne a satireggiare con ferocia sui mali del nazismo, ne ad essere arguto quando inquadra l'iniziazione alla vita di un bambino. Non basta qualche candida carezza.

    commento di Peppe Comune
  • Su certi temi è difficile danzare con scioltezza non rischiando di cadere in soluzioni pacifiche che finiscono paradossalmente per prendere le parti contro le quali il film vuole dirigersi

    commento di logos
  • Piacevole tragicommedia, un po' ambiziosa ma riuscita e ben interpretata. La vita è bella, per certi aspetti...

    commento di albicla
  • "Lascia che le cose accadono Bellezza e terrore Continua ad andare avanti Nessuna sensazione è definitiva"

    leggi la recensione completa di Infinity94
  • per l'intera durata del film si cerca a tutti i costi di entrare emotivamente nella vicenda raccontata da Waititi. non che non sia fatto bene, ma è troppo superficiale. e anche i pur bravi Rockwell e Johansson fanno una fatica boia a dar vita ai loro personaggi...e la parodia dei nazisti che recitano in inglese nun se po' sentì. bravi i ragazzini.

    commento di giovenosta
  • Totale delusione: un piatta vicenda di formazione che cerca (senza riuscirci) di far ridere con gag di basso livello, personaggi e situazioni inverosimili ed anacronistiche, con la Gioventù Hitleriana che sembra un raduno di boy scout ed il rogo dei libri ridotto a ragazzata da campo estivo.

    leggi la recensione completa di port cros
  • Bellissimo apologo sul male, sulla cultura del diverso come ne La vita è bella l’orrore raccontato come una fiaba ......nera.

    commento di claudio1959
  • Jojo Rabbit è un film sorprendente che in modo ironico e nuovo, ridicolizza il massimo gerarca nazista, trasformandolo nell'amico immaginario di un bambino di 10 anni, con più dubbi che certezze.

    leggi la recensione completa di Mike.Wazowski
  • È un film di formazione che ha come focus principale la preadolescenza, coi suoi temi tipici. L'ambientazione è la Germania del '44-45 e non mancano scene tragiche, benché stemperate dalla verve di Scarlett Johansson e Sam Rockwell, che sta ormai scalzando Michael Caine nella mia personale classifica di miglior attore vivente. Voto: 7.

    leggi la recensione completa di andenko
  • Due grandi interpreti per un film amabile, che presenta tuttavia un certo squilibrio narrativo

    leggi la recensione completa di laulilla
  • Quello che vediamo in "jojo Rabbit" è un ponte tra l'immaginazione di un bimbo e la tragedia del reale, un inno all'Amore e alla vita, disegnato in modo eccentrico ma decisamente piacevole.

    leggi la recensione completa di GIMON 82
  • Non all'altezza delle intenzioni ma comunque gradevole.

    leggi la recensione completa di Carlo Ceruti
  • Anche in questo film in odore di Oscar, c’è di nuovo un burattino che vuole diventare uomo e nel paese dei balocchi quando uno si risveglia, non si risveglia affatto, si sveglia morto perché è la Germania durante la guerra...

    leggi la recensione completa di robertoleoni
  • È un film d'amore. L'odio è raccontato con toni demenziali.

    commento di mcassese
  • E' vero che gli ebrei hanno le corna, leggono la mente, sono attratti da cose luccicanti e hanno punta del pisello tagliata che viene usata come tappi per le orecchie? Questa è solo una delle innumerevoli battute ironiche di questo film intelligente, scandito peraltro da un ottimo ritmo, una sublime recitazione del piccolo protagonista e una ve

    leggi la recensione completa di gaiart
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Recensioni

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spopola di spopola
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Si poteva osare di più e fare molto meglio direi con questo  strano e sgangherato film che frulla troppe cose insieme e che vorrebbe spiazzare lo spettatore fin dalle prime scene presentandoci il regime nazista (una cosa molto seria) sulle note di Iwant to hold your hand dei Beatles in versione tedesca). Sembra quasi che il regista intenda utilizzare questo inizio un poco dissacrante… leggi tutto

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Non convince del tutto questo film del 2019 che, se da un lato sceglie la strada della sdrammatizzazione per raccontare gli anni del nazismo, dall'altro centra solo in parte il risultato. L'idea di un Hitler come amico immaginario (interpretato dallo stesso regista) di un bambino di 10 anni fanatico del Fuhrer, se da un lato si scontra inevitabilmente con la necessità di mantenere un…

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Trovare un modo nuovo, seppur non totalmente innovativo, di raccontare il periodo finale del nazismo, non è facile. Per fortuna per realizzare questo film, non ci si è accontentati di averlo trovato ma gli si è dato spessore rendendo la pellicola riuscita fino alla fine. L'umorismo ben si alterna alle scene drammatiche, le gag non scadono nella volgarità, film…

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