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Clandestino a Trieste

Regia di Guido Salvini vedi scheda film

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La recensione su Clandestino a Trieste

di mm40
3 stelle

Giulio, pilota di un bombardiere durante la seconda guerra mondiale, viene ingiustamente accusato di avere abbattuto una nave ospedale. Braccato dalla polizia, sarà l’amore per Marcella a salvarlo.

Principalmente noto per i suoi lavori in teatro, Guido Salvini non ha disdegnato di sperimentarsi anche nelle regie cinematografiche, specialmente nel decennio successivo alla fine del secondo conflitto mondiale. E a pochi anni da quegli avvenimenti storici – siamo infatti nel 1951 – mette in scena un film come questo Clandestino a Trieste, che fra atmosfere belliche e sottotrame romantiche racconta un drammatico spaccato di vita ai tempi della guerra. La storia è inventata e proviene dal romanzo omonimo di Camillo Del Signore, per l’occasione trasformato in sceneggiatura da Turi Vasile e Diego Fabbri. Nonostante le firme, il film risulta macchinoso e prolisso nell’andamento, sostanzialmente privo di un ritmo uniforme e neppure granchè accattivante dal punto di vista puramente estetico. Nel nucleo centrale del cast troviamo Jacques Sernas, Edda Albertini e Doris Duranti, mentre in ruoli meno importanti sono impegnati anche Massimo Girotti, Vittorio Sanipoli, Giancarlo Sbragia e l’americano Charles Fawcett. Inserito oltretutto in un contesto di cinema italiano in grande fermento, rivoluzionato dal neorealismo e già orientato a nuovi metodi narrativi, il film mostra davvero molti più anni dei suoi effettivi. 3,5/10.

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