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8 Bit Generation: The Commodore Wars

Regia di Tomaso Walliser vedi scheda film

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La recensione su 8 Bit Generation: The Commodore Wars

di mm40
4 stelle

Successe tutto nell'arco di nemmeno un decennio, fra la fine degli anni Settanta e la metà degli Ottanta: dal calcolatore scientifico si passò all'home computer, dai costi di produzione e di vendita sempre più bassi e conseguentemente dalla diffusione sempre più vasta. Ma i pionieri non furono Apple e Microsoft: furono i coraggiosi sognatori della Commodore.

Lavoro di sicuro interesse, ma in debito per quanto riguarda l’imparzialità, 8 bit generation – The Commodore wars racconta l’ascesa nel mondo dell’elettronica da parte dell’azienda che ha innovato e reso popolare il computer come oggi lo intendiamo: la Commodore di Jack Tramiel. Impossibile però ritenersi soddisfatti da una ricostruzione delle vicende che prevede solo la versione di una parte dei protagonisti, cioè i fondatori e gli sviluppatori della Commodore; passano così in secondo piano le vicissitudini parallele della Atari, della Apple e della Microsoft, e come ben sappiamo queste ultime due si contenderanno il ruolo di protagonista nel mercato dei decenni successivi. Qui siamo a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta e Tramiel è soltanto un imprenditore visionario, la cui maggiore ambizione è quella di portare un calcolatore elettronico in ogni casa; il cavallo di Troia della situazione saranno i videogame, grazie ai quali la massa si affeziona e si fidelizza ai nuovi prodotti della Commodore, a partire dal piccolo ed economico Vic-20. Poco più di cento minuti di documentario, con qualche parte un po’ troppo prolissa e una strana propensione a ricordare continuamente l’appartenenza ebrea di Tramiel ogni volta che si parla di denaro e sfruttamento del lavoro per fini meramente speculativi (vaghi sospetti di antisemitismo, diciamo). Apprezzabile invece la colonna sonora a 8 bit di Zoe Blade. 4,5/10.

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