Dei tre guerci che creando quella spremuta di rape di Lost hanno rivoluzionato la socialità intorno all’esperienza televisiva, solo uno ha dimostrato di avere una certa attitudine e passione per il racconto televisivo.

Jeffrey Lieber, che per Lost ci aveva messo solo lo scheletro del soggetto, ha ringraziato il rappresentante sindacale che gli ha consentito di mantenere la paternità della creazione, ha incassato, ha continuato a scrivere a tempo perso sceneggiature per conto terzi e secondo me si è buttato sul mercato immobiliare investendo su diversi B&B di quelli con la serratura con il codice.

J. J. Abrams è diventato lo Spielberg che gli anni 2010 si meritano e produce tutto ciò che si può umanamente produrre al cinema, ma in tv ha solo dato un’altra spallata di culto con Fringe per poi diminuire drasticamente il suo coinvolgimento diretto nelle serie prodotte dalla sua compagnia.

Damon Lindelof, invece, ha prima fatto qualche danno al cinema (Cowboys & Aliens, Prometheus World War Z, Tomorrowland - Il mondo di domani) e poi ha preso la saggia decisione di tornare al piccolo schermo, inanellando una doppietta abbastanza leggendaria: The Leftovers e Watchmen. Questo per dire che quando esce quella nuova di Lindelof – si intitola Mrs. Davis ed è una roba che ti fa ululare di gioia da quanto è matta – è il caso di rizzare le antenne. Anche se esce su Peacock (il servizio di streaming associato a NBC) e per la distribuzione italiana ci sarà forse da pazientare, sicuramente da sperare in Sky e NOW.

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Mrs. Davis

Ora bisogna solo convincere gli amici nostrani del signor Murdoch a trasmettere una serie che fondamentalmente è un misto fra Indiana Jones, Sister Act, James Bond nel Casino Royale del ‘67, Grim Fandango e Rick and Morty. Che già detta così in molti sarebbero pronti a gridare al miracolo (avendo ragione). Ma si può fare ancora meglio. Si può dire che Mrs. Davis è ambientato in un 2023 alternativo, in cui l’algoritmo che dà il titolo alla serie si è evoluto a tal punto da ottenere la fiducia incondizionata della maggioranza bulgara degli esseri umani, che si affidano ciecamente a lei per qualsiasi esigenza. Tutti tranne alcuni rivoluzionari scappati di casa e una giovane suora di nome Simone, che guida felicemente il trattore nel suo sgangherato e remoto convento ai margini del deserto nel Nevada e quando può sale in sella al suo cavallo per praticare il suo passatempo preferito: dare la caccia ai prestidigitatori che truffano la gente con magate degne di una versione splatter di Ocean’s Eleven. Esatto.

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Mrs. Davis
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Mrs. Davis

A questo punto scopriamo che oltre a tutte le sue faccende da algoritmo, Mrs. Davis ha anche sviluppato una malsana ossessione per suor Simone e e per il suo assoluto rifiuto nei confronti della sua intelligenza artificiale, dunque cerca a tutti i costi di avvicinarla e ghermirla. Ma Simone è categorica: anni prima, quella sottospecie di computer le ha ucciso il padre e lei non ha la minima intenzione di darle corda, anche se tutto il resto del mondo ha le scalmane per chatGPT. Ma quando si ritrova scacciata dal suo convento e inseguita da un gruppo di tedeschi che minacciano di farle esplodere il cavallo e tentano di catturarla con un retino per farfalle gigante – esatto – la sorella decide di concedere udienza all’algoritmo.

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Mrs. Davis
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Mrs. Davis

Il patto tra le due è semplice: Mrs. Davis cesserà le sue attività computazionali e di manipolazione degli esseri umani nel momento in cui Simone troverà il sacro Graal e lo distruggerà. Esatto. Ah. C’è anche uno scienziato che ha passato gli ultimi dieci anni su un’isola deserta e non sa nulla di Mrs. Davis, ma fa una faccia enigmatica quando ne scopre l’esistenza dopo essere stato salvato. Non si sa bene cosa c’entri l’ex naufrago, ma ha costruito un missile di fuochi artificiali utilizzando i componenti chimici nella cacca degli animali, si chiama Arthur Schrodinger e ha un gatto. Esatto.

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Mrs. Davis

Le serie tv sono belle da guardare per tanti motivi, perché possono essere coinvolgenti, misteriose, possono stimolare l’empatia, sanno far ridere o sanno fare compagnia. Ma certe volte è anche bello divertirsi, e basta. Essere intrattenuti da una storia ben raccontata e realizzata in maniera altrettanto spensierata. Certe volte non c’è bisogno di tante sovrastrutture. Basta una suora a bordo di una moto da cross che fa finire il sidecar dei suoi torturatori tedeschi con l’accento Sturmtruppen in una poccia di cemento fresco. Il tutto mentre un’intelligenza artificiale onnipotente smuove mari e monti per convincerla a trovare il sacro Graal e distruggerlo. Alla fine siamo spettatori semplici. Oltre che ragazzə cattolicə che avrebbero continuato più che volentieri a spargere la novella del vangelo se la Betty Gilpin di Nurse Jackie e GLOW fosse stata la loro suora di riferimento. Se lo chiedi a me, Mrs. Davis è una piccola bomba che azzecca (almeno nel pilota) l’equilibrio perfetto fra avventura, umorismo – merito della co-creatrice Tara Hernandez, già sceneggiatrice di The Big Bang Theory e Young Sheldon – e una locura selvaggia che appare quasi trash nella sua esagerazione, ma in realtà nasconde un grosso amore per il cinema di exploitation.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.