Adesso che anche in Italia siamo finalmente sul pezzo a proposito di cringe – ne ha parlato la Crusca e persino Film Tv è entrata a gamba tesa sull’argomento – e abbiamo avuto qualche anno per elaborare il concetto e farlo macerare, è arrivato il momento di fare un ulteriore salto di qualità. È tempo di smettere di far finta che vada tutto bene, che basti una barzelletta raccontata alla grande per sollazzarci mentre fuori il mondo brucia e il genere umano è sempre più incomprensibile e lanciato in picchiata verso una spettacolare opera di autodistruzione. È ora di accogliere nelle nostre vite di italiani la maschera comica più bizzarra, inquietante, profonda e tragica in circolazione, l’unico capace di sintetizzare in maniera così plastica e plateale la piccineria dell’uomo e trasformarla in materiale comico talmente cringe da essere quasi filosofico. Abbracciamoci, stringiamoci forte e accettiamo tutti insieme la realtà: Tim Robinson non è più una chicca da statunitensi fuori di testa. Tim Robinson parla a tutti e di tutti.

Dopo anni di reclusione auto-imposta nel ghetto dorato di un genere di commedia, la sketch comedy, che fatica a varcare i confini nazionali – è stato membro del cast e autore di Saturday Night Live, per poi crearsi uno show tutto suo (di culto assoluto) intitolato I Think You Should Leave – Robinson si è emancipato con una felicissima esperienza cinematografica, purtroppo inedita in Italia, al fianco di Paul Rudd e Kate Mara (Friendship) e oggi ha ottenuto una serie tutta sua su HBO. The Chair Company è il compendio di una comicità bislacca e umanistica, che per la prima volta viene messa alla prova da una struttura narrativa ben più lunga di una scenetta di pochi minuti. Poteva essere un incidente in galleria. Una di quelle cose meta-cringe che ti fanno imbarazzare per interposta persona, tipo Lollobrigida che tenta di arrivare vivo alla fine di una conferenza stampa. Ma se il resto delle 7 puntate di The Chair Company vale anche solo un settimo del suo episodio pilota, allora abbiamo fra le mani un piccolo capolavoro senza precedenti nel suo genere, un assurdo mix fra un thriller paranoico anni ‘70 e un distillato di cringe all’ennesima potenza.

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The Chair Company

William Ronald Trosper, per tutti Ron, è un project manager di mezza età che, nonostante gli inciampi del passato – tipo quando si è messo in aspettativa un anno per tentare di lanciare un business di noleggio jeep per vacanze all’insegna dell’avventura nel cuore delle campagne dell’Ohio – vive la miglior vita possibile secondo i dettami del sogno americano. Ha una figlia felice e ben inquadrata che si sta per sposare. Ha un figlio stella del basket liceale locale che viene conteso dalle migliori università del paese. Ha una moglie che lo adora e lo supporta. E soprattutto ha successo sul lavoro, dove è stato investito del ruolo di responsabile in un progetto di fondamentale importanza per la sua azienda, ovvero la costruzione di un grande centro commerciale a Canton, sempre nell’Ohio.

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The Chair Company

Nessuno – tantomeno il diretto interessato – può avere contezza del fatto che Ron sia a una lievissima spintarella di distanza dall’orlo di un baratro che scende a spirale fino alle zolfatare più impestate dell’inferno. E invece la questione va riformulata immediatamente. Tutti – compreso il diretto interessato – ci teniamo insieme con lo sputo e facciamo finta che vada tutto bene, quando in realtà basta solo il giusto allineamento astrale per perdere il controllo e convincersi che un’azienda produttrice di sedie da ufficio stia cospirando per rovinarci la vita e renderci ridicoli di fronte a colleghi, parenti e conoscenti. Ron ha appena tenuto il discorso pubblico più importante della sua carriera per presentare il progetto del centro commerciale e se l’è cavata ottimamente. Tutto è sotto controllo.

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The Chair Company

Una volta tornato al suo posto, tuttavia, la sedia implode sotto il suo peso mandandolo gambe all’aria di fronte a tutti. Una persona migliore e meno insicura di Ron (e di me e di te e di chiunque non sia protagonista di una favola) l’avrebbe presa sul ridere e se ne sarebbe dimenticata nel giro di qualche minuto. Per Trosper, invece, la figuraccia incolpevole diventa il catalizzatore su cui sfogare ogni singola frustrazione repressa che la vita adulta ci insegna a soffocare. Anche se è costretto a mettere a rischio il suo lavoro e la sua famiglia, Ron andrà fino in fondo e scoprirà chi c’è dietro all’umiliazione che ha dovuto subire, ingigantendo fino all’inverosimile un banalissimo incidente, dirottando la sua intera esistenza e quella di chi gli sta attorno pur di andare in fondo alla questione. Con risultati tanto esilaranti quanto devastanti.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per Film Tv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina The Chair Company

The Chair Company

Commedia - USA 2025 - durata 32’

Titolo originale: The Chair Company

Con Zuleyma Guevara, Simon Pearl, Eileen Noonan, Moonie Fishburn, Regina Ohashi, Gary Simpson