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ATTORI, OGGI. Volti dell'immaginario Anni Zero.
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ATTORI, OGGI. Volti dell'immaginario Anni Zero.

Che differenza c’è tra i nati alla fine degli anni ’70 e quelli nati nei primi anni ’90? Non ci sono solo più di dieci anni di età a fare la differenza. I ragazzi nati tra la fine dei ’70 e la fine degli ’80 nascono da uomini e donne che hanno vissuto nel bene o nel male gli anni della contestazione, i ’60 e i ’70. Per la maggior parte di estrazione umile o contadina, hanno vissuto in privazione per poi conoscere, anche grazie al boom economico, la stabilità economica e il benessere attraverso i sacrifici, i risparmi, oculatezza e sobrietà. I loro figli sono concreti, per lo più con i piedi ben piantati per terra e a parte i casi di geni sregolati o pecore nere sono ragazzi pratici, rustici, legati ancora alle piccole cose, con un forte e vivo senso della famiglia, degli amici e della propria terra.

Le cose cambiano con gli anni ’90. Non cambiano tanto le storie dei genitori, ma sono le esigenze del presenze a mutare la società. Per i nati in questo decennio avere dieci anni nel 2000, a internet ormai sdoganato, significa poter accedere al mondo senza più filtri di nessun tipo. A poco serviranno famiglia e scuola: gli adolescenti del 2000 anticipano i tempi e le esperienze. Tutte le loro tensioni, le euforie e i disagi di tipo sessuale, identitario, religioso e politico trovano nell’accesso indiscriminato alla rete una fonte sregolata di modelli di riferimento. Modelli virtuali, non esperienziali, fittizi e ludici. L’autoreferenzialità dei nati dagli anni ’90 in poi, il “teen-power”, complice lo sterile disprezzo per tutto ciò che è “over”, è causa di un corto circuito relazione e di calibrazione dei rapporti e delle distanze con il mondo oltre che la perdita del modello adulto di riferimento.

Inoltre, i successivi anni zero sono gli anni di codificazione delle nuove estetiche e delle nuove sensibilità. Il culto per l’immagine perfetta di sé come biglietto da visita sociale è il preludio per la prostituzione del proprio corpo come strumento di arrivismo e imposizione sociale. Sottomissione e umiliazione, “io sono io e tu non sei un cazzo di nessuno”, diventano le pratiche e lo slogan della società sclerotizzata in corsa verso l’accumulo inutile di ricchezza, consensi pubblici, bagni di folla, posting e sharing compulsivi sui vari social network. Altro che i nostalgici 15 minuti di notorietà alla Andy Warhol: oggi la celebrity è una patologia socialmente pericolosa di matrice terroristica.

Attraverso disvalori come l’illegalità, la prostituzione, il gangsterismo, il bullismo, l’affiliazione mafioso-massonica e l’integralismo nazional-cattolico gli adolescenti e i giovani del terzo millennio reagiscono con arroganza ai valori, agli ideali e all’etica che se praticati distruggerebbero il loro mondo fatto di soli involucri, vizi, lusso e niente più. Noia, inettitudine e inanità sono le caratteristiche strutturali della coscienza giovanile del terzo millennio.

Non si può e non si deve mai generalizzare, ma il ritratto che esce dai media e dal mondo artistico-creativo è quello di una generazione veloce, autocombustibile, che si frega e si brucia da sola. Una online-generation perpetuamente in linea, connessa con il mondo, ma non con se stessa, e comunque non attraverso il mezzo reale della verità fisica. La fisicità è tutta nel culto del corpo perfetto, della bellezza esteriore e del sesso facile, inteso più come una sfida trasgressiva indolore che una totalizzante, fisica e naturale esperienza sensibile.

Per i nativi digitali, invece, i bebè di oggi, i nati dopo il 2010, ogni previsione è impossibile, ma se l’involuzione del progresso non ci riserva qualche sorpresa regressiva, ci ritroveremo davanti a corpi sempre più omologati, standardizzati, tutti uguali, belli, perfetti, androgini, vacui e senza emozioni che in ogni campo della vita, compreso quello artistico, non riusciranno a produrre nulla di nuovo e di originale, nulla di lontanamente emozionante, nulla che possa rappresentare la vita e raccontarla.

Già oggi si vede una certa differenza tra artisti nati tra la fine degli anni settanta e ottanta e quelli nati successivamente, dai novanta i su. Più concreti, materici e saggi i primi, con tutti i limiti di una generazione che vive la peggior crisi economica, sociale e politica del novecento; più aggressivi, estetici, arroganti e consumistici i secondi. Va sempre tenuto conto che non bisogna generalizzare e che forse questi “involucri” sono solo la minoranza dei giovani del terzo millennio e che la maggioranza silenziosa è ancora in stretto rapporto con la generazione precedente.

Puoi essere bello, giovane e fisicamente perfetto a vent’anni e fare tanti film sempre a petto nudo, ma se non vali nulla a trent’anni non sarai più nessuno e ci si ricorderà solo del tuo perizoma in primo piano.

Questa amara diagnosi-previsione con chiosa cattivista, per nulla supportata da studi sociologici o pedagogici, mi serve per parlare di una generazione di attori, molti dei quali discreti, qualcuno completo e una mezza dozzina perfetti, che forse potrebbe essere l’ultima grande generazione di vecchia scuola.

Fino alla ottava posizione la playlist è organizzata secondo il grado di stima e affetto che ho per certi attori di questa generazione – senior-generation? 80-generation? Attori più o meno miei coetanei, che hanno saputo affascinarmi e coinvolgermi, forse più sul piano emotivo che identitario. Ormai, grazie agli attori, ai cantanti e agli atleti dell’adolescenza, i giochi son fatti e se qualche nuovo personaggio fa breccia nei nostri cuori va giusto ad inserirsi in una rassegna di figure immortali di cui idealmente ne hanno sempre fatto parte.

Successivamente, sono elencati in ordine di nascita quelli di loro che, anche se discontinui o non sempre incisivi, credo stiano  innervando l’immaginario cinematografico contemporaneo e spero saranno i volti cardine, maturi e coscienti, del cinema del futuro.

Link. A questa playlist, che riunisce attori angloamericani, spagnoli e italiani, sono abbinati altri post che consiglio per completezza e che si focalizzano meglio sui singoli attori o per area tematica. Lascio anche altri link di mie vecchie playlist in cui mettevo in fila le attrici, italiane e non, che mi hanno fatto davvero perdere il senso delle cose. Ovviamente, un maschio si riconosce meglio in un maschio e una femmina in una femmina, ma ci sono attrici che per grazia, bellezza e bravura non posso non applaudire e, purtroppo, solo sognare.

Ecco i link utili:

//www.filmtv.it/playlist/683332/new-villain-hero

//www.filmtv.it/post/21962/yon-gonzalez-l-attore-alfa

//www.filmtv.it/post/30601/non-chiamatelo-romeo-martino-rivas-l-attore-no-romantico

//www.filmtv.it/post/29194/son-espanoles-la-generacion-del-9

//www.filmtv.it/playlist/685242/eastwood-hackman-e-altri-bastardi

//www.filmtv.it/playlist/50241/amanda-seyfried-la-gatta-sul-tetto-che-turba

//www.filmtv.it/playlist/49393/a-girl-to-die-for

//www.filmtv.it/playlist/48810/spudorate-belle-sexy-e-brave

//www.filmtv.it/post/22176/amanda-seyfried-e-il-corpo-femminile

 

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