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Innamorati pazzi

Regia di Mel Damski vedi scheda film

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La recensione su Innamorati pazzi

di kubritch
4 stelle

Ho sempre fantasticato che se avessi tenuto una lezione di cinema avrei cominciato mostrando un brutto film, anziché un capolavoro, per poi decostruirlo nelle sue parti elementari. Così, tra le altre cose, avrei messo in chiaro il mio punto di vista estetico-politico. Ecco questo è un film che si presta alla perfezione. Non che sia proprio un brutto film ma è insignificante, un prodotto standard dell'industria cinematografica statunitense con intenti oculatamente pedagogici. Il film finisce con la frase: " Alex e Chris finirono la scuola. Ora vivono a New York City nella 49a strada in 'Hell's Kitchen ' ". Si presta anche per una disamina sulla società Statunitense, buona per scongiurare il rischio di imitazione all'amercicana, che genera prodotti di qualità inferiore all'originale in quanto in Italia  e in Europa non viviamo come negli States. Può essere un buon punto di partenza per parlare di cinema perché gli americani sono in genere molto rigorosi nella forma, dal punto di vista tecnico e tecnologico, scientifici. Il compito è svolto nel massimo della pulizia solastica. Hanno un alto senso della responsabilità lavorativa. Per cui anche se dicono cazzate le dicono con tutte le cose a posto loro. Anche questo è un film sintaticamente ineccepibile, senza sbavature. Spaccano il cronometro. Sanno perfettamente tutti i tempi della sequenza e delle scene per rendere appetibile un prodotto audiovisivo. La loro finalità non è restituire la realtà così com'è ma persuadere che la realtà sia quella cosa lì che si vede sullo schermo. Si preoccupano di sedurre il pubblico e convincerlo a riconoscersi, ad immedesimarsi, come si dice in gergo, per incorniciare le proprie esperienze di vita in quel quadretto dai colori ottimistici rosa/azzurro. Il lavoro degli impiegati dell'industria consiste nel mostrarci il bello delle convenzioni e della società delle merci naturalmente. Come mai si preoccupino di convincerci lo lascio alla vostra libera riflessione. Le magagne si notano se uno riesce ad uscir fuori dall'opera di seduzione - a cui contribuisce anche la scelta di bei volti simpatici. 'Happy together' è infarcito di carinerie, sentimentalismi e romanticismi. Per compensazione - ciò che si dà alla vista ha sempre una faccia occulta, o in ellissi - mi fa pensare alle preoccupazioni sociali riguardanti i ragazzi che lasciano la famiglia per andare a vivere nei college, che sono cittadelle abitate da soli studenti e docenti. Cose molto lontane dalla realtà italiana. Pare che in quei luoghi succeda di tutto e di più, allora un po' per rassicurare i genitori e un po' per indirizzare i ragazzi fanno film, come questo, che rappresentano una generazione di figli vivace, grintosa ma pur sempre inquadrata, borghesizzata. Per incidere sul modo di vivere dei cittadini bisogna saper adoperare i mezzi audiovisivi e da quando è finita la fase pionieristica del cinema la classe dirigente politica se ne è appropriato per veicolare i propri messaggi. Questo è il pericolo del virus della dittatura oggi, che ha trovato nuove forme più nascoste, più invisibili, per influenzare le coscienze. Nessuno accetterebbe un nuovo Hitler o un nuovo Mussolini con la sua retorica, le sue pose la sua maschera e la sua messainscena. Oggi il dittatore ha facce molteplici, bei volti presi a prestito nei vari casting. Consumismo dei corpi. La verità non si può mai completamente occultare. Tuttavia, bisogna saperla riconoscere. E ciò richiede una fatica psicologica (intellettuale e spirituale) che la maggior parte delle persone rifiuta e spesso a tal punto da ritenerla una cosa superflua. Si sta tanto bene a ignorare le cose. Chi analizza troppo è di solito trattato come un romipicojoni. Come darli torto. Alla resistenza non c'è mai fine. Le catene piacciono. La gente desidera essere ingannata. Prendendo ad esempio questo film, ci sono tanti momenti un po' surreali, come quelli del ragazzo con il manichino, che stonano col tono tendenzialmente realista della rappresentazione in generale. Quelle gags starebbero bene in un film dei fratelli Marx - e questo mi darebbe l'occasione di parlarne - ma in un film del genere proprio fanno a cazzotti. Poi c'è la logica americana della citazione dotta: vedi i poster di Marcel Morceau sempre in vista o dei vari musical che dovrebbero dare un'aura di cultura evidentemente a qualche palato un po' più esigente, a qualche universitario. Boh. Il solito Shakespeare rivisitato nel finale. Personaggi convenzionali da immaginario collettivo. Scazzottata risolutiva che non può mancare perché le mazzate fanno sempre bene e fanno tanto maschio che difende la propria bella. Insomma una sequenza di conformismi presentati come se si trattasse al contrario di roba fresca, giovanilistica e al limite della morale. Niente di più falso e disonesto.

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