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Aloys

Regia di Tobias Nölle vedi scheda film

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La recensione su Aloys

di leporello
8 stelle

   Film magnetico ed estraniante, giocato e girato su una pluralità di livelli dei quali una "reale" o anche solo ragionevole catalogazione non ci sarà mai dato conoscere. Punto di forza (questo) che potrebbe anche diventare un limite laddove, partendo da un registro secco, asciutto, quasi asettico di questo investigatore privato silenzionso come il vento e invisibile come un gatto, il film raggiunge poi una durata di per sè non esagerata, ma che rischia di mandare in testa-coda quest'infinito inseguirsi e doppiarsi di situazioni iperboliche, (im)possibili o (in)create dalla mente e vitalizzate (inventate?) dal suono di una voce sconosciuta all'altro capo del telefono.


    Film comunque molto interessante, ricco di atmosfera (ottimo l'accomapgnamento musicale estremamente "riflessivo"), in cui la regia di Tobias Nölle si sbizzarrisce con sobrietà tutta svizzera a snocciolare una galleria di immagini e flash floro/faunistici insaporiti di una salsa onirica mai banale (anche se, come già detto, forse un po' prolissa) che non rifugge un (sempre molto svizzero) appena accennato ricorso al grottesco/paradossale, condita riccamente con monologhi in forma di dialoghi (temi classici: la solitudine, l'isolamento, la morte, la necessità di rifuggire dal reale) sempre molto profondi e intelligenti.

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