Regia di Frédéric Beigbeder vedi scheda film
La commedia sentimentale francese è in genere vincente e scontatamente ben accetta al pubblico italiano, almeno una buona fetta consolidata della quale faccio parte. Questo titolo "L'amore dura tre anni" aveva ricevuto ampi consensi come romanzo nel 1997, per cui è stato naturale che il suo autore Frederic Beigbeder l'abbia trasportatato in cinema quando, da critico letterario, scrittore, pubblicitario e editore ha voluto fare il salto nella regia cinematografica. L'operazione non è stata però molto semplice e fluida, perchè il cartaceo trapela un po' troppo nei dialoghi e, nei fatti e nelle immagini, e la trasformazione di un cinico teorico sulla durevolezza dell'amore, con un buon pizzico di misoginia, si avverte un po' forzata. La metamorfosi del maldicente dell'amore in entusiasta dello stesso, al punto di farsi travolgere dalla passione non convince molto e il protagonista perlomeno si merita le numerose, più o meno buffe, traversie che dovrà superare dopo la scoperta della sua identità come autore del famigerato libro, da parte dell'amata. Dolci reminiscenze sollecitate dalla musica di Michel Legrand, la bellezza e la bravura di Louise Bourgoin, di Gaspard Proust e di tutti comprimari ammorbidiscono i sassolini che si avvertono in qualche punto e accentuano il lato ironico e sentimentale , per la verità inizialmente non troppo convincente.
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