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Le tentazioni di Cristina

Regia di Francis Leroi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le tentazioni di Cristina

di undying
6 stelle

A un passo dell'hard, genere nel quale approda con il successivo lavoro, Francis Leroi realizza un erotico dal contenuto iconoclasta. I nudi della sensuale Rosa Fumetto (diventata simbolo di un'epoca in cui l'erotismo approda anche in televisione, nel sexy varietà "Il cappello sulle ventitré") contrastano con una racconto moralista e a lieto fine.

 

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Alp d'Huez (Francia). Marianne/Cristina (Rosa Fumetto) abita, assieme ai genitori, in una stazione sciistica. È fidanzata con Marc (Gilles Signard), ma la monotonia indotta dal modesto stile di vita nel villaggio e gli atteggiamenti poco graziosi del suo ragazzo, la rendono inquieta e infelice. L'occasione di uscire da quella situazione stagnante le capita quando incontra due giovani, tra i quali Bob (Bob Asklöf), un imprenditore edile che si spaccia per fotografo. Pian piano Marianne si lascia convincere a seguirlo, abbandona Marc e si trasferisce a vivere a Parigi, posando nuda come modella per alcuni servizi fotografici. Presto però, la situazione si fa ambigua, dato che il nuovo fidanzato la coinvolge in rapporti promiscui, facendola accoppiare, in gruppo, con amici e colleghi di lavoro.

 

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Le tentazioni di Cristina: Rosa Fumetto e Bob Asklöf

 

Les tentations de Marianne (nella versione italiana, la protagonista muta nome in Cristina) è un erotico spinto, ben diretto da Francis Leroi (1942 - 2002), in un momento di transizione che lo vede compiere lo stesso percorso artistico del connazionale José Bénazéraf. La pellicola è infatti a un passo dell'hard (non a caso produce Jean-François Davy) genere nel quale, a partire dal successivo lavoro (I piaceri solitari, 1976), il regista si specializza sino a fine carriera, per tornare all'erotico patinato solo a cavallo degli anni Ottanta/Novanta, dirigendo i seguiti della serie "Emmanuelle". Le tentazioni di Cristina oltralpe finisce nella rete della censura, che impone oltre sei minuti di tagli in occasione di due momenti probabilmente epliciti: durante la lunga scena di un esibizionista che pone il membro nelle mani (e poi in bocca) alle donne presenti, tra le quali anche la Fumetto (qui agli esordi davanti alla macchina da presa), e nell'orgia conclusiva, brutalmente interrotta. Il film, girato tra Parigi e la suggestiva località sciistica l'Alpe d'Huez, reso scorrevole dalla delicata colonna sonora di Serge Kaufman, è molto ben fotografato da Jean Gonnet, nonché recitato con convinzione dall'italiana Rosa Fumetto (all'anagrafe Patrizia Novarini, accreditata nel film come Patricia Novarini), all'epoca bellissima ventiseienne priva di alcun pudore, destinata in seguito a diventare celebre, più che come attrice, per i suoi spettacoli di spogliarello al "Crazy Horse" parigino o per il piccante varietà sexy Il cappello sulle ventitré, trasmesso a metà degli anni Ottanta su Rai 2 in seconda serata. Una bellezza ideale per interpretare un'opera in cui il nudo, in maniera pionieristica (primi anni Settanta), inizia ad essere ritratto sotto i riflettori della "luce rossa".

 

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Al pari di alcuni lavori firmati dal citato Bénazéraf, Leroi (anche autore della sceneggiatura) manifesta interesse non solo alla forma, quanto soprattutto al contenuto. Motivo per cui la pellicola, al di là dell'efficace erotismo, trasmette anche un messaggio importante, sottolineato da un finale che riconduce la protagonista tra le braccia del primo fidanzato, solo però dopo aver versato qualche lacrima di disperazione. Il legame sentimentale, la fedeltà, il rispetto dei genitori, traditi dal comportamento libertino e dissoluto da una figlia in cerca di facili emozioni, tornano prepotentemente a farsi valere. Leroi ci ricorda, in un curioso ossimoro (cinema erotico, al servizio di un moralismo radicale), il celebre detto: "chi non ha peccato, scagli la prima pietra". L'importante è trarre la giusta lezione dagli errori, inevitabili, che si compiono per inesperienza in giovane età. Del film, attualmente irreperibile in lingua italiana, circolano in rete due diversi manifesti dei quali uno (con titolo alternativo Le erotiche tentazioni di Cristina) sembrerebbe essere riferito a una distribuzione hardcore.

 

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Curiosità 

 

"Roberta", una famosa linea di intimo femminile, negli anni Ottanta, si fece notare per manifesti pubblicitari particolarmente suggestivi, di certo non passati inosservati. L'anonima modella, ritratta di schiena, era Rosa Fumetto.

 

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Le tentazioni di Cristina: Rosa Fumetto 

 

Visto censura [1]

 

Le tentazioni di Cristina ottiene nulla osta n. 62692 in data 07/07/1973.

Una seconda revisione (copia forse circolata come hard?), datata 07/01/1981, rinnova il v.c. dopo che la distribuzione ha apportato i tagli richiesti, consistenti "nell'abbreviazione della scena dell'orgia in casa dell'industriale ed  eliminazione delle sequenze in cui la padrona di casa e Cristina appaiono con il pube scoperto."

 

Dal verbale allegato al visto censura:

"La Commissione esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico, con il divieto di visione per i minori degli anni 18. Tale divieto è motivato dalla trama imperniata sulla storia di una giovane che finisce per dedicarsi alla prostituzione e da singole scene di nudo ed accoppiamenti carnali."

 

Metri di pellicola dichiarati: 2386 (circa 87'30").

 

 

NOTA

 

[1] Dal sito "Italia Taglia".

 

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Le tentazioni di Cristina: Rosa Fumetto 

 

"La grande seduttrice fa sentire l'uomo importante, desiderabile, unico. Ma non basta. Lo stimola con l'abbigliamento, i gesti e il sottile gioco dello scoprirsi e del coprirsi. Poiché l'erotismo maschile è visivo, più che comunicargli emozioni, gli evoca immagini."

(Francesco Alberoni)

 

Intervista a Rosa Fumetto ("Il cappello sulle ventitré", 1986)

 

F.P. 04/07/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 89'12")

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