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Fratelli di sangue

Regia di Davide Sordella vedi scheda film

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La recensione su Fratelli di sangue

di ondecorte
6 stelle

Dopo dieci anni a Londra, Sergio (Fabrizio Gifuni) torna nella casa d'infanzia con la propria famiglia per trascorrere il Natale in compagnia del fratello Roberto (Fabrizio Rongione) e della sorellastra Lella (una sfolgorante Barbora Bobulova).

Mentre la moglie e i bambini preparano il pranzo, il giovane scende in cantina dove Roberto sta ascoltando una diretta radiofonica di insulti. La bieca luce del sottoscala illumina solo i loro volti lasciando il resto del profilmico in una lugubre ambiguità: archi di pietra, botti di vino, grosse valigie, pupazzi, carillon.

Per gioco, Roberto telefona alla trasmissione e comincia a raccontare inquietanti dettagli familiari cercando di coinvolgere Sergio. Dapprima contrario, il ragazzo accetta la sfida, ma "l'innocente" partita si trasforma in un drammatico confronto. L'arrivo di Lella costringerà Sergio a confessare un torbido passato.

Saggio di diploma alla London International Film School, l'esordio di Davide Sordella si divide in due parti: la prima - molto bella - di chiara impronta teatrale, la seconda più confusa e convenzionale. La severa disciplina imposta agli attori, obbligati a vivere nella casa due mesi prima dell'inizio delle riprese, rende un'impressionante aderenza tra corpi e spazio: la fluidità dei movimenti nella cupa scenografia esalta l'enfatica recitazione.

Con il progressivo svelamento della trama, la macchina da presa si libera di questo impegnativo artificio sostituendo i raggelanti piani fissi con movimenti assai più canonici. Accompagnata da un'invadente colonna sonora, la sceneggiatura si adegua all'infelice cambio di registro perdendo il fascino cerebrale di quella spettrale messa in scena. Imboccata una dubbia strada psicanalitica, il film si sbriciola con un certo rammarico

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