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I pirati di Silicon Valley

Regia di Martyn Burke vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I pirati di Silicon Valley

di axe
6 stelle

Nella seconda metà degli anni '70 nacquero la Apple e la Microsoft, società destinate a fare, nel bene e nel male, la storia dell'informatica. Ciascuna di esse si sviluppava secondo le volontà dei rispettivi fondatori, Steve Jobs e Bill Gates. Il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak e l'amico ed assistente di Bill Gates, Steve Ballmer, sono i narratori, i quali sovente intervengono con descrizioni per aiutare lo spettatore nella comprensione di eventi che potrebbero essere non chiari per i non "addetti ai lavori". Il periodo d'ambientazione è la decade a cavallo tra gli anni '70 ed '80, anni durante i quali i calcolatori elettronici smisero di essere strumenti ad esclusiva disposizione di enti, istituzioni, grandi aziende e si diffusero, anche grazie alle azioni delle società "protagoniste", tra le persone comuni, le quali furono in grado di farne uso a casa, nei piccoli uffici, nelle scuole; è il primo passo dell'"informatizzazione di massa". Il film è stato prodotto per la TV ed è diretto dal regista canadese Martyn Burke. I personaggi di Bill Gates e Steve Jobs, interpretati rispettivamente da Anthony Michael Hall e Noah Wyle, godono di particolare attenzione. Il primo è descritto come un giovinotto, sciatto nell'abbigliamento e nello stile di vita, a dispetto della fervida curiosità e della prontezza della sua mente, sempre sotto intenso sforzo, tanto per "creare" - generando personalmente il codice inserito nella macchina - quanto per ottenere il massimo rendimento dal proprio lavoro ... e da quello altrui. Bill Gates è, in giovinezza, amante del rischio. Accanito giocatore di poker e pilota spericolato della propria Porsche, non mancava di spregiudicatezza nella conduzione degli affari. Era in grado di cogliere le occasioni, che sfruttava applicando, previo miglioramento, soluzioni concepite da altri. Fortuna, scaltrezza, intuito, portarono uno sconosciuto e grezzo sistema operativo chiamato QDos ad essere venduto ed installato, previa acquisizione da parte di Microsoft, sui "microcomputer" che la IBM fu costretta, molto rapidamente, a commercializzare per contrastare il successo di Apple e delle altre aziende produttrici di macchine con il medesimo target. Fu il PC-DOS; una versione leggermente modificata dello stesso, il MS-DOS, finì negli innumerevoli computer "compatibili" con la macchina IBM, genericamente chiamata ... PC. Bill Gates entrò in diretta competizione con Steve Jobs; il giovane californiano condivideva con Steve Wozniak la vita in un classico contesto studentesco dell'epoca; visse la contestazione giovanile, il misticismo; fu esposto a stimoli culturali di ogni sorta. Condivise, altresì, con l'amico e compagno di studi le molteplici istanze volte a rendere gli strumenti informatici disponibili per tutti. Mentre, tuttavia, il primo, non perse mai di vista tale obiettivo, lasciando in secondo piano i risvolti connessi ai vantaggi economici ed al successo personale, Steve Jobs fu preda di intensa ambizione, volta a conseguire il miglior risultato possibile dalla propria attività, e si comportò di conseguenza. Cambiò stile di vita, abbigliamento; non esitò a maltrattare i propri dipendenti; blandì la concorrenza; coccolò la clientela. Il film racconta anche dettagli di vita privata dell'imprenditore. Ebbe una figlia che non riconobbe immediatamente; la storia racconta del controverso rapporto tra Steve e la madre della bimba, Lisa, il cui nome fu dato ad un computer, antesignano del primo Macintosh. Non è, invece, detto molto della vita privata di Bill Gates ... Perchè non era un qualcosa di particolarmente interessante o curioso ! Il racconto non scende in tecnicismi; appaiono, nei circa novanta minuti di film, diverse tra le macchine dell'epoca; il Mits Altair 8800, l'Apple I, il Lisa, l'Apple II, il Macintosh, il PC IBM ... e la piattaforma concepita dai ricercatori dipendenti da Xerox, le idee dei quali ispirarono sia Apple, sia Microsoft nello sviluppo delle interfacce grafiche "punta e clicca", in grado di semplificare enormemente l'interazione uomo-macchina. Il racconto pone in evidenza la distanza tra il "vecchio" - management IBM, legato al dress-code ed alle rendite di posizione, incapace di comprendere da subito l'importanza del microcomputer; management Xerox, mostrato mentre osserva con malcelato disprezzo un oggetto chiamato "mouse" - e "nuovo" - Steve Jobs, alla costante ed insoddisfatta ricerca della perfezione; Bill Gates, la cui strategia consisteva nell'offrire prodotti decenti ad una clientela quanto più vasta possibile; i molti altri imprenditori, ingegneri, investitori, programmatori che s'impegnavano, con risultati alterni ma tanto coraggio, nel promuovere tecnologie destinate a modificare nel profondi la vita lavorativa e privata di tutti. Sono costoro, i "pirati" della Silicon Valley, luogo che fu la tradizionale culla dello sviluppo delle tecnologie connesse alla moderna informatica; dalla passione di pochi è nato il business di molti, rompendo equilibri all'apparenza ben consolidati. Il ritmo del film è sostenuto ed il tono prevalente, anche grazie agli intermezzi degli interpreti di Wozniak e Ballmer, quello della commedia. L'epilogo, saltando diversi lustri, mostra Apple in grave difficoltà finanziaria; da poco era tornato alla guida della società, forte dell'esperienza in NeXT e Pixar e pieno di idee per il rilancio, che, come sappiamo, ci fu, Steve Jobs. La Microsoft di Bill Gates offrì, in tale frangente, un aiuto. Il film non rispetta fino in fondo la realtà dei fatti; racconta come personale un confronto che in realtà ci fu, ma ebbe luogo a distanza, e si consumò gradualmente. La Microsoft ed Apple erano diverse per gestione, offerta di prodotti, clientela-tipo; prosperarono - e prosperano - entrambe, tra alti e bassi; l'una ha aiutato l'altra, anche indirettamente, poichè prodotti e tecniche di Apple hanno influenzato Microsoft, e viceversa. Ho comunque apprezzato la ricostruzione proposta, di gradevole visione in primis per chi ha interesse nell'argomento, ha vissuto o si è documentato a proposito di quell'epoca di "pionieri"; L'ottimistico spirito dei tempi è reso con efficacia. Per chi fosse comunque curioso, non sconsiglio la visione. Ma la comprensione di qualche passaggio potrebbe essere ostica.

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