1977. Nella camera da letto del dottor Josef Klemperer si agitano gli ultimi furori del remake di Suspiria, diretto da Luca Guadagnino: l’anziano psicologo è in pigiama, in procinto di dormire, assistito dalla sua governante, dimentico del Sabba stregonesco in cui era stato quasi sacrificato poche ore prima. La camera di Guadagnino si sposta a schiaffo sulla porta di ingresso della camera e compare lei, Susie Bannion, in realtà Mater Suspiriorum, con un’intenzione ben precisa, quella di rimuovere la Storia dalla memoria del dottore, come ultima consolazione.
La prima cosa che fa è rivelargli com’è morta la moglie, Anke Meier, scomparsa trent’anni addietro alla fine della Guerra. Assiderata in un campo di concentramento, condannata da dei generali nazisti, e per estensione dal Reich tutto. Quello a cui Anke pensava, al momento di morire, era solo lui, Josef, e alla prima volta che lui le aveva tenuto la mano.
Al pianto di Josef Mater Suspiriorum risponde poggiandogli una mano sulla guancia, pronunciando i nomi della moglie defunta e di altre danzatrici dell’Accademia di Berlino dove le streghe stavano per ucciderlo. Serve che lui si dimentichi di “tutte le donne della sua rovina”, perché “la Colpa serve, e anche la Vergogna, ma non la sua”.
Il finale di Suspiria concentra su di sé molte delle doppiezze più ambigue del film. Sono bivi scatenati dalla stessa messa in scena di Guadagnino: la sequenza dell’entusiastico primo ballo di Susie che è anche la tortura e l’uccisione della ballerina Olga; la sequenza del dialogo notturno fra Susie e la Madame Blanc di Tilda Swinton, uno scambio che è la combinazione di un corteggiamento e di un reclutamento; la sequenza stessa del Sabba, nei due schieramenti di Madre Markos e Madame Blanc ai due rispettivi lati della sala del rito dionisiaco. Tutti questi doppi tornano nel finale, dove la singolarità dell’individuo e la necessità collettiva della Storia (o del Mito) tornano a scontrarsi.
La rimozione della memoria di Klemperer dimostra come la Storia in Suspiria sia manipolazione di memoria, sia dimenticare per non soffrire e allo stesso tempo dimenticare per reiterare il Male. Mater Suspiriorum ha ucciso Madre Markos e ha fatto rivivere Madame Blanc, che Madre Markos aveva ucciso pochi attimi prima; l’Accademia di Danza dovrà rimanere così com’è senza che Klemperer si intrometta e riveli al mondo i suoi oscuri abissi; la Storia, fuori dall’Accademia, dovrà continuare con i suoi modelli e i suoi inganni quotidiani, con le sue spaccature (e doppiezze) e con le sue reiterate violenze. A costo che Klemperer rimuova dalla memoria insieme ai segreti dell’Accademia anche i suoi ricordi più cari della moglie, perché il mondo e il singolo sono inesorabilmente connessi e la Storia è sempre il sacrificio del singolo per un Male supremo.
Il gesto del paranormale non fa chiarezza, in Suspiria, ma complotta alle spalle della Storia manovrandola. La terrà sempre in uno stato di duplicità, come il cuore dell’immagine finale, quello che gli amanti Josef e Anke avevano tracciato sullo spigolo esterno di una casa, su due pareti consecutive ma per sempre incapaci di guardarsi.
Il film
Suspiria
Horror - Italia, USA 2018 - durata 152’
Titolo originale: Suspiria
Regia: Luca Guadagnino
Con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Chloë Grace Moretz, Jessica Harper, Sylvie Testud
Al cinema: Uscita in Italia il 01/01/2019
in streaming: su Amazon Prime Video Google Play Movies Rakuten TV Apple TV Timvision
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