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Chi ha rapito Jerry Calà?

Regia di Jerry Calà vedi scheda film

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La recensione su Chi ha rapito Jerry Calà?

di mm40
3 stelle

Jerry Calà sta per entrare in scena per una serata in un locale, quando sparisce nel nulla. Un comico fallilto, due suoi amici e una bella ragazza senza arte né parte hanno deciso di rapirlo. Lo portano in un villino in una zona abbandonata, mentre la notizia della scomparsa dell'attore si diffonde. Gli improvvisati delinquenti chiedono il riscatto, ma Jerry intanto riesce a fuggire...


L'autoironia non è dote per tutti e Jerry Calà dimostra di essere un maestro di tale disciplina: tanto di cappello, anche se al netto di tutte le belle cose che se ne possono eventualmente dire, questo film è e rimane una roba sostanzialmente inguardabile. Recitazione zoppicante, trama arruffata, fotografia approssimativa, regia discutibile: difficile capire da dove cominciare nell'enumerare i difetti del lavoro; si può apprezzare se non altro l'idea di fondo di creare una 'mitologia di Jerry Calà', al servizio della quale vanno la maggior parte delle gag e delle battute, ma al di là di questo nella pellicola è arduo trovare qualcosa di interessante. Le comparsate, forse quelle, degli amici del regista e sceneggiatore (insieme a Edoardo Bechis) che gentilmente si sono prestati a partecipare in altrettanti camei: Umberto Smaila, Mara Venier (con Elisabetta Ferracini), Maurizio Casagrande e il rapper Clementino in parti lievemente più ampie (il secondo per la canzone che chiude il film) e soprattutto Massimo Boldi in un ruolo che più demenziale raramente ha ricoperto – e lui è un esperto del genere. Nando Paone, infine, ricopre una parte laterale assolutamente gustosa; gli altri interpreti centrali del cast sono Shi Yang Shi, Sergio Assisi, Barbara Foria, Antonio Fiorillo e Francesca Tizzano. Si ride a dentri stretti, quasi sempre più per nostalgia che per altro; numerosissimi sono infatti i richiami ai tormentoni e alle pellicole interpretate da Calà nel passato. Il finale è quantomeno ben sviluppato, con apertura verso un sequel altamente improbabile e perciò all'altezza di tutto il film. 3/10.

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