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Junk Films

Regia di Kiyotaka Tsurisaki vedi scheda film

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La recensione su Junk Films

di undying
5 stelle

La seconda parte della trilogia realizzata dal "Fotografo della Morte", Kiyotaka Tsurisaki, offre una serie di 13 brevi shockumentaries girati nel 1995, 1996, 1997, 2004 e 2006 in aree orientali.

 

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Junk Films (2008): locandina

 

Impressionante documentario composto da più cortometraggi, che fa riflettere lo spettatore sul senso della vita e della morte. Nella tradizione dei "mondo-movie" alla Jacopetti, ma privo di commenti o dialoghi, opera del controverso, criticato e al tempo stesso osannato, fotografo giapponese Tsurisaki Kiyotaka.

 

"Ciò che però aveva reso così terribile nel cimitero il pensiero della morte era l'immagine del piccolo, che, non appena si fece dominante, produsse nel suo spirito un vuoto terribile, che alla fine gli era diventato insopportabile. – Il piccolo si avvicina allo scomparire, all'annientamento – è l'idea del piccolo che produce sofferenza, vuoto e tristezza – la tomba è l'angusta casa, la bara è un appartamento silenzioso, freddo e piccolo – la piccolezza provoca vuotezza, la vuotezza provoca tristezza – la tristezza è il principio dell'annientamento – l'annientamento è vuoto infinito."

(Karl Philipp Moritz)

 

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Junk Films: Phuket (Thailandia), 2004. Alcuni individui animano un ricorrente "festival vegetariano", offrendosi in performances al limite del masochismo 

 

"The collected of shorts sockumentaries of Kiyotaka Tsurisaki" costituisce il secondo capitolo di una trilogia di disturbanti lungometraggi, realizzata tra il 2001 e il 2014, dal fotografo e regista giapponese Kiyotaka Tsurisaki, preceduto da Orozco el embalsamador (2001) e seguito da The Wasteland (2014). Nello specifico, si tratta di riprese effettuate negli anni 1995, 1996, 1997, 2004 e 2006. Nello stile freddo e insensibile dell'autore nessun commento contribuisce a dare un senso o una spiegazione alle atroci immagini (reali) che ci vengono mostrate: fanno parte di un impersonale, accidentale, elenco di sventure e disgrazie (incidenti stradali, omicidi, suicidi, riesumazione di cadaveri) che si susseguono senza alcuna emozione, privi di logica, addirittura suggerenti l'inevitabile nonsense della Morte e, di conseguenza, della Vita stessa. Appropriato perlomeno il titolo (film spazzatura), con il termine "spazzatura" da intendersi riferito alle rimanenze materiali del nostro gelido e inanimato corpo, una volta superate le barriere del nulla. Perché Junk Films suggerisce solo una cosa, ovvero l'alta probabilità che oltre agli scarti di carne, sangue e ossa - destinati a non trovare pace nemmeno dopo aver emesso l'ultimo respiro - una volta lasciate le spoglie terrene, non resterà più niente di noi: forse troveremo ad attenderci solo il silenzio e il buio più profondo, uniche due dimensioni dell'Aldilà.

 

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Junk Films: Varanasi (India), 2006. Corpi dei defunti bruciati su pire

 

Cronologia e location dei cortometraggi inseriti nel film

 

A seguire un arido elenco degli "episodi", costituenti Junk Films. Non sarebbe possibile descrivere diversamente quest'opera priva di sceneggiatura, trama, contenuto e persino coerenza.

 

Krung Thep (Bangkok), marzo 1997.
Rinvenimento di due cadaveri femminili, uno sventrato e l'altro devastato all'addome con un coltello. Segue il trattamento riservato dalle forze di polizia e dagli infermieri a una vittima d'incidente stradale.

 

Santa Fe di Bogotà (Colombia), giugno 1996.
Un corpo umano spunta in mezzo ai rifiuti di una discarica.

 

Giugno 1995.

Un bambino osserva nella penombra di una stanza il cadavere della madre, deceduta a letto.

 

Phuket (Thailandia), 2004.
Ha corso un allucinante "festival vegetariano", durante il quale i partecipanti mostrano i loro corpi martoriati da spilloni, lame e oggetti taglienti. Molte le perforazioni profonde, soprattutto facciali.

 

Ramkhamhaeng 39 (Thailandia), ottobre 2004.

La polizia rinviene il corpo di un ragazzo, devastato da pallottole.

 

Abd al Majid Martyrs' Bridge,
Jenin West Bank (Palestina), ottobre 2004.

Intervista a un terrorista rappresentante una coalizione di gruppi armati palestinesi, presenti in Cisgiordania.

 

Phracha Huthich Samut Prakhan (Bangkok), ottobre 2004.

Il corpo di un uomo viene trovato con la testa letteralmente fracassata, non è chiaro se si sia trattato di un incidente o di un omicidio.

 

Sukumvit Krung Thep (Thailandia), ottobre 2004.

Adolescente perde la vita sulla sua moto, causa incidente stradale.

 

Suwing Thawong Krung Thep (Thailandia), ottobre 2004.

Una coppia resta letteralmente schiacciata quando la loro vettura tampona un rimorchio.

 

Varanasi (India), marzo 2006.

Rituale religioso con cadaveri bruciati su pire.

 

Per Khasem 81 (Marocco), ottobre 2004.
Impiccato a una porta di casa, ripreso abusivamente dall'esterno della finestra. 

 

La parte conclusiva, e anche quella più lunga di Junk Films, offre due interminabili sequenze: quella su riesumazioni collettive, con pulitura delle ossa dei defunti e il rito post mortem, tenuto a Omiya Saitama (Giappone), nel settembre del 1997, sulle ossa frantumate dello scheletro appartenuto a David Aitken: the terminus from Kansas and the last trip.

 

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Junk Films: risultato finale di una riesumazione collettiva

 

Ad accompagnare le ferali e insostenibili immagini violente, il solo commento musicale dei Corrupted. Pur essendo meno sconcertante del precedente Orozco, Junk Films è assolutamente sconsigliato alle persone sensibili e/o non dotate dei necessari nervi saldi che si rendono indispensabili per non distogliere lo sguardo dallo schermo.

 

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Kiyotaka Tsurisaki

 

"Infatti vivere male, ossia senza saggezza né temperanza e santità, come affermava Democrate, non è solo vivere male bensì continuare a morire per un tempo indefinito."

(Porfirio)

 

N.B.: il seguente video è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto 

Junk Films (Kiyotaka Tsurisaki, 2008)

 

F.P. 15/09/2023 - Versione visionata in lingua originale (durata: 92'58").

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