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I piaceri della notte

Regia di Walter Hugo Khouri vedi scheda film

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La recensione su I piaceri della notte

di Tetsuo35
8 stelle

Due amici (uno dei quali benestante e sposato con figli) vanno alla ricerca del piacere nella notte di San Paolo. Dopo aver peregrinato per vari locali, assoldano due prostitute d’alto borgo e le portano nella loro alcova dove passeranno la notte ma l’esperienza si rivelerà frustrante per tutti.

 

- Le donne sono come le piscine che si hanno a casa.

Dopo una settimana ci nuoti perché devi farlo.

Solo perché ce l'hai, non significa che ti ci diverti.

- Cosa ti ha obbligato a portarci qui?

- Abbiamo sempre la speranza che sarà differente.

Che troveremo una donna spettacolare che mangia la gente viva.

 

Il titolo originale, Notte vuota, è sicuramente preferibile al poco significativo titolo internazionale (Men and Women) per non parlare del fuorviante e pecoreccio titolo italiano. Il sentimento dominante del film non è certo il piacere, in quanto questo si rivela essere uno strumento smussato per contrastare la noia e il vuoto che realmente dominano le vite dei protagonisti. Questa insoddisfazione costante si tramuta in invidia quando si sfiorano scampoli di felicità altrui, un sentimento che va irriso e possibilmente minato.

Un classico del cinema brasiliano anni ’60 che osa, sia come contenuti (è decisamente esplicito, anche se non era una cosa nuova all’epoca del Cinema Novo), che come regia, che richiama esplicitamente la trilogia dell'incomunicabilità di Antonioni (come nella scena con scorci della città in apertura) e che racconta l'alta borghesia, discostandosi quindi dai canoni del Cinema Novo, decisamente più orientato verso il neorealismo e di conseguenza verso la descrizione delle classi meno abbienti.

 

Ho avuto un terribile incubo...

 Avevo le mani piene di sangue e correvo per una strada...

fuggendo da qualcuno... qualcuno che non conosco.

Correvo, correvo per scappare.

Ma le case non avevano né porte né finestre.

Io sogno sempre il sangue e persone che mi corrono dietro.

Cosa vorrà significare?

 

Interessante lo studio delle quattro figure principali, in un confronto a metà tra Bergman e, appunto, Antonioni.

Luizinho (Mário Benvenutti, attore feticcio di Walter Hugo Khouri), padre di famiglia ricco e annoiato, completamente schiavo della ricerca del piacere e pronto a spingere sempre più all’estremo il limite nella speranza di un brivido che non riesce più a trovare.

Il suo amico Nelson (Gabriele Tinti, italiano appena arrivato in Brasile al seguito di Norma Bengell con cui era fidanzato all’epoca), all’apparenza più sensibile e tormentato, ma che si rivela a conti fatti uno smidollato in piena crisi esistenziale, del tutto incapace di uscire dal vortice senza senso della sua vita, trascinato dietro dall’amico ricco in quanto di bell’aspetto e quindi ottima esca per le ragazze.

Le due prostitute Mara e Regina (interpretate dalle due principali dive brasiliane del periodo, Norma Bengell e Odete Lara), una più esperta e quindi più forte all’apparenza ma umiliata nel profondo e concentrata principalmente sulla propria sopravvivenza, l’altra più fragile e ingenua ma, anche grazie a questo, ancora in grado di aggrapparsi a quel poco di bello che s’illude di trovare.

 

La colonna sonora fortemente in linea con le sonorità degli anni ’60 è di Rogério Duprat, il “George Martin” del movimento tropicalista e collaboratore storico di Walter Hugo Khouri.

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