E così si chiude un’epoca. Sulle note della storica sigla di Sex and the City - serie trasmessa a cavallo fra i due secoli che ha rivoluzionato la rappresentazione del femminile, la storia del rapporto tra moda e audiovisivo, la percezione della città di New York e tanto altro -, Carrie si congeda per sempre dal suo pubblico. È in una meravigliosa ed enorme casa da sola, volteggia in un abito con ampia gonna in tulle color ciliegia (citazione all’iconico tutù rosa dello show originale) che solo lei poteva avere l’ardire di indossare a un pranzo casalingo per il Ringraziamento e appoggia le mani sulla tastiera del suo Mac scrivendo la parola fine al suo lungo viaggio. L’intera serie ha oscillato, fin dal primo episodio, tra il tentativo di dare un senso al glorioso passato e il bisogno, a tratti disperato, di aggiornarsi.

Se inizialmente le avevamo dato una possibilità perché aveva saputo, pur a tratti goffamente, portare sullo schermo nuovi temi come l’invecchiamento e la conquistata maturità nell’affrontare le sfide della vita, a poco a poco è andata alla deriva. Col senno di poi possiamo dire che And Just Like That... era un compito impossibile. Raccogliere l’eredità di Sex and the City, vent’anni dopo, orfani di Samantha e con il mondo - reale e seriale - drasticamente cambiato non poteva funzionare. La ricerca dell’equilibrio tra nostalgia e aggiornamento, tra ironia e dolore, tra leggerezza e responsabilità ha allontanato definitivamente un pubblico già scettico. Carrie, Miranda e Charlotte hanno avuto tutto e, loro per prime, ci fanno capire che non c’è niente che sentono di voler inseguire con determinazione e quindi risulta superfluo, qui, dar conto delle diverse linee narrative. Tutto è giustapposto e il disegno d’insieme non si compone mai, neppure quando si creano i presupposti in sceneggiatura come un weekend in compagnia in un glamping, il pranzo per il Ringraziamento o lo spettacolo musical a cui prende parte il personaggio di Rock, figl* non binary di Charlotte.

Anche nelle situazioni collettive la sensazione è quella che nessun personaggio abbia veramente interesse a condividere un po’ di tempo con gli altri. Probabilmente gli autori erano talmente preoccupati di non piacere più che, nel tentativo di esorcizzare questa paura, hanno puntato tutto sulla messa in scena degli abiti, soprattutto, ma anche di location inarrivabili. E questo è stato l’errore più grande, imperdonabile per i fan di Sex and the City. Se il talento visionario e audace di Patricia Field aveva saputo mischiare l’alto con il basso basandosi sulle avventure stilistiche quotidiane di Carrie (e dell’attrice), i suoi eredi Molly Rogers e Danny Santiago hanno costruito preziosissimi collage di couture, vintage e omaggi strategici alla moda storica, risultando quasi sempre irrealistici e rincorrendo quella piega che era già iniziata con i due film per il grande schermo. Carrie non se lo meritava, e neanche Sarah Jessica Parker, che - come il suo personaggio - ha dato un contributo imprescindibile al ruolo degli abiti (e della moda) nella serialità televisiva dell’ultimo quarto di secolo. Pazienza, voltiamo pagina.
La serie tv
And Just Like That...
Commedia - USA 2021 - durata 45’
Titolo originale: And Just Like That...
Creato da: Darren Star, Candace Bushnell
Con Susie Essman, Rosie O'Donnell, Michael Patrick King, Sarah Jessica Parker, Bethlehem Million, Bobby Lee
in streaming: su Now TV Amazon Video
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