Un uomo e una donna siedono uno di fronte all’altra al tavolo di un ristorante. Lui chiede a lei di mostrargli il profilo destro e sinistro, poi le dita, i gomiti, il sorriso, frammenti di un corpo da guardare - forse - per l’ultima volta, dettagli da fotografare e archiviare nella mente prima che il buio sopraggiunga, pezzi di una (povera) creatura da ricomporre a memoria come un puzzle di carne quando l’occhio non sarà più un grado di catturare l’immagine reale dell’amata.
Siamo alle battute finali della distopia diretta da Yorgos Lanthimos nel 2015 (e sceneggiata dal fidato collaboratore Efthymis Filippou) - prima produzione in lingua inglese, dopo tre lungometraggi in patria, per il regista greco -, e a questo punto, i due protagonisti, David (Colin Farrell) e la donna miope (Rachel Weisz), si sono lasciati tutto il resto alle spalle.
Scappano insieme da una società oppressiva che amministra persino gli aspetti (apparentemente) più ingovernabili della sfera umana, quelli che dovrebbero sfuggire al controllo: gli affetti e le relazioni. Nel mondo di The Lobster, infatti, non è concesso vivere da soli, pena la metamorfosi in un animale a propria scelta. Ma la compatibilità di coppia si misura sulle similitudini tra i partner, che si plasmano a immagine e somiglianza dell’altro, copie uguali, perché il match perfetto non ammette differenze, incongruenze, sfumature (in questo futuro non meglio precisato non esistono le mezze misure: o porti il 44 o il 45, o sei eterosessuale o sei omosessuale...); la legge impone di amare solo il tuo simile, nonostante le cose in comune siano insignificanti (la miopia, una bella voce, l’epistassi...).
I single che si ribellano a questo giogo si rifugiano tra i boschi, con i Solitari, tanto castranti quanto gli Accoppiati (qui, al contrario, è vietato qualsiasi rapporto sentimentale o sessuale), monadi senza legami che ballano sole a ritmo di musica elettronica e si scavano la propria tomba. Come si esce, allora, da queste rigide strutture di potere che anestetizzano l’umano? Provando a reagire, a mettere in crisi la tenuta del sistema - spesso nella fantascienza distopica il protagonista è il glitch nella matrice, l’ancella che si ricorda di avere un nome proprio, il pompiere che non brucia i libri ma li legge. E ci provano anche i fuggiaschi David e la donna miope, che hanno forse trovato la loro piccola porzione di felicità attraverso il vero amore.
E torniamo dunque al momento finale della storia. In quel ristorante, dopo aver guardato la compagna, David va in bagno con un affilato coltello da bistecca: è deciso ad accecarsi per poter somigliare alla donna miope ormai cieca e vivere con lei. Davanti allo specchio, con la punta della lama davanti all’occhio, David tentenna: l’amore è cieco, è vero, ma togliersi la vista non vorrebbe dire sottostare al potere da cui cercava di fuggire? Perché allora non andarsene e ripartire da zero?
Nel frattempo, l’amata seduta al tavolo lo attende. Il film si chiude qui, con un finale aperto, ambiguo, sull’esitazione: di fronte al sacrificio, l’essere umano vacilla, s’aggrappa al proprio istinto (animale) di sopravvivenza, e non sa fino a che punto è disposto a immolare una parte di sé per l’altro (ci prova la moglie revenant Emma Stone nel secondo episodio dell’ultimo Kinds of Kindness, eppure la sua devozione non salva il matrimonio, istituzione fasulla e friabile, ci dice Lanthimos anche in Il sacrificio del cervo sacro a Povere creature!). È proprio quella esitazione (tutta umana), quel non saper scegliere pur avendone la libertà, che rende desolante, senza via d’uscita, il finale di The Lobster.
Il film
The Lobster
Fantascienza - Grecia, Regno Unito, Irlanda 2015 - durata 118’
Titolo originale: The Lobster
Regia: Yorgos Lanthimos
Con Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, Olivia Colman, Aggeliki Papoulia
Al cinema: Uscita in Italia il 15/10/2015
in TV: 18/12/2024 - Sky Cinema Due - Ore 00.50
in streaming: su Now TV Apple TV Google Play Movies Amazon Video
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