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Non è esattamente vero ma è quello di cui voglio parlarvi. Negli ultimi due anni la newsletter è tornata ad essere uno dei punti cardinali dell'informazione online. Una evidente risposta alla difficoltà di chi fa questo mestiere (media, editore, giornalista) nel comunicare in maniera continuativa e costante con il proprio pubblico senza che l'accesso al contenuto che viene prodotto sia sostanzialmente mediato da algoritmi, sia quelli che lavorano per proporre i risultati a valle di una ricerca specifica (ad esempio su google) sia quelli che lavorano sottotraccia sui social per dare un ordine al flusso di aggiornamenti di stato (post, storie, notizie) che vengono pubblicati a ritmo vertiginoso dai soggetti che seguiamo sulle varie piattaforme (Facebook, Instagram, Twitter ecc).

Per far fronte allo strapotere che i protagonisti del web attuale hanno nel tempo acquisito, la newsletter è tornata ad essere uno strumento fondamentale per chi vuole comunicare con i propri lettori, connotandosi anche come un tentativo di saltare queste intermediazioni che spesso vanno a detrimento della costruzione di un pubblico fedele e partecipe. Anche io, nel corso di questi ultimi due anni, ho risposto positivamente a questo trend iscrivendomi a moltissime newsletter che ho scoperto o che mi sono state segnalate da amici e conoscenti. Il risultato è che la quantità di testo che leggo o che vorrei/dovrei leggere su base settimanale è cresciuto in maniera esponenziale. La quantità di articoli e storie che ricevo nella mia casella di posta unita a quelle che comunque leggo altrove per coltivare la sensazione di essere informato sulle cose che succedono nel mondo, unita agli articoli che leggo per professione e a quelli che leggo per passione è ormai tale per cui ho la sensazione di essere sempre in debito e in ritardo. Fortunatamente ho sviluppato, come credo molti di voi, un metodo di lettura veloce che procede per blocchi di testo, utile e funzionale certo, ma è un metodo di pura sopravvivenza, indice del tempo che stiamo vivendo.

A questa quantità debordante che macino su base quotidiana si sta aggiungendo un'altra forma con la quale assumo ulteriori dosi di testi: l'audio, anzi i podcast. Stando ai dati di crescita degli ultimi tre anni i podcast stanno diventando una fonte sempre più importante di approvvigionamento di informazione su pubblici sempre più ampi e in ambiti sempre più vari e specifici. La cosa bella dell'audio, del podcast, è che, a differenza della lettura che è esperienza totalizzante, ti permette anche di fare altre cose. Anche questo segnale è un ottimo indicatore dell'epoca che stiamo vivendo, perché la battaglia che tutte le grandi società del comparto media stanno conducendo è diventata sostanzialmente quella di occupare il nostro tempo. E l'audio si infila perfettamente in questa battaglia perché può occupare porzioni di tempo in contemporanea con altre attività. E lo può fare con personalità, con ricchezza, raggiungendo anche altri livelli di profondità rispetto al puro e semplice testo scritto.

Questo è il quadro sul quale si inserisce una riflessione su di noi, su filmtv.it. Su questo oggetto editoriale nato dal settimanale FilmTv ormai quasi vent'anni fa, pensato come un'estensione della rivista che coinvolgesse i propri lettori offrendo loro uno spazio in cui tenere traccia delle proprie visioni votando i film visti, annotando per sé o per gli altri le proprie impressioni in snelle opinioni (e anche in puntualissime recensioni), aggregando film in liste tematiche o aggiungendoli semplicemente a liste di film da tenere d'occhio per future visioni. La maggior parte del testo che viene consumato qui su filmtv.it è il frutto della vostra personale passione e la forma che avete dimostrato a più riprese di preferire quando si tratta di scrivere di cinema è la recensione, la critica, di un film.

Stando a questa semplice evidenza numerica, viene spontaneo pensare che la recensione sia anche la forma preferita che scegliete quando si tratta di passare nell'altro ruolo, speculare, quello del lettore. E anche Google, con tutta la sua esperienza in termini di feedback ricevuti da chi fa ricerche sulla rete, a ben vedere identifica quasi sempre un buon risultato su un film con una pagina web in cui ci sia una recensione. L'unica eccezione è rappresentata dalle pagine di wikipedia, che escono sempre molto bene nelle ricerche ma che sono completamente prive di qualsiasi nota critica.

La newsletter di filmtv.it ha sempre rappresentato per database/Bruno e per me/End User/Luca, in maniera alternata, uno spazio editoriale in cui sperimentiamo forme diverse di scrivere non propriamente di cinema ma intorno al cinema. Una specie di palestra, se volete, nella quale ogni settimana ridefiniamo i limiti di quel che possiamo scrivere e di quello che potreste leggere. Si tratta di testi abbastanza lunghi che girano attorno ad una riflessione o che cercano di metterne in fila più di una, con alterne fortune. Ma sempre possibilmente in forma di racconto, spesso in prima persona. Anche quando decidiamo di affrontare una notizia di attualità o di stampo più tecnologico, cerchiamo sempre di farlo come se volessimo raccontare quella cosa dalla prospettiva orizzontale di una (lunga) tavolata di amici.

E proprio in virtù di questa profonda considerazione che abbiamo di voi, vi invitiamo questa volta a fare un pensiero su binari paralleli: cosa leggete quando leggete di cinema? È sempre la recensione quel che volete? Cosa vorreste leggere e non trovate abbastanza spesso? Vi piacerebbe ascoltare di cinema?
Ma soprattutto, questo testo è troppo lungo? Preferireste ascoltarlo così potreste anche fare altro, nel mentre?

Consigli, dubbi, contestazioni (tipo: sì, la vostra newsletter è DECISAMENTE troppo lunga) e richieste particolari possono essere postate come commento qui sotto o anche scrivendomi direttamente per posta interna.

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