A volte bastano una manciata di secondi o anche meno, un esilissimo dettaglio, per far sì che un trailer parta con il piede giusto. È il caso del trailer di Parasite, - l'ultima creazione del regista coreano Bong Joon-
Guardatelo, dopo ne parliamo.
Poveri, furbi
Un'altra manciata di secondi è sufficiente per inquadrare la prima parte del plot del nuovo film di Bong Joon-
L'occasione
Smaltita con dieci secondi di montato la premessa del film - famiglia-povera-ma-smart-che-vive-in-scantinato-coreano - arriva subito la descrizione della svolta o proviamoci-che-almeno-per-un-po'-la-sfanghiamo: esistono dei genitori ricchi che hanno bisogno di educare i propri figli viziati, un lavoretto con photoshop ed è fatta: si apre la porta sul giardino incantato dei coreani arrivati.
I ricchi sono davvero dei fessi
Con una inquadratura magistrale dall'interno della casa che passa sopra alla testa di uno dei protagonisti e attraversa la grande vetrata che si affaccia su un giardino, assistiamo alla dimostrazione che i ricchi non brillano per intelligenza o comunque hanno dei problemi di concentrazione: la domestica sveglia con un finto schiaffo la giovane moglie e madre vittima di un attacco di narcolessia.
Is it okay with you?
Una volta svegliata dal suo sonno la giovane e benestante mammina coreana finge di testare l'aspirante professorino ma lo sguardo è vacuo e la frase in inglese con cui vorrebbe stigmatizzare la propria superiorità è la sintesi perfetta dell'arrivismo più patetico di una certa classe sociale.
Ritratto di interno borghese coreano
Sale le scale con il suo barboncino bianco in braccio, cammina altera nel corridoio rivestito di boiserie di mogano, tutta giocata sull'elegantissimo contrasto tra il legno scuro e il cristallo, l'opulenza si manifesta con discrezione. L'ambizione artistica invece no.
È uno scimpanzè, vero?
Di fronte ad una ignobile crosta la mamma è fiera dell'opera del suo pargolo geniale. E no, non è uno scimpanzè, è un autoritratto. O forse sì, è uno scimpanzè. Ed è anche un autoritratto. Comunque il pargolo artista in erba potebbe avere bisogno, in effetti, di apprendere ancora qualche nozione artistica. Dunque, guardacaso...
"Jessica, figlia unica, nell'Illinois, a Chicago, ero nella stessa classe di tuo cugino"
Aprire le porte protette dagli antifurti più costosi può essere molto facile, basta insinuarsi nelle fessure giuste. E l'ammirazione smodata e riverente (e tutta borghese) per l'arte è un (auto)grimaldello infallibile. Lo squatter più professionale è un dilettante al confronto di questa famiglia.
Cambio di registro in arrivo
Sembra tutto chiaro, tutto segnato, ma attenzione, è un attimo. Qualche grado di luce in meno, una color correction calibrata al ribasso, una musica dai toni lievemente più oscuri e inquieti che si frammenta in sonorità elettroniche e il gioco è fatto: i parassiti sono ovunque, ma tendono a nascondersi nel punto più basso della catena alimentare. Aspettatevi del sangue.
Il trailer di Parasite è piacere puro per lo sguardo ma anche preciso strumento di marketing perché mette in chiaro tutti gli aspetti principali della pellicola, resta fedele al registro principale del film, che è 70% commedia black, ma introduce benissimo quel 20% di grottesco con tinte thriller e quel 10% di feroce critica sociale che ha permesso alla pellicola coreana di guadagnarsi i meritatissimi favori di pubblico, giurie di festival e critica in quasi ogni parte del mondo in cui è uscito. E anche degli utenti di questa community che lo hanno visto a Cannes 2019.
Ne riparliamo la settimana prossima, qualche giorno prima dell'uscita in sala, con un approfondimento che dedicheremo alle recensioni pubblicate qui su FilmTv.it.
E guardate questo sguardo. Non è magnetico e perfetto questo passaggio?
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