PTA è il miglior regista in assoluto tra i cineasti nel pieno della propria maturità artistica. IL PETROLIERE è un film epico dalla potenza visiva straordinaria, con una regia da ammirare come se fossimo difronte ad un'opera d'arte. E poi c'è Daniel D. Lewis per il quale andrebbe coniato un termine ad hoc per descriverne la bravura.
La versione della shoah di Roman Polanski scevra da un taglio documentaristico e raccontata con un punto di vista intimista e personale avendola vissuta sulla propria pelle.
Sorrentino ci dice che per filmare la biografia di un personaggio relamente esistito non è necessario affidarsi per forza ai soliti archetipi narrativi della formazione, declino e rinascita dell'eroe. Si può creare anche un'opera del tutto personale, addirittura visionaria.
Almodovar è l'unico regista che riesce a fondere così bene insieme le trame del melò con le atmosfere tipiche del thriller. Ed è anche un maestro nel creare gli intermezzi musicali. Quello con Caetano Veloso vale per ripetere la visione del film all'infinito.
Mai vista una rappresentazione così realistica di un evento reale. Una presa diretta della caduta di Hitler e di Berlino. Bruno Ganz avrebbe meritato tutti i premi possibili.
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