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Vedi Napoli e poi muori

Regia di Enrico Caria vedi scheda film

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La recensione su Vedi Napoli e poi muori

di FilmTv Rivista
stelle

Si è lasciato alle spalle le follie del pulp della sua trilogia: Carogne - Ciro and Me, L?uomo della fortuna (solo sceneggiato, la regia era di Silvia Saraceno) e Blek Giek del 2001, ma il sarcasmo fumettistico non l?ha perso, Enrico Caria. In Vedi Napoli e poi muori ritorna nella città campana, dopo anni di vita a Roma, per il cosiddetto ?rinascimento? bassoliniano. In cerca di un committente per un documentario che dipinga in buona luce la città partenopea, il regista realizza che sotto la superficie non è cambiato niente e riesce appena a girare un videoclip per gli A67. In compenso inanella una serie di incontri che si trasformano in una galleria di caricature e situazioni grottesche, dalla ?mazziata? (un manifesto funebre di una persona ancora in vita) di un candidato sindaco di un paesello, al finto funerale inscenato nei pressi di un matrimonio da un gruppo di precari in manifestazione. Le risate si fanno via via più amare e il sarcasmo muta in sconfitta; ma quando Caria sta per tornare a Roma scoppiano i fatti di sangue del quartiere di Scampia. E restare e raccontare diventa doveroso. Certo non ha il ritmo del miglior Michael Moore, ma almeno ci prova e ne vien fuori un incrocio della nostra televisione migliore, un po? Report e un po? Le Iene.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 5 del 2007

Autore: Aldo Fittante

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