Regia di Elio Piccon vedi scheda film
Reportage sul degrado sociale ed economico del profondo sud Italia, proprio mentre la restante parte dello Stivale celebra il 'miracolo' del boom.
Un po' documentario e un po' fiction, con un commento di Adriano Baracco affidato alla voce di Riccardo Cucciolla, L'antimiracolo è il film 'maledetto' sul boom economico italiano di fine anni Cinquanta-inizio Sessanta. Occultato sapientemente, certamente poco gradito soprattutto al sud, il lavoro di Elio Piccon (regia-fotografia-montaggio) non ha incontrato principalmente i favori della censura Dc, notoriamente poco avvezza alla diffusione di opere che ritraevano l'Italia per il Paese povero, ignorante e arretrato che in larga parte ancora era. Piccon, con una produzione di Franco Cristaldi e la colonna sonora affidata a Carlo Rustichelli, mette in piedi un documento a tratti esplicitamente scandalistico, in stile mondo movie, ma per lo più si limita a descrivere il degrado e la miseria di un paesino pugliese esattamente come essi si presentano; nessun interprete professionista, neppure un'ora e un quarto di durata, L'antimiracolo è un film crudo, ma non crudele (anzi: le critiche sono indirizzate al cuore politico dello Stato, non agli abitanti delle zone socialmente disagiate), che però cade di tanto in tanto nella trappola della provocazione gratuita, del facile (quanto sterile) moralismo. Opera seconda (sulle tre totali in lungometraggio) del regista, a un decennio di distanza da Ho ritrovato mio figlio. 4,5/10.
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