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La spina nel cuore

Regia di Michel Gondry vedi scheda film

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La recensione su La spina nel cuore

di supadany
6 stelle

VOTO : 6++.
Ancora una volta Michel Gondry spiazza, questa volta però non per nuove invenzioni visive od eccessi d’autore, ma perché confeziona un semplice ritratto di famiglia, di quelli che l’interessato, in questo caso la zia di Michel, ovvero Suzette Gondry, e non solo dovrebbe tenersi vicino come contenitore dei propri ricordi di una vita.

Certo è che l’operazione pare un po’ limitata, per quanto tutto sia confezionato con sentimento e dedizione, gli spunti generali che possono interessare sul serio sono piuttosto pochi.

Il film documento copre la carriera d’insegnante di Suzette Gondry, tra il 1952 e il 1986, passando dal primo incarico ottenuto in un piccolo paesino della Francia rurale, fino ad arrivare a realtà decisamente più vicine all’attuale.

Parallelamente si affronta anche la parte legata ai sentimenti, al rapporto col marito, defunto da tempo dopo una brutta malattia, e col figlio col quale c’è sempre stato un conflitto piuttosto acceso, ma dettato comunque dal sentimento e non dal rancore.

L’inizio pare essere promettente, ci s’immagina che il filo conduttore sia certamente Suzette, ma approfittando del suo lavoro e della sua lunga esperienza, compresa quella del marito che viene richiamato più volte in causa, si possa cercare di parlare maggiormente di tematiche più universali (la scuola, il lavoro nei campi, la vita nei piccoli borghi), ma queste vengono affrontate, ma tenute più che altro come sfondo concentrandosi quasi esclusivamente sulla famiglia Gondry.

Per questo l’interesse perde di consistenza lungo il percorso e quello che rimane è un’operazione ordinata, fatta col cuore, con alcuni omaggi sentiti (vedi l’improvvisata proiezione cinematografica all’aperto), ma poco altro a riempire i circa ottanti minuti di visione.

Insomma ce n’è a sufficienza per non spazientirsi troppo, ma anche non abbastanza per provare una vera gioia cinefila e da Gondry francamente mi sarei aspettato un approccio diverso (la sua proverbiale fantasia risulta relegata nella scena dei bambini a scuola con i vestiti “invisibili”).

Documento personale e corretto, anche troppo.

Su Michel Gondry

VOTO : 6++.
Esperienza decisamente anomale per il Gondry che siamo abituati a frequentare.
Francamente mi aspettavo qualcosa di meglio, invece rimane in ambiti molto personali limitandosi solamente a sfiorare discorsi più ampi ed universali.

Su Suzette Gondry

VOTO : 6++.
Una bella persona, con tante esperienze alle spalle.

Su Jean-Yves Gondry

VOTO : 6.
Volto particolare.

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