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Senilità

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Senilità

di Baliverna
8 stelle

E' un film malinconico e triste, di cui da subito non si fatica a immaginare come andrà a finire. Bolognini sa costruire questa atmosfera innanzitutto con l'ambientazione: un bianco e nero livido, con una Trieste autunnale e battuta dalla pioggia e dalla bora, piuttosto astratta e distante. Poi ci contribuiscono anche le musiche meste di Piero Piccioni, che infatti si adattano molto bene al film.
Purtroppo non ho letto il romanzo di Svevo, e sono curioso di farlo per vedere il senso che lo scrittore dà alla vicenda. Comunque, è la storia della passione incontrollabile di un uomo per una donna che in pratica lo usa e lo prende in giro. All'inizio la scambia per innocente, buona e pura; poi inizia a scoprire le sue bugie, i suoi sotterfugi, le sue molte tresche, e il suo cinismo. Infatti uno dei modi che più la fanno vedere per quella che è, è il suo dichiarato proposito di sposare un uomo insignificante, che non ama, solo ed esclusivamente per il suo denaro.
Se lei può comportatsi male con lui, è perché lui è un debole, un inetto. Il bruciare di passione e di gelosia non gli danno la forza di farsi valere su di lei e metterla a posto, o di intervenire quando qualcuno ci prova con lei sotto il suo naso. Al più riesce a farle qualche scenata, magari in mezzo alla strada, umiliandosi e rendendosi ridicolo. Ho trovato riuscita soprattutto la scena della litigata con sullo sfondo il mare increspato dalla bora.
I due protagonisti sono bravi: Anthony Franciosa (che ha più di qualcosa di Anthony Perkins) nella parte del protagonista, un fallito e un frustrato; la Cardinale in quella della ragazza falsa e scaltra. Anche Philippe Le Roy si addice bene al suo personaggio di artista baldanzoso e spregiudicato, anche se non veramente egoista. La sorella zitella è interpretata da Betsy Blair.
In generale lo definirei un film riuscito, con una sua particolare atmosfera, tristissimo, forse non per tutti i gusti.

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