Espandi menu
cerca
The Burial - Il caso O’Keefe

Regia di Maggie Betts vedi scheda film

Recensioni

L'autore

gerkota

gerkota

Iscritto dal 23 febbraio 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post 1
  • Recensioni 258
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Burial - Il caso O’Keefe

di gerkota
6 stelle

MAI USCITO NEI CINEMA ITALIANI

VISTO SU PRIME VIDEO NELL’OTTOBRE 2023

 

William Gary (Foxx), per gli amici e i nemici Willie, è un tipo che viene dal nulla, o meglio, dalla campagna del Sud degli Usa e dalle coltivazioni di canna da zucchero. Un lavoraccio infame. Non ha un bel ricordo del passato e per questo, adesso che fa l’avvocato e che ha una bella vita, ha anche una gran voglia di riscatto nel combattere la guerra delle sentenze. In più, è allergico alla sconfitta. Per sua fortuna in un processo non hai mai perso. Ma un giorno questa imbattibilità, che ne ha fatto una sorta di vip con jet privato e conto in banca ipertrofico, è messa a rischio dalla trasgressione di una regola ferrea: occuparsi solo di cause di risarcimento per danni fisici. A strapparlo da questa personalissima comfort zone è il caso di Jeremiah O’Keefe, detto Jerry (Jones), piccolo imprenditore delle onoranze funebri con dodici figli e moglie fedele dopo una vita insieme ma che naviga in pessime acque finanziarie a causa di investimenti sbagliati e, soprattutto, per il mancato accordo con la corporation capitanata dall’arrogante Ray Loewen (Camp) che viene meno a un accordo di acquisizione sancito solo con una stretta di mano durante una cena su uno yacht da venti milioni.

 

Jamie Foxx, vero e proprio mattatore

in The Burial - Il caso O'Keefe (foto inbetweendrafts.com)

 

Di nuovo sul grande schermo una causa civile da risarcimento milionario in un classico courtroom movie, stavolta in questo The Burial (letteralmente, la sepoltura, in italiano diffuso con un semplicissimo e banale Il caso O’Keefe) della a me sconosciuta regista americana Maggie Betts. Come discostarsi dalla maggior parte dei cliché del genere? Cliché che fra l’altro hanno contribuito al successo di film del passato più o meno acclamati, come Conflitto di classe (1990, 4 stelle e mezza, voto 8,7), L’uomo della pioggia (1995, 4 stelle, voto 8) e A Civil Action (1998, 3 stelle e mezza, voto 7,5), per citare i primi tre che mi son venuti in mente, di certo dimenticandone alcuni ancor migliori e magari più recenti.

 

The Burial - Il Caso O'keefe - Cinemaintorno

Scena di tribunale: da sinistra Jamie Foxx, Tommy Lee Jones

e Mamoudou Athie (foto cinemaintorno.it)

 

Ciò che interessa qui è chiarire che dai suddetti luoghi comuni quest’opera non si smarca né abbastanza né con particolare originalità. Al contrario, la sceneggiatura della stessa regista (con Douglas Wright) sembra quasi compiacersi di apparirne infarcita: l’onestuomo che non si piega all’ingiustizia; l’avvocato di successo prima snob e riluttante ma che poi si immerge nel caso come fosse il più importante di una carriera; la controparte di farabutti arroganti con un legale donna, affascinante ma simpatica come una murena; la causa che a un certo punto sembra irrimediabilmente persa, eccetera. A fare di quest’opera una tipica zuppa scaldata e riscaldata negli anni, è anche la questione razziale bianchi VS neri, con tanto di Ku Klux Klan sullo sfondo a caratterizzare la crisi nel team di legali del povero Jerry.

 

In un'altra scena del processo troviamo Jurnee Smollett e Jamie Foxx,

avvocati su fronti opposti (foto taxidrivers.it)

 

Detto, più che altro, delle debolezze di The Burial, giunge il momento di ammettere che il film si fa guardare con piacevolezza dall’inizio alla fine. Seppure basato su una vicenda realmente accaduta e a dir poco drammatica ha il merito, sia grazie ad alcuni interpreti sia a un’una scaltra sceneggiatura, di non prendersi troppo sul serio e di dare il giusto spazio a momenti di alleggerimento da commedia tout court, alternati a quelli più tipici del legal thriller. Tra avvocato e cliente si instaurerà col tempo – e anche dopo la fine di questa causa – un’amicizia destinata a durare per sempre, dato oggettivo tratto da fatti reali ma che nell’economia complessiva della narrazione in immagini risulta un tantino forzato e stucchevole. Ciò che piace al pubblico Usa, insomma. Anche la regia è tra i punti a favore, visto che dà vita a un film che, nella sua ovvietà, è nitido e scorrevole.

 

The Burial: di cosa parla il nuovo film Prime Video con Jamie Foxx e Tommy  Lee Jones? | Worldmagazine

La locandina di The Burial - Il caso O'Keefe

 

ATTORI PRINCIPALI, CON DUE PREMI OSCAR

Jamie Foxx (a mio avviso in Ogni maledetta domenica del 1999 e Collateral del 2004, due fra le sue migliori interpretazioni, dato per scontato il suo Ray Charles da Oscar in Ray nel 2004) - qui anche fra i produttori – è Willie Gary ed è proprio la verve scanzonata che si propala dal suo rampante e goliardico avvocato a dare un tocco di benefica lievità a tutta la storia. Il suo uomo di legge sbatte in faccia a chiunque la carica di lottatore, l’egocentrismo del maschio alfa e l’orgoglio dell’afro-american che si è fatto tutto da solo e ha cambiato la propria esistenza dal momento in cui un agente immobiliare bianco lo umiliò davanti ai familiari, negando di aver riservato per Willie un bell’appartamento. Anche qui non c’è nulla di nuovo, ma la ben dosata componente ironica di cui Foxx è il fideiussore, è la qualità che fa raggiungere la sufficienza a tutta la pellicola.

 

Coniugi sotto pressione: Tommy Lee Jones

con Pamela Reed (foto movieplayer.it)

 

Tommy Lee Jones (a mio avviso perfetto nella parte in Nella valle di Elah del 2007) è Jeremiah O’Keefe. Il premio Oscar del 1994 (Il fuggitivo) è qui costretto dallo script a un personaggio ingessato nel ruolo dell’anziano yankee tutto casa, chiesa e lavoro, che ha fatto il proprio dovere almeno in una guerra tra le tante degli Usa e che porta pure il fiore all’occhiello di due incarichi da sindaco della propria città, con la difesa dei diritti dei neri tra le priorità del programma di governo. Insomma, molto poco originale e un tantino noioso per quanto è perbene, se non fosse per la cattiva valutazione di un paio di affari che lo costringono a far patti col diavolo e così a dar vita alla vicenda narrata.

Mamoudou Athie (visto in Il sommelier [2020] e che qui interpreta l’imberbe Hal Dockins) è il più giovane del cast e senz’altro il più sorprendente per prontezza nel calarsi nei panni del neo abilitato avvocato in erba ma con già il piglio da principe del foro, che soccorre lo spaesato Jerry all’inizio dei suoi guai. Sarà sua l’intuizione finale - e determinante - delle indagini legali. L’attore, che si è fatto le ossa in teatro - e la cosa non meraviglia - promette di poter dire la propria a Hollywood.

Alan Ruck (esploso, si fa per dire, con la tipica commedia anni Ottanta del secolo scorso Una pazza giornata di vacanza, 1986 e ultimamente in evidenza nella serie tv di successo, Succession) è Mike Allred, l’avvocato storico di Jeremiah, che deve incassare l'antipatica scelta del cliente e amico quando quest’ultimo, nel seguire i consigli del giovane Hal, nomina capo del pool lo straripante Willie Gary. Nel film arriverà anche un momento per il suo, parziale, riscatto anche se la sceneggiatura scrive per lui un’uscita di scena piuttosto insipida.

 

In questo film Alan Ruck e Jamie Foxx sono avvocati della stessa parte
ma in opposizione per il colore della pelle (foto zenger.news)

 

Bill Camp è il milionario con sindrome di padreternismo Ray Loewen, (visto in Joker e in La regina degli scacchi, rispettivamente nel 2019 e nel 2020). Il suo paffuto e barbuto spregiudicato uomo d’affari, sporchi, è stuzzicante ma assai poco presente nel montaggio finale, seppur determinante nei due momenti chiave della storia.

Per il resto del cast val la pena di menzionare giusto Pamela Reed (nel 1992 protagonista principale nell'apprezzatissimo Il prezzo del passato, che gode di un 8 pieno su FilmTv, seppure con solo tre valutazioni) nei panni di Annette O’Keefe, moglie sempre presente e comprensiva e senza tentennamenti del querelante. Quindi anche Jurnee Smollett (protagonista nel deludente action dell’anno scorso, Lou) che fa la coriacea avvocatessa del gruppo Loewen, come detto personaggio scontatissimo e senza guizzi, a parte che in una delle ultime scene, sin troppo telefonata.

 

The Burial | Reviews | times-herald.com

Bill Camp (sinistra) e Alan Ruck
protagonisti de Il caso O'Keefe (foto times-herald.com)

 

Film sufficientemente onesto con lo spettatore e che regala qualche momento di divertimento e un ritmo complessivo ben dosato. Da recuperare in streaming per una serata di relax senza troppe pretese. Voto 6,5; rivedibilità 6/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati