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Cathy Come Home

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Cathy Come Home

di mm40
5 stelle

Nell'Inghilterra degli anni Sessanta sboccia l'amore tra i giovani proletari Cathy e Reg. I due si sposano e hanno un bambino: da quel momento in avanti tutto sarà per loro un incubo. Cathy lascia il lavoro per occuparsi del piccolo, Reg lo perde dopo un incidente; sfrattati e abbandonati dallo Stato, i due hanno un secondo bambino e quindi un'altra bambina, finendo con il vivere in una roulotte in un parcheggio. Finché un incendio li costringe a fuggire anche da quella sistemazione.


Questo film televisivo, girato in bianco e nero e della ridotta durata di un'ora e un quarto circa, è uno dei primissimi lavori licenziati da Ken Loach. Una pellicola appartenente alla serie The wednesday play, che all'epoca furoreggiava alla BBC, e scritta da Jeremy Sandford, ma non per questi motivi meno aderente ai canoni del regista britannico, sia dal punto di vista estetico – data la messa in scena spartana e diretta al sodo, ai contenuti - che da quello narrativo. Cathy come home è infatti una storia che più 'alla Loach' non si potrebbe; uno spaccato sociale crudo e senza mezzi termini che mette l'amministrazione pubblica del Regno Unito davanti ai suoi limiti e alle sue colpe in materia di welfare, tratteggiando le sfortunate vicissitudini che hanno per protagonista una giovane coppia con bambini piccoli. La didascalia finale non lascia spazio a dubbi, citando la penuria di abitazioni destinate alle classi meno abbienti in Inghilterra e, ancor più esplicitamente, il dramma dei bambini separati dai genitori rimasti senza una casa. Valide le scelte di casting, con Carol White e Ray Brooks impegnati nei due ruoli centrali; Loach diresse una decina di film televisivi per questa serie, più alcuni altri sempre per il piccolo schermo, prima di lanciarsi definitivamente nel cinema – con gli eccellenti risultati che conosciamo. Curiosità: Paul McCartney cita questo lavoro tra le fonti di ispirazione per She is leaving home dei Beatles, contenuta in Sgt. Pepper's lonely hearts club band (1967). 5/10.

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