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Brado

Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film

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La recensione su Brado

di barabbovich
5 stelle

A seguito di un infortunio di suo padre (Rossi Stuart) dovuto a una caduta da cavallo, Tommaso (Nanni) - un ragazzo specializzato in edilizia acrobatica - si trasferisce nel fatiscente ranch del genitore per aiutarlo nelle incombenze domestiche. Così, oltre alla convivenza forzata, i due sperimentano - con un approccio profondamente diverso - l'occasione per partecipare a una gara di equitazione, uno dei tanti sogni di un padre idealista che non vede che sé  stesso, tentando di gestire un cavallo indomabile.
Il terzo film da regista di Kim Rossi Stuart (dopo Anche libero va bene e Tommaso) è anche quello più debole. Brado è un western metropolitano con i ruoli parentali a parti invertite, nel quale il racconto di formazione sembra riguardare assai più la figura paterna - un uomo burbero, un villain misantropo che non si è mai ripreso dall'abbandono della moglie (Bobulova) - che non quella del figlio. Per quanto la direzione degli attori sia impeccabile, non mancano elementi grossolani: dai rivoli narrativi rimasti irrisolti (il difficile rapporto sentimentale di Tommaso con la sua ragazza) alla metafora corriva che aleggia su tutto il film, in cui l'indomabilità del quadrupede si trasforma in un'opportunità per superare ostacoli ben più imponenti di quelli della gara, a cominciare dai rancori seppelliti nel passato da parte del ragazzo nei confronti del padre.

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