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Il mnemonista

Regia di Paolo Rosa vedi scheda film

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La recensione su Il mnemonista

di FilmTv Rivista
8 stelle

S. è il primo violino di un’orchestra, dotato di una memoria straordinaria. Una memoria fotografica e agile, che costruisce delle storie immutabili, attraverso cui serbare i ricordi. S. così allestisce una sorta di infinito “teatro della memoria”, in cui ogni ricordo, ogni parola, hanno un loro posto preciso. Tale dote prodigiosa è però invasiva, ossessiva, gli impedisce di lavorare e S. si affida all’analisi per rimuoverla. Non ottiene alcun risultato, se non quello di esporlo come un fenomeno, durante i simposi medici. S. decide così di sparire, preferendo diventare “il mnemonista”, fenomeno per cabaret. Ma l’ossessione non lo abbandona, e S. cerca di annullare ciò che lo circonda. Ispirato a una storia vera, descritta nel ’65 dal neuropsicologo Aleksandr Lurija nel libro “Un piccolo libro di grande memoria”, “Il mnemonista” crea un racconto che, nella continua frammentazione, ritrova un’intellettuale e fertile unità in un’immagine di grande seduzione, e che pare assorbire anche le atmosfere del borgesiano Ireneo Funes di “Finzioni”, nella cui memoria, ogni parola detta dura, implacabile, per sempre.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 38 del 2000

Autore: Fabrizio Liberti

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