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Cari compagni

Regia di Andrey Konchalovskiy vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Cari compagni

di John_Nada1975
7 stelle

Konchalovskij non perde a ben oltre gli ottanta "Anta", la sua inconfondibile capacità cinetica e drammaturgica, di grande mestiere e capacità,  ricostruendo un massacro tenuto nascosto dalle autorità sovietiche per trent'anni fino alla caduta delle stesse, a Novocherkassk nella già piagata fin dalle violenze della guerra civile tra rossi bolscevichi e bianchi menscevichi tra 1919 e 1922(come testimoniato dalle memorie del padre anziano della protagonista e disilluso, disgustato reduce, un eccellente Sergej  ?rlis) regione del Don.

Accaduto nel 1962 in seguito alle carestie alimentari, razionamenti e aumento dei prezzo da accaparramento dei generi alimentari e di prima necessità, tenute nascoste alla conoscenza mondiale, e ove vi fu uno sciopero selvaggio degli operai di una locale e importante fabbrica strategica per l'industria pesante russa, di locomotive. 

Esso venne il giorno dopo, 2 giugno 1962, represso nel sangue e soffocato nel più totale silenzio fin dall'immediato ripulendo strade dai cadaveri e dal sangue con il getto degli idranti delle autobotti, grazie all'azione di cecchini e uomini del KGB mandati direttamente da Mosca. Che entrarono in azione nel preciso momento che la folla inferocita di lavoratori, studenti, donne, prese d'assalto la locale sede del Comitato Regionale del Partito, vi penetrò dentro e distrusse tutto quello che poteva trovare, ritratti del Seg. Gen. Nikita Krusciov, compresi.

Il film attraverso la protagonista Julija Vysockaja/Ljudmila Sëmina(bella topa slava di una certa età, moglie attuale di Konchalovskij e più giovane ovviamente di almeno una trentina di anni, sempre e solo il meglio per un uomo di successo), ortodossa stimatrice di Stalin, membro dirigente locale del Partito, alla ricerca della figlia Pioniera ma dalla parte degli scioperanti dispersa e forse uccisa, tumulata in una tomba segreta e nascosta in cui sono stati sepolti molti corpi dei manifestanti che non dovranno mai essere dichiarati nè ritrovati da alcuno, ci mostra bene e senza propagandismi con la sua scioccata presa di coscienza, e diametrale cambio di visione del Partito e del mondo, l'intrinseca irriformabilità dell'Unione Sovietica; del suo regime sempre totalitario nel suo processo di "destalinizzazione" avviato 6 anni prima, come sempre, e che permane essere soltanto un cambio di direzione dei poteri al vertice. 

Eccellenti molte sequenze, anche dal punto di vista puramente della tensione drammatica, della ricostruzione di quelle ore convulse e piene di tensione, come nella lunga riunione frontale tra i dirigenti locali del Partito che dovevano vigilare affinché questo mai accadesse, sull'indottrinamento, e i quadri maggiori dell'esercito e del Comitato Centrale arrivati da Mosca, o come il gen.le Loginov, che prende la decisione di far armare le truppe dei cordoni di sicurezza, e di blocco con i corazzati di ogni via di accesso alla città.

Le resistenze angoscianti e scioccate di alcuni alti ufficiali affinché questo accada, in un clima di tremenda tensione e paura, perché contravvenente alla Costituzione che vieta espressamente all'esercito di poter aprire il fuoco sugli stessi cittadini dell'Unione, ma la pressione degli alti burocrati perché questo ordine sia reso esecutivo.

O la memorabile scena della donna ferita ad una gamba da un proiettile, e portata dentro al negozio della stessa parrucchiera amica della protagonista e già colpita, versante sangue sul pavimento e rantolante, che rivolta con la testa contro la vetrina, viene colpita in uno spruzzo di sangue da un secondo proiettile alla nuca da parte di un cecchino.

Eccellente ricostruzione d'epoca dell'URSS anni sessanta, minuziosa, aiutata da un bianco e nero magnifico che sembra proprio provenire da un Mosfilm di 60 anni fa, vuoi anche per la volontà di girare in 1.33;1.

Ottimo il personaggio dell'ufficiale dei servizi di sicurezza Nazionale ergo KGB, che unico e a suo rischio stesso professionale e personale, visto l'obbligo di segretezza che tutti compresi i cittadini testimoni hanno dovuto firmare su ciò che è accaduto e hanno visto, pena anche la morte, aiuta Ljudmila forse anche per apprezzamento della persona, nella sua drammatica ricerca della figlia oltre i cordoni di polizia che cingono la città.

Finale forse per alcuni irrealistico, ma che certo sancirà che nulla potrà comunque essere anche se non più nel peggiore dei drammi personali, più uguale in niente a prima, per la vita delle due donne madre e figlia. Che si continui a intonare un inno del Partito che difende e protegge tutti i suoi cittadini, per calmarsi da una crisi di nervi, di fronte alla più tragica delle evidenze che è tutto il contrario. 

 

John Nada

 

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