I nuovi film al cinema nella settimana dal 18 al 24 febbraio 2109

Poeta, muscista punk, scrittore e pure regista: il francese Fj. Ossang, classe 1956, non si è fatto mancare nulla. Questo suo lungometraggio, il primo, ha vinto a Locarno il Pardo d'argento per la migliore regia. La storia è nera e ossessiva, fascinata dai noir anni '40. Il cast schiera alcuni importanti attori francesi: Paul Lamy, Pascal Gregory, Gaspard Uliel e Damien Bonnard.

Documentario su genio di Leonardo, analizzato più nel suo versante di inventore e teorico che su quello artistico.

Film documentario sulla storia della band indie pop genovese Ex-Otago, formatosi nel 2002 e ancora in attività dopo 17 anni, freschi della partecipazione a Sanreo e della pubblicazione, una manviata di giorni fa, del loro nuovo album, Corochinato.

Documentario biografico sulla stilista inglese Vivienne Westwood, che ha saputo conciliare con abilità anima punk e frequentazioni glamour. 

Tornano i mattoncini Lego e i personaggi del primo fortunato film di animazione - uscito 5 anni fa - che questa volta si cimentano in viaggio intergalattico. 

È ancora la politica americana ad attrarre autori, attori (e capitali dei produttori) hollywoodiani. Dopo Vice su Dick Cheney è la volta di Gary Hart, il politico democratico che dovette ritirarsi alla corsa per la Casa Bianca nel 1988 a causa di uno scandalo: un tradimento, qualcosa che gli americani non perdona(va)no, almeno prima di Trump. 

Dirige il canadese Reitman, nel ruolo principale Hugh Jackman.

Torna ancora una volta in un ruolo da vendicatore Liam Neeson. Questa volta, sotto la direzione del norvegese Hans Petter Moland, è il placido abitante di una cittadina turistica nelle Montagne Rocciose che si trasforma in seguito alla perdita del figlio.

Il film  che è meno drammatico di quanto sembrerebbe e che presenta situazioni e personaggi anche ridicoli -  è un remake di In ordine di sparizione, girato dieci ani fa dallo stesso Hans Potter Moland e che ai tempi andò molto bene in Scandinavia.

È un film sulla malattia quello di Hervé Mimran, ma la mano del regista - e quella dell'interprete proncipale, Fabrice Luchini è leggera nel raccontare la storia di un uomo d'affari che resta colpito da un ictus e che deve recuperare memoria e linguaggio. Lo farà, in parte, grazie all'aiuto di una logopedista e alla comprensione che il tempo è il suo ìalleato e il suo bene più prezioso.

Profluvi di buoni sentimenti corredati dal sovrannaturale: è il film di Paco Arango, uomo di spettacolo e regista messicano che ha dedicato la sua vita alle buone cause e ha radunato un cast di attori anche noti (spicca, tra gli altri, il volto di Jonathan Pryce) per imbastire la storia bizzarra di un giovane che scopre di avere il potere di guarire la gente.

Fausto Brizzi dirige una commedia delle sue con, tra gli altri, Paolo Ruffini, Pasquale Petrolio, Dino Abbrescia e Violante Placido. Il vero protagonista però è uno smartphone: quello di Diego, una celebrità, che finisce nelle mani sbagliate mentre lui è bloccato su un volo verso l'Australia, impossibilitato a fare alcunché per bloccare chi lo sta usando con grande libertà.

Un film su una comunità di nativi americani all'interno di una riserva indiana, sui rapporti tra questi e la popolazione bianca e sulla vicenda di due fratelli. Un'opera che punta al tempo stesso l'obiettivo su una realtà poco osservata degli USA e che si fa metafora di tutti i conflitti legati alle origini, alle razze e alle nazioni.

È al suo primo film Gjorce Stacreski, regista macedone, che sceglie di raccontare la storia di Vele, un giovane operaio che confeziona per il padre malato una magic cake a base di marijuana, scatenando il paese - che grida al miracolo - e la banda di trafficanti a cui ha sottratto l'ingrediente "segreto". Sembra una commedia, ma riflette le condizioni disperate di un Paese vittima del neoliberismo e ritrae persone, più che personaggi, alla prese con una situazione dove l'umorismo rappresenta l'unica risorsa per combattere la miseria.

La rocambolesca storia - originale e vera - di Lee Israel, scrittrice caduta in disgrazia che si vendicò iniziando a scrivere e a spacciare falsi, diventa tra le mani della regista Marielle Heller la storia di un'antieroina sui generis, interpretata da Melissa McCarthy e affiancata da Richard Grant. 

Tra fantascienza e documentario, Elisa Fuksas osserva le vite di otto romani ossessionati dai nostri ecumenici misteri: lo spazio e l'infinito e la sopravvivenza post-mortem. 

Un documentario che mette idealmente a colloquio pensatori della contemporaneità come Bauman e figure politiche come Pepe Mujica, imprenditori come Nick Hanauer ed economisti come Serge Latouche, impegnati a dire la loro in un'indagine sulla situazione del vilaggio globale, alle prese con temi come la decrescita, la robotizzazione, le nuove tecnologie e l'uso del tempo libero.