I canetti sono oggettivamente la cosa più adorabile che sia mai esistita. Seconda solo, e forse, ai Capibara; ma non siamo mica in Brasile, qua siamo nella cara vecchia Europa e qua selezioniamo il bulldog francese per il nostro sollazzo costringendo un’intera razza a una vita di sofferenze. Intendiamoci, i gatti sono esseri superiori. Con la loro bellezza altera hanno soggiogato il genere umano, manipolandolo fino a farne il loro personale raccoglitore di cacca. I gatti possiedono il nostro cervello e la nostra anima. Ma i canetti hanno la precedenza su cuore e pancia. Così fedeli, così stupidi, così giocherelloni, così affidabili, così puri. Sono bestie commoventi e se le lasci in autostrada d’estate o li tratti male in qualsiasi modo significa che la mamma di tua mamma è tua nonna ed entrambe sono antipatiche.

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Colin from Accounts

L’ottimo episodio pilota di Colin from Accounts – commedia australiana forse romantica forse no, chissà, dal formato strano (37 minuti) e prodotta da CBS – è un esempio perfetto di come trattare con i canetti senza essere stucchevoli o talebani, l’altra pessima alternativa all’essere antipatici. Il mitico a quattro zampe che appare in questa serie è il motore narrativo della stessa e, nell’ottica della storia, è l’arma scelta dal destino (o dal caos o dal dio dei canetti) per far incontrare due persone che, altrimenti, non avrebbero mai incrociato i rispettivi cammini – e che, peraltro, sono interpretati dai creatori e sceneggiatori della serie, Harriet Dyer e Patrick Brammall, anche moglie e marito nella vita vera.

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Colin from Accounts

Ashley, medica specializzanda, è campionessa di rottura di rapporti tossici tendenti allo stalking (da parte sua) e la mattina, uscendo di casa, non disdegna una spruzzata di tequila dritta sul gargarozzo. Gordon, mastro birrario e proprietario di un locale, si fa chiamare Flash dagli amici e, quando attraversando la strada Ashley gli mostra gratuitamente una tetta e lui distraendosi investe un canetto casualmente scappato di casa, si trova costretto a condividere le ingenti spese della veterinaria con una ragazza abbastanza giovane da non conoscere per nulla Flash Gordon. O almeno. Lui si fida che lei gli restituirà la sua parte, da onesta correa in tentato canetticidio, ma come gli fa notare la sua dipendente “D’altronde gli esibizionisti sono celebri per la loro responsabilità fiscale”.

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Colin from Accounts

Nonostante la diffidenza iniziale – e l’evidente stato di tumulto funzionale in cui versano, ognuna a modo proprio, le vite dei due protagonisti – Ashley e Flash arrivano a un macchinoso per quanto adorabile accordo e si presentano all’uscita dalla sala operatoria della bestiola, costretta dall’incidente a deambulare con il carrellino. Decidono di battezzare il cane Colin dell’ufficio contabile che si sta occupando dell’importante fusione, per gli amici Colin, e per una serie di sfortunati eventi si trovano costretti a passare la prima notte da sconosciuti che condividono il destino di un animaletto disabile sotto lo stesso tetto.

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Colin from Accounts

Faranno già le cose sconce? Apparentemente no. Ma tra i due c’è un feeling che va al di là del flirt (se non sbaglio fanno fino a 100mila euro di multa) e soprattutto c’è un canetto di cui prendersi amorevolmente cura, maturando e migliorandosi come persone in attesa del brutto momento in cui i veri padroni di Colin (dell’ufficio contabile che si sta occupando dell’importante fusione) scopriranno l’intrigo e reclameranno la bestiolina dopo che essa è riuscita a farsi uno spazietto nel cuoricione ammaccato di Ashley e Flash, unendoli in un romantico amore canetto.

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Colin from Accounts

Andrà davvero così? E che ne so io. Però so che Colin from Accounts è una di quelle serie piene di grazia narrativa, fatta anche di piccoli dettagli che non sono poi così scontati – una studentessa parte sempre da casa la mattina con un ombrello tascabile in borsa – ma che arricchiscono la costruzione dei personaggi e di conseguenza il jackpot di empatia al culmine della parabola.



 
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Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.