Erano Dino Zoff, Fausto Bertinotti, Walter Veltroni, Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Emma Bonino, Paolo Guzzanti e Nicola Piovani a parlare di Sandro Pertini in occasione del trentacinquesimo anniversario della sua scomparsa. Sembra quasi di risentire la geniale interpretazione di Gianni Minà fatta in radio da Fiorello, e invece è una delle tante (tantissime?) chicche che verranno presentate in anteprima in occasione della 66ª edizione del Festival del popoli di Firenze, che si terrà nel capoluogo toscano dal 1° al 9 di novembre, ribadendo una grande tradizione che dura dal 1959 e lo conferma come una delle manifestazioni cinematografiche dedicate al linguaggio del documentario più importanti e longeve del mondo.

Il docufilm dedicato a Pertini – intitolato Il settimo presidente – e diretto da Daniele Ceccarini e Mario Molinari, tuttavia, arriverà solamente in chiusura (il 9 novembre) di un’edizione che si appresta a presentare ben 90 pellicole provenienti da tutto il mondo, divise fra tre concorsi ufficiali, anteprime, omaggi e incontri. L’apertura del Festival, per fare un esempio, è affidata alla proiezione di With Hasan in Gaza di Kamal Aljafari, che verrà proiettato per la prima volta in Italia ed è un documentario realizzato grazie al miracoloso ritrovamento di tre nastri MiniDV risalenti al 2001, grazie ai quali sarà possibile rievocare una Gaza che ormai, purtroppo, non esiste più, devastata dagli interessi, le ideologie e le avidità dell’uomo.

Il tema fulcro su cui ruoterà il 66° Festival dei popoli è quello della fusione tra attualità e arte, con l’obiettivo di riflettere sul valore di cui è investito il ruolo sociale del documentario in un’epoca fortemente instabile. Chi meglio di Ken Loach, dunque, per accompagnare gli appassionati nel ruolo di presidente onorario della manifestazione nel corso dell’edizione 2025, e per portarli in un viaggio di riflessione e dibattito tra presente e passato, con uno sguardo rivolto al futuro. Tra gli appuntamenti da non perdere, infatti, segnaliamo la proiezione del primo documentario creato nella sua interezza tramite l’intelligenza artificiale: Post Truth è stato ideato e realizzato da Alkan Avcıoğlu, cineasta turco poco più che quarantenne, ed è composto da più di 60 ore di materiali generati da una IA. Lungi dal promuovere o perorare la sostituzione dell’essere umano, Avcıoğlu si interroga (e ci interroga) in maniera approfondita sul rapporto che abbiamo con le immagini e con la loro autenticità.

Quindi, come si diceva in precedenza, ci sarà spazio anche per il presente dell’arte documentaria, con tre sezioni competitive. Il concorso internazionale di lungometraggi, con la proiezione di 9 film in anteprima assoluta o nazionale; il concorso italiano, che ospita 7 documentari dedicati ai temi della memoria e dell’identità; e infine il concorso internazionale discoveries, dedicato a 10 tra mediometraggi e cortometraggi firmati da giovani registi e registe. Come se non bastasse, la 66ª edizione del Festival dei popoli si è ritagliata lo spazio per ospitare due omaggi/retrospettive preziosi, dedicati a due fondamentali donne di cinema. Il primo avrà per protagonista la guadalupese creola Sarah Maldoror, già collaboratrice di Gillo Pontecorvo e ritenuta dagli storici del cinema la prima cineasta nera a riuscire a realizzare un film in Africa (il suo capolavoro Sambizanga). Il secondo, invece, sarà dedicato a Marie Losier, autrice francese che nella sua opera ha raccontato con sensibilità tutta personale numerose figure di rilievo della musica e dell’arte.

Per tutte le informazioni dettagliate sui luoghi della 66ª edizione del Festival dei popoli, sul programma completo, gli orari, le modalità di accredito e di acquisto dei biglietti, e le attività collaterali organizzate in occasione della manifestazione, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale festivaldeipopoli.org.
 
             

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