Nel film Lo schiaffo di Frédéric Hambalek, al cinema dal 27 novembre con Lucky Red, la famiglia viene rappresentata come un sistema attraversato da tensioni invisibili fino a quando un elemento imprevisto ne altera l’equilibrio. Al centro c’è Marielle, una ragazzina che sviluppa improvvisamente capacità telepatiche. Questo evento cambia radicalmente la dinamica domestica. La trasparenza diventa obbligata, la privacy svanisce. Il lungometraggio mette in scena una situazione in cui la comunicazione familiare non può più essere controllata né gestita con filtri. Quello che era implicito diventa esplicito. La casa, invece di proteggere, espone.

Una telepatia come detonatore
La trama del film Lo schiaffo si sviluppa a partire da un cambiamento improvviso e inspiegabile: Marielle inizia a percepire pensieri e stati d’animo dei genitori. Julia e Tobias, inizialmente presentati come una coppia stabile, si trovano costretti ad affrontare i non detti, le contraddizioni e le verità taciute.
L’elemento telepatico interrompe la gestione quotidiana delle relazioni e impone un confronto diretto. L’opera utilizza questa premessa per costruire situazioni in cui i codici tradizionali della comunicazione familiare vengono messi in discussione.
Identità in bilico
I due adulti, Julia e Tobias, si muovono in un contesto che riflette una certa idea di stabilità borghese. Entrambi sono inseriti in una routine ben definita, ma l’irruzione dell’elemento telepatico fa emergere ambivalenze e tensioni latenti. Le reazioni alla perdita di riservatezza sono diverse, ma accomunate da un progressivo senso di disorientamento. Il film Lo schiaffo osserva la trasformazione del rapporto tra i due, senza proporre un’interpretazione univoca. Le loro interazioni diventano sempre più legate alla necessità di ridefinire i confini tra ciò che può essere detto e ciò che non lo può più essere.
Marielle, la figlia tredicenne, diventa una presenza centrale nella narrazione non per la sua azione diretta, ma per l’effetto che la sua capacità ha sugli altri. La sua telepatia non le permette solo di ascoltare, ma di conoscere senza filtri ciò che accade nel mondo adulto che la circonda. Questo porta a un’accelerazione nella sua presa di coscienza, che altera il suo modo di stare nella relazione con i genitori. Marielle non è tanto un personaggio attivo in senso classico, quanto una figura catalizzatrice. La sua nuova consapevolezza modifica gli equilibri familiari senza che lei debba intervenire esplicitamente.

Il privato come spazio esposto
Uno dei temi che il film Lo schiaffo mette in campo riguarda la privacy. Non in senso astratto, ma come pratica quotidiana che regola le relazioni all’interno della famiglia. La possibilità di osservare e sapere tutto dell’altro viene solitamente associata al controllo dei genitori sui figli. Qui avviene l’opposto. La situazione narrativa ribalta la direzione dello sguardo.
La domanda implicita è: cosa accade quando gli adulti non possono più nascondersi? Non si tratta solo di informazioni, ma di emozioni, contraddizioni, desideri. Il regista non fornisce risposte definitive, ma esplora le implicazioni di un’esposizione totale, dove la distinzione tra pubblico e privato si dissolve.
Crisi di un modello familiare contemporaneo
Julia e Tobias abitano un ambiente moderno e ben strutturato. Hanno superato i bisogni primari e si trovano ad affrontare interrogativi legati alla realizzazione personale, alla qualità del legame coniugale, alla percezione che la figlia ha di loro. Il film Lo schiaffo ambienta questi interrogativi in uno spazio familiare che rispecchia uno stile di vita preciso: sobrio, razionale, organizzato.
L’interferenza del fattore telepatico porta a una riconsiderazione di questa struttura. Non si tratta di un conflitto aperto, ma di una lenta erosione dei codici che regolavano l’equilibrio tra i membri della famiglia. La situazione proposta evidenzia come anche in contesti apparentemente solidi possano emergere fratture difficili da gestire.
Una fine senza chiusura
La conclusione non propone soluzioni né bilanci. La narrazione si interrompe lasciando spazio all’incertezza. Il racconto suggerisce che le dinamiche familiari non si risolvono con una singola azione o decisione, ma si trasformano continuamente. Il finale rimane aperto, in linea con l’idea che i rapporti umani siano processi in movimento e non strutture stabili. Il film chiude lasciando lo spettatore con un punto di domanda più che con un punto fermo.
Lo schiaffo utilizza un elemento narrativo irrealistico (la telepatia) per interrogare dinamiche molto concrete. L’effetto è quello di una lente d’ingrandimento: la casa non è più il luogo della protezione ma quello dell’esposizione. Non c’è conflitto diretto, ma un progressivo slittamento dei ruoli e dei confini. La domanda che rimane sospesa è se la verità, una volta svelata senza mediazioni, possa essere sostenuta. Hambalek non risponde, ma espone il problema.
Disclaimer
 Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Lo schiaffo può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Lo schiaffo
Drammatico - Germania 2025 - durata 86’
Titolo originale: Was Marielle weiß
Regia: Frédéric Hambalek
Con Julia Jentsch, Felix Kramer, Laeni Geiseler, Mehmet Atesci, Moritz Treuenfels
Al cinema: Uscita in Italia il 27/11/2025
 
             


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