Nel panorama del cinema horror contemporaneo, il film Dangerous Animals trova spazio per il suo essere un’opera originale, disturbante e sorprendentemente profonda. Diretto da Sean Byrne e scritto dall’artista visivo e sceneggiatore Nick Lepard, intreccia il thriller psicologico con il filone del survival marino, ribaltando radicalmente l’immaginario classico del “film di squali”. Qui, il vero mostro non ha le pinne, come scopriremo al cinema dal 20 agosto grazie a Midnight Factory.

Hassie Harrison
Dangerous Animals (2025) Hassie Harrison

L’inferno galleggiante

Nel film Dangerous Animals, Zephyr, una giovane surfista libera e ribelle, viene rapita da Tucker, un serial killer ossessionato dagli squali, che la rinchiude a bordo della sua barca per condurla verso un macabro rituale di “offerta” agli animali marini. Ma la minaccia non proviene dalle creature dell’oceano, bensì dall’uomo che le venera in modo perverso. Isolata in mare aperto, Zephyr deve affrontare non solo un aguzzino sadico, ma anche le proprie paure più profonde, in una lotta per la sopravvivenza che diventa anche un viaggio interiore.


I due protagonisti, interpretati rispettivamente da Hassie Harrison e Jai Courtney, sono le anime in conflitto del film Dangerous Animals. Zephyr incarna un ideale di libertà selvaggia: vive in un furgone, viaggia da sola, cavalca le onde, ma sotto la superficie si cela una solitudine corrosiva, una fuga costante da legami e responsabilità emotive. Tucker, invece, è l’opposto e allo stesso tempo il suo riflesso oscuro: un uomo ferito, isolato, che tenta di imporsi sugli altri per colmare un abisso interiore.


L’incontro tra i due - brutale, claustrofobico, viscerale - si sviluppa come un crudele gioco psicologico. Se Zephyr è abituata a scappare, ora è costretta a resistere. Se Tucker è abituato a controllare, comincia a perdere il suo dominio quando Zephyr inizia a reagire. La barca su cui si svolge gran parte dell’azione diventa un microcosmo perfetto: chiusa, mobile, in balia delle onde e della follia.

L’orrore dell’umanità, non della natura

L’intuizione centrale di Lepard, condivisa e potenziata da Byrne, per Dangerous Animals è quella di decostruire il “film di squali” e ridefinirne il nemico. Gli squali non sono qui i mostri assetati di sangue, bensì creature fraintese, simboli di solitudine e resistenza. Tucker li venera ma li usa per i suoi scopi deviati, incarnando la contraddizione di chi difende la natura solo per esercitare su di essa un controllo malato.


Il film nasce proprio da una riflessione etica: Lepard, colpito da una lettera aperta di scienziati contro Paradise Beach – Dentro l’incubo, ha voluto creare un antagonista che fosse una metafora della distorsione umana dell’ecosistema. Così il film Dangerous Animals si fa carico di una critica culturale sottile ma incisiva: il vero “animale pericoloso” non è quello che nuota nel mare, ma quello che lo osserva dalla barca.

Jai Courtney
Dangerous Animals (2025) Jai Courtney

Un’estetica tra orrore e bellezza

La regia di Byrne punta alla tensione. Il lavoro con il direttore della fotografia Shelley Farthing-Dawe ha l’obiettivo di restituire immagini potenti, girate in gran parte realmente in mare, con gli attori appesi a gru sopra l’acqua in condizioni difficili. L’uso della luce naturale, della macchina a mano e delle lenti correttive posteriori per effetti speciali è finalizzato a creare un senso costante di immersione e vulnerabilità.


A cercare di rendere il tutto ancora più disturbante è il sound design di David White (Oscar per Mad Max: Fury Road) e la colonna sonora originale di Michael Yezerski, che accompagna la discesa nella follia con suoni dissonanti e melodie emotive, sottolineando tanto la tensione quanto i momenti di inaspettata connessione tra i personaggi.

Un horror che fa pensare

Hassie Harrison sorprende nel ruolo di Zephyr, lontano anni luce dai suoi ruoli precedenti in serie come Tacoma F.D. o Yellowstone. Zephyr è un personaggio ruvido, introverso, segnato da un dolore mai espresso, e Harrison ne restituisce ogni sfumatura, passando dalla vulnerabilità alla furia con credibilità e magnetismo.


Ma è Jai Courtney la sorpresa: il suo Tucker è tanto carismatico quanto repellente, una presenza inquietante che rievoca grandi villain del cinema horror. Byrne stesso ha paragonato la sua performance a quelle di Kathy Bates in Misery non deve morire, Christian Bale in American Psycho e Jack Nicholson in The Shining. E non a torto: Courtney dà vita a un mostro disturbante ma mai caricaturale, rendendo il suo Tucker inquietante proprio per la sua umanità corrotta.


Dangerous Animals
è un film horror psicologico vestito da thriller marino. È, nelle intenzioni del regista, viscerale, teso, a tratti scioccante - come nella scena del primo omicidio di Tucker, che lascia chi guarda senza fiato - ma anche sorprendentemente riflessivo. Parla di trauma, di libertà e controllo, della paura dell’abbandono e del bisogno di connessione. 


Non si esagera quando si dice che ha tutte le carte in regola per diventare un cult. In un’epoca in cui i mostri sono spesso proiezioni delle nostre paure collettive, Dangerous Animals osa suggerire che la creatura più pericolosa, più affamata, più irredimibile… siamo noi.

Filmografia

locandina Dangerous Animals

Dangerous Animals

Horror - Australia 2025 - durata 98’

Titolo originale: Dangerous Animals

Regia: Sean Byrne

Con Jai Courtney, Hassie Harrison, Josh Heuston, Ella Newton, Rob Carlton, James Munn

Al cinema: Uscita in Italia il 20/08/2025

locandina Paradise Beach: Dentro l'incubo

Paradise Beach: Dentro l'incubo

Drammatico - USA 2016 - durata 87’

Titolo originale: The Shallows

Regia: Jaume Collet-Serra

Con Blake Lively, Óscar Jaenada, Sedona Legge

Al cinema: Uscita in Italia il 25/08/2016

in streaming: su Apple TV Amazon Video Timvision Rakuten TV