Anna, il film scritto, diretto e interpretato da Monica Guerritore, si concentra su una figura centrale della storia del cinema italiano: Anna Magnani. Il lungometraggio prende forma a partire da una notte precisa – quella del 21 marzo 1956 – quando l’attrice è in attesa dell’annuncio del Premio Oscar per La Rosa Tatuata. L’arco narrativo si costruisce su quelle ore, ma le supera, facendo affiorare episodi, incontri e frammenti della sua vita e carriera.
Il film non segue uno schema cronologico tradizionale. Utilizza l’attesa notturna come dispositivo narrativo per attraversare la memoria della protagonista, inserendo visioni, ricordi e dialoghi che mettono in relazione piani temporali diversi e momenti cruciali della sua esistenza.
Dal 6 novembre al cinema con Notorious Pictures, dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Una notte lunga quanto una vita
La trama del film Anna si svolge in tempo quasi reale durante le ore che precedono l’annuncio degli Oscar, mentre Anna attraversa Roma, accompagnata da una giovane ragazza destinata a diventare la sua agente, Carol Levi. I luoghi, le strade e gli incontri di quella notte innescano un flusso di memorie che riportano in superficie figure importanti della sua vita: registi, colleghi, amori, amici.
Questo dispositivo permette all’opera di intrecciare la tensione dell’attesa con elementi del passato e anticipazioni del futuro. La notte diventa un contenitore emotivo e narrativo attraverso cui emergono i nodi centrali della sua vicenda personale e professionale.
Presenze che segnano il tempo
Intorno ad Anna nel film si muovono molte figure note del panorama culturale del tempo. Roberto Rossellini (Tommaso Ragno) è uno dei personaggi più presenti, rappresentato come una figura ricorrente nella mente della protagonista. Carol Levi, presente in due età diverse (Beatrice Grannò/Lucia Mascino), funge da testimone e interlocutrice.
Altri personaggi che appaiono nel corso del film includono Federico Fellini (Matteo Cirillo), Carlo Ponti (Luca Lazzareschi), Ingrid Bergman (Lucia Lavia), Alberto Moravia (Antonio Zavattieri), Tennessee Williams (Giampiero Judica), Indro Montanelli (Massimiliano Vado), Suso Cecchi D’Amico (Francesca Cellini).
Le relazioni tra Anna e queste figure non vengono trattate in senso documentaristico, ma come presenze evocative, legate alla memoria e al vissuto della protagonista. I personaggi si inseriscono nella struttura del film non come biografie parallele, ma come elementi che contribuiscono a delineare il contesto artistico e personale in cui si muove.

Dopo la notte, un’alba senza risposte
La narrazione del film Anna si costruisce attorno a un momento chiave della carriera di Anna Magnani, ma l’attenzione si sposta progressivamente su ciò che accade dopo. La vittoria dell’Oscar rappresenta un punto di svolta che apre a un cambiamento più ampio: il passaggio a un nuovo cinema, quello della Nouvelle Vague e del rinnovamento autoriale, che comporta una marginalizzazione della sua figura artistica.
Il lungometraggio esplora questo passaggio come un evento che unisce dimensione pubblica e privata. La “falsa vittoria” non è un giudizio, ma una svolta narrativa: la protagonista ottiene un riconoscimento massimo, ma si trova a fare i conti con una trasformazione del contesto che la rende progressivamente estranea.
Il tempo interiore come archivio
Uno degli assi portanti del film Anna è la memoria. Non si tratta di una rievocazione lineare o celebrativa, ma di un’indagine sul modo in cui il passato si manifesta nel presente. Le “intermittenze del cuore”, secondo l’espressione proustiana citata dall’autrice nel pressbook, indicano quelle apparizioni improvvise e disordinate che danno forma a ciò che resta impresso in una vita.
L’uso del tempo nel film non mira a una ricostruzione storica esaustiva, ma si concentra sullo spazio della soggettività. L’esperienza della protagonista diventa il filtro attraverso cui si percepiscono anche i cambiamenti nel linguaggio del cinema, nella cultura, nei rapporti personali. Il reale si intreccia all’immaginario.

La costruzione drammaturgica e la visione autoriale
La struttura del film Anna si sviluppa secondo un andamento che prevede un midpoint preciso: per due terzi, la narrazione segue lo scorrere delle ore della notte, in parallelo con gli eventi che avvengono a Los Angeles. Questo tempo dilatato consente di far emergere la personalità complessa della protagonista, la sua energia, le sue contraddizioni.
L’ultima parte, al contrario, è più contratta nei tempi e più essenziale nel linguaggio. L’alba che chiude la notte, anziché risolvere i conflitti, ne sottolinea l’ambiguità. Il passaggio dal pieno al vuoto, dalla tensione alla disillusione, diventa parte integrante della struttura narrativa.
Uno sguardo interno più che esterno
Il film Anna non si propone come cronaca o biografia, ma come percorso interno. L’autrice stessa ha dichiarato di non voler stupire né costruire un’opera spettacolare, ma di voler incarnare la protagonista per far emergere ciò che ha attraversato. Questo approccio mira a trasformare l’interpretazione in un processo di immedesimazione, in cui l’attrice non osserva il personaggio da fuori, ma ne condivide le domande e le mancanze.
Tale scelta orienta la narrazione su binari non convenzionali: le emozioni, i pensieri, le fratture personali diventano veicolo di racconto. L’obiettivo non è spiegare o concludere, ma restituire uno spazio di esperienza.
Il tempo che resta
Anna si colloca in una linea di narrazione che non cerca di chiudere il significato, ma di aprire spazi di percezione. Il film non si limita a raccontare un personaggio, ma propone una riflessione più ampia su cosa significa appartenere al proprio tempo e allo stesso tempo esserne esclusi. La notte degli Oscar, scelta come cornice narrativa, funziona da soglia: non tanto verso una consacrazione, quanto verso un confronto con la solitudine, la memoria e il cambiamento.
Il film si sviluppa così come un attraversamento: di una notte, di una vita, di una stagione del cinema e della cultura italiana.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto la serie. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Anna può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Anna
Drammatico - Italia 2025 - durata 108’
Regia: Monica Guerritore
Con Monica Guerritore, Tommaso Ragno, Beatrice Grannò, Lucia Mascino, Roberto De Francesco, Alvia Reale
La rosa tatuata
Drammatico - USA 1956 - durata 109’
Titolo originale: The Rose Tattoo
Regia: Daniel Mann
Con Anna Magnani, Burt Lancaster, Marisa Pavan, Jo Van Fleet
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