Nuova miniserie (otto episodi) tratta da Stephen King, nella fattispecie dal romanzo omonimo L’istituto pubblicato nel 2019 e tradotto da Luca Briasco. A realizzarla il regista Jack Bender, che ha all’attivo episodi di I Soprano, di Lost e di Il trono di spade (curiosamente citato nel libro, dove uno dei personaggi legge George R.R. Martin) e lo showrunner Benjamin Cavell, già autore, insieme a Josh Boone, di un’altra serie kinghiana, The Stand, ovvero L’ombra dello scorpione, la versione più recente del 2021.

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L'istituto

Due le storie per un po’ parallele e infine congiunte di questo L’istituto. Da una parte l’ex poliziotto ramingo con senso di colpa Tim Jamieson (Ben Barnes) che arriva come John Rambo in una cittadina del Maine dove accetta un posto da guardiano notturno e familiarizza con la collega in divisa Wendy (Hanna Galway). Dall’altra quella di Luke (Joe Freeman), quattordicenne rapito e rinchiuso in un istituto dove “minori speciali” sono sottoposti a terribili esperimenti con lo scopo di liberare il loro potenziale e poi controllarlo per non meglio definiti scopi strategici.

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L'istituto

L’istituto è diretto con mano di ferro dalla signora Sigsby (Mary-Louise Parker), che non esita ad avvalersi dei servigi di ex militari guidati dal responsabile della sicurezza Stackhouse e di quelli anche sessuali del dottor Hendricks coordinatore degli esperimenti. I talenti dei bambini sono divisi in due, telecinetici e telepatici, ma quando arriva Avery, un esper potentissimo di dieci anni, si girano gli eserciti, spariscono gli eroi e la guerra, finalmente, cominciano a farla loro.

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L'istituto

Una serie spaccata in due. Le prime quattro puntate, focalizzate soprattutto su bambini e ragazzi reclusi, sono piuttosto belle e si concentrano sui caratteri e sul mistero che, specie se non si è letto il libro, favorisce l’abbuffata (altrimenti detta dagli esperti binge watching). In particolare non è subito svelato lo scopo degli esperimenti, né quale sia il ruolo dell’istituto negli assetti strategici nazionali, visto che comunque gode di coperture a ogni livello.

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L'istituto

La seconda parte, invece, con la fuga di Luke e il sodalizio con Jamieson, è più discutibile. Di Jamieson aspetti per tutta la serie una reazione energica che resta invece inespressa. Per intenderci: non è Rambo. Non poche le differenze rispetto a Stephen King, una in particolare merita di essere sottolineata. Nel libro Luke ha 12 anni, nella serie ne ha 14 e già nella prima puntata bacia Kalisha. Benché l’iniziativa sia della ragazza, gli ormoni sono già in subbuglio. Il cambio è utile alla definizione di un personaggio “hot” pensato per una fascia di pubblico adolescenziale alla quale la miniserie evidentemente si rivolge, ma così si svia un po’ dalla banda di bambini speciali amati da King, quali Danny “Doc” Torrance, la mitica incendiaria ma in fondo anche un po’ i “perdenti” di IT. Joe Freeman, giovane attore inglese figlio di Martin, però è bravissimo, anzi diciamo pure che è lui il valore aggiunto in una produzione che spreca il potenziale di partenza.

Autore

Mauro Gervasini

Firma storica di Film Tv, che ha diretto dal 2013 al 2017, è consulente selezionatore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e insegna Forme e linguaggi del cinema di genere all'Università degli studi dell'Insubria. Autore di Cuore e acciaio - Le arti marziali al cinema (2019) e della prima monografia italiana dedicata al polar (Cinema poliziesco francese, 2003), ha pubblicato vari saggi in libri collettivi, in particolare su cinema francese e di genere.