Amici e amiche, la questione è semplice. O, come soleva dire la buonanima di Emilio Fede al cavalier Berlusconi a ogni nuova infornata di olgettine: qua non ci sono banane. Greg Daniels, lo showrunner della versione statunitense di The Office, ha raccolto a sé Michael Koman – il socio creativo di Nathan Fielder, ovvero l’autore più incredibile che non ci fanno vedere in Italia COMBLODDO – e ha deciso di fare un sequel antologico/stilistico di quella che, a tutti gli effetti, è la sitcom più di culto e memorabile di nuovo millennio. Che è sempre The Office. Il cui sequel a vent’anni di distanza, The Paper, esce negli USA su Peacock e non ha ancora una distribuzione italiana nonostante il genitore celeberrimo e nonostante la presenza di Sabrina Impacciatore nei panni di Amelia la strega che ammalia. Come a dire: non temete, arriverà presto sui nostri schermi. Ma se ben ricordate non ci sono banane, e noi ne parliamo lo stesso perché The Paper, da quel che si è potuto ammirare, è discretamente figa.

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Ora, per non comportarsi da screanzati, sarebbe il caso di evitare i soliti atti da nerd tracotanti che sollevano questioni di lana caprina tipo: ma se ne sentiva davvero il bisogno? Ma come fa a essere bella come l’originale, che comunque era già meno bella dell’originale originale inglese? Ma Michael Scott ritorna? Gne gne gne. Nell’ordine: no, perché alle serie tv è comunque preferibile l’uva passa che dà più calorie; non può essere bella COME l’originale, è insensato, al massimo proverà a essere bella a modo suo; non lo so, ma in effetti sarebbe un momento delizioso.

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Il cold open del pilota di The Paper ci ricorda che, nel lontano 2005, una troupe di silenziosi documentaristi – che nel mondo reale sarebbero già stati insigniti di una laurea honoris causa in antropologia – cominciava le sue riprese all’interno di un’azienda di commerciali della carta ubicata a Scranton, in Pennsylvania, per seguire passo passo i dipendenti di un ufficio come tanti altri. Lo scopo: osservare il passaggio di testimone mentre la cultura aziendale si evolveva da Mad Men alla Silicon Valley, seguendo i colletti bianchi – impiegati in un’industria morente come quella della carta – anche negli alti e bassi delle loro vite private.

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Vent’anni dopo, quegli stessi documentaristi sono tornati sui luoghi del primo delitto. Ora, però, la Dunder Mifflin non esiste più. È stata rilevata da una grande azienda di Toledo, nell’Ohio, che si occupa di tutto ciò che è fatto di carta: dalla cancelleria, ai fazzoletti di carta, ai copriwater e financo i quotidiani locali, in rigoroso ordine di qualità.

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Al nono piano – di quello che negli anni ‘70 era un intero palazzo dedicato alla redazione e alla stampa – si trova la sede del Toledo Truth Teller, un tempo glorioso quotidiano di provincia con mille impiegati e persino corrispondenti internazionali, oggi papiro ruvido da culo – NON CREDERETE MAI AI CLICKBAIT DELLA LORO VERSIONE ONLINE – che condivide un open space con gli uffici di quelli che vendono la vera carta igienica.

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In The Paper, effettivamente, c’è una specie di Michael Scott, che sarebbe Impacciatore nei panni sciantosi della direttrice editoriale ad interim, Esmeralda Grand, fiera propalatrice di pattume fumante sul web, buono per raccogliere click e vendere i dati dei lettori ai migliori offerenti – NON CREDERETE MAI AI SOLDI CHE SI FANNO PESCANDO A STRASCICO COI COOKIE – e felicissima di avere una troupe che finalmente si degna di darle le attenzioni che merita mentre molesta inconsapevolmente i suoi sottoposti, come li chiama lei.

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C’è anche una simil Jim, che sarebbe il personaggio di Mare, più o meno l’unica vera giornalista della redazione la quale, invece di scrivere, fa la grafica ed è quella che si occupa di trascinare gli articoli già scritti dalle agenzie negli spazi vuoti delle pagine. C’è pure un Oscar, che è esattamente il vecchio Oscar di The Office, capo contabile del Truth Teller e unica persona al mondo a essere colpita esattamente due volte dal fulmine di un documentario in ufficio (senza via di scampo, peraltro: ha firmato una liberatoria nel 2005 che non ha una data di scadenza).

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E poi c’è il protagonista interpretato da Domhall Gleeson, Ned Sampson, il nuovo, acerbo caporedattore che arriva con l’entusiasmo di un cucciolo di labrador e con la convinzione che i suoi unici due difetti siano l’eccessiva passione per il giornalismo e la tendenza a romanticizzare tutto ciò che lo circonda. In pratica è un entusiasta saturo di ideali, che vuole fare il giornalista per davvero e raccontare il mondo pur non avendo consapevolezza di ciò che gli succede intorno perché è troppo impegnato a riflettere sulla perfezione della teoria. Ned ha fatto la scuola di giornalismo, ma è stato bullizzato dal padre che lo ha costretto a lavorare per la sua azienda di cartone di lusso. Ned è un volenteroso senza freni, e ha un piano per il Truth Teller: liberarsi di quella schifezza che chiamano versione online – e che è l’unica fonte di profitto per l’azienda – e concentrarsi sul caro vecchio giornalismo che batte le strade di provincia e controlla le fonti.

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Esmeralda, però, è pronta a difendere il suo feudo con il coltello fra i denti. Per aggirare la mancanza di fondi necessari a realizzare il suo piano romantico, Ned propone agli impiegati dell’azienda di scrivere come volontari e contribuire a rilanciare la testata.

Non potrà che finire malissimo – o comunque amarissimo, visto lo stato di salute della carta stampata – ma intanto la stesura delle premesse di The Paper funziona e non ripete a pappagallo le dinamiche di The Office. È vero che lo stile da mockumentary è esattamente quello e l’intensità del déjà-vu ogni tanto ammicca al “già visto”, pur senza toccarlo. Ma la scrittura è impeccabile e i personaggi, ben accennati, sembrano promettere bene, con la naturalezza imbranata di Gleeson e il carisma prepotente di Impacciatore sugli scudi a condurre il resto della compagnia.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per Film Tv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina The Paper

The Paper

Commedia - USA 2025 - durata 0’

Titolo originale: The Paper (2025)

Con Greg Daniels, Eric Rahill, Jeffrey Blitz, Domhnall Gleeson, Sabrina Impacciatore, Nancy Lenehan