Il film Norimberga, scritto e diretto da James Vanderbilt, si concentra su un momento centrale della storia del Novecento: il primo processo internazionale per crimini di guerra, avvenuto al termine della Seconda guerra mondiale. Il racconto intreccia aspetti giuridici, psicologici e politici, esplorando il lavoro di chi, all’interno di un contesto inedito, tentò di costruire un sistema legale per giudicare i crimini del regime nazista.
Dal 18 dicembre al cinema con Eagle Pictures.

Un campo di battaglia silenzioso
Al centro della narrazione del film Norimberga si trova il tenente colonnello Douglas Kelley (Rami Malek), psichiatra dell’esercito americano incaricato di valutare la capacità mentale dei principali imputati del processo. Tra loro, spicca Hermann Göring (Russell Crowe), ex gerarca nazista e figura di spicco del regime. L’interazione tra i due si sviluppa attraverso una serie di colloqui, nei quali Kelley cerca di comprendere la struttura mentale e le motivazioni del suo interlocutore.
In parallelo, la figura del giudice della Corte Suprema Robert H. Jackson (Michael Shannon) rappresenta il punto di raccordo tra la dimensione etica e quella istituzionale. A lui viene affidato il compito di dare forma giuridica a un processo senza precedenti, in collaborazione con i rappresentanti delle altre potenze alleate.
Una mente brillante, un’anima inquieta
Douglas Kelley viene descritto nel film Norimberga come un militare fuori dagli schemi convenzionali, con una formazione scientifica solida e una forte curiosità per il funzionamento della mente umana. Il suo incarico a Norimberga gli impone non solo di accertare la lucidità mentale degli imputati, ma anche di interrogarsi sul rapporto tra struttura psichica individuale e responsabilità collettiva. I colloqui con Göring si trasformano in un’esplorazione di come ideologia, ambizione e razionalità possano coesistere in figure centrali del regime nazista.
Il rapporto tra Kelley e Göring si sviluppa su piani molteplici, mescolando analisi, confronto e tensione. A emergere è il tentativo, da parte di Kelley, di comprendere se esista una componente patologica alla base delle azioni compiute dai gerarchi nazisti, o se queste vadano collocate entro una cornice più ampia, legata a fattori storici, culturali e politici.

Il volto complesso del potere
Nel corso dei colloqui, Göring appare come una figura consapevole del proprio passato e della propria posizione all’interno del sistema che ha contribuito a costruire. Il film Norimberga ricostruisce aspetti della sua biografia, dalle imprese come aviatore nella Prima guerra mondiale fino all’ascesa politica e all’ingresso nell’entourage di Hitler. Elementi come il carisma personale, l’attitudine alla leadership e l’adattabilità alle circostanze storiche vengono messi in relazione con il suo ruolo nella macchina del potere nazista.
Il personaggio è presentato nella sua complessità, attraverso episodi che riguardano sia la sfera pubblica che quella privata. Il lungometraggio si sofferma anche sul suo stato fisico e mentale durante la detenzione, e su come la sua lucidità vari in relazione alla sospensione dell’uso di sostanze farmacologiche precedentemente assunte.
Jackson: la giustizia come costruzione
La figura di Robert H. Jackson viene rappresentata nel suo tentativo di dare struttura legale a un processo inedito. L’assenza di un precedente giuridico per crimini contro l’umanità rende necessario un lavoro di definizione delle norme, di costruzione del quadro accusatorio e di bilanciamento tra esigenze politiche e principi di diritto.
Jackson agisce in un contesto multilaterale, dovendo mediare tra le richieste divergenti delle potenze alleate. Il suo sforzo si inserisce nella volontà – promossa dagli Stati Uniti – di rispondere con un processo legale, anziché con misure sommarie, alla cattura dei responsabili del regime.
Il male come possibilità umana
Una delle domande che percorrono la narrazione del film Norimberga è se il comportamento criminale di massa possa derivare da condizioni psichiatriche individuali, o se sia frutto di meccanismi più ordinari, accessibili a chiunque in determinate condizioni. La riflessione si sviluppa attraverso i diversi approcci di Kelley e del suo successore, Gustave Gilbert, incaricato di proseguire le valutazioni psicologiche.
Mentre Kelley tende a escludere l’ipotesi della malattia mentale, indicando nei gerarchi nazisti individui perfettamente razionali, Gilbert sottolinea la presenza di tratti patologici, legati a deficit morali ed emotivi. Queste due letture contribuiscono a porre l’accento sulla difficoltà di tracciare confini netti tra sanità, ideologia e crimine.

Un testimone tra due mondi
Accanto ai protagonisti principali, emerge la figura di Howie Triest (Leo Woodall), giovane interprete tedesco-ebraico, emigrato negli Stati Uniti e tornato in Europa con l’esercito americano. La sua funzione nel film Norimberga è duplice: da un lato, garantisce la comprensione linguistica tra Kelley e i prigionieri; dall’altro, rappresenta un punto di vista intimo e personale, segnato dalla biografia di chi ha vissuto direttamente le conseguenze del regime.
Il suo ruolo di mediatore silenzioso restituisce una dimensione umana alla procedura giudiziaria e contribuisce a inserire l’elemento della memoria nel racconto.
Giustizia e rappresentazione
Il processo di Norimberga viene ricostruito anche attraverso la sua messa in scena, sia nel senso teatrale del dibattimento, sia nella documentazione visiva dei crimini. Un momento centrale è la proiezione in aula delle riprese effettuate nei campi di concentramento, utilizzate come prova documentale. Le immagini, nel film, assumono un ruolo drammaturgico decisivo, segnando uno spartiacque nella percezione collettiva degli eventi.
L’utilizzo del cinema come strumento di verità – all’interno della finzione cinematografica stessa – sottolinea il peso che la rappresentazione ha avuto nel rendere visibile l’invisibile, e nel fissare nella memoria collettiva le conseguenze del regime.
Un’eredità da gestire
Norimberga propone una riflessione sulle condizioni in cui un sistema giudiziario può tentare di rispondere a crimini di portata sistemica. La struttura narrativa intreccia il piano individuale (le dinamiche tra i personaggi) e quello collettivo (il tentativo di codificare la giustizia internazionale).
Il film, prendendo spunto dal libro Il nazista e lo psichiatra di Jack El-Hai, si concentra su un periodo specifico e cruciale, lasciando aperta la domanda su come riconoscere e affrontare le dinamiche del potere e della responsabilità nei momenti di crisi.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Norimberga può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Norimberga
Storico - USA 2025 - durata 148’
Titolo originale: Nuremberg
Regia: James Vanderbilt
Con Leo Woodall, Russell Crowe, Michael Shannon, Rami Malek, Colin Hanks, John Slattery
Al cinema: Uscita in Italia il 18/12/2025
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