Un gruppo hip hop, una lingua a rischio, e una battaglia identitaria nel cuore di Belfast: Kneecap, il primo film di Rich Peppiatt, non è un semplice biopic musicale. È un manifesto, una storia che unisce ribellione culturale e militanza linguistica. Non edulcora e non concede tregua. Al centro, tre ragazzi con l’istinto da performer e l’urgenza di rivendicare un’identità negata. Dal 28 agosto al cinema con EuroPictures.

DJ Próvai, Mo Chara, Móglaí Bap
Kneecap (2024) DJ Próvai, Mo Chara, Móglaí Bap

Hip hop e guerra culturale

Nel film Kneecap, siamo a Belfast, città post-Troubles, con ancora addosso le cicatrici dei decenni di conflitto. Qui si incrociano le vite di JJ, un insegnante, e due giovani irregolari: Naoise e Liam Óg, alias Mo Chara e Móglaí Bap. Insieme fondano il gruppo Kneecap, un collettivo hip hop che sceglie di rappare esclusivamente in gaelico irlandese. La loro lingua madre non è solo un mezzo espressivo, ma il campo di battaglia di una lotta per la sopravvivenza culturale.


Nonostante siano considerati poco più che “feccia autodichiarata”, i tre diventano volti inattesi di un nuovo movimento per i diritti civili. Mentre la loro musica prende piede tra i giovani, attirano l’attenzione e l’opposizione di polizia, politici e paramilitari. Ma spesso il pericolo più grande sono loro stessi, trascinati dal caos, dalle droghe e dall’ego.

Oltre il mito

I Kneecap interpretano se stessi nel film, portando sullo schermo un’autenticità difficile da replicare con attori professionisti. Mo Chara, Móglaí Bap e DJ Próvaí non recitano: vivono, si espongono, mettono a nudo il cuore del loro progetto musicale e politico. JJ, il professore, fa da ponte tra il mondo accademico e quello della strada. L’incontro con i due rapper è l’inizio di una rivoluzione personale e collettiva.

I personaggi non sono costruiti per piacere. Sono scomodi, contraddittori, a volte autodistruttivi. Ma portano una missione: restituire dignità a una lingua e a una cultura marginalizzate.

Michael Fassbender
Kneecap (2024) Michael Fassbender

Identità e sopravvivenza

Il cuore del film Kneecap è la lingua irlandese non come folklore ma come atto politico. Il lungometraggio mostra un’Irlanda del Nord dove l’uguaglianza linguistica è ancora una chimera. In questo contesto, il rap in gaelico diventa un’arma. Come l’Ebonics nel Bronx degli anni ’70, l’irlandese risuona qui come linguaggio di resistenza, strumento per sottrarsi al silenzio imposto dalla storia.


Peppiatt traccia paralleli espliciti tra il Bronx post-segregazione e Belfast post-Troubles. Hip hop e graffiti, slang e beat diventano mezzi di riscatto per chi ha ereditato un territorio segnato dalla violenza e dal colonialismo. Il film non si limita a raccontare: denuncia. Mostra l’assedio politico, la marginalizzazione linguistica, e come tutto questo si traduca in musica, rabbia e provocazione.


Il film non cerca facili catarsi. La pace del 1998 non ha risolto le tensioni strutturali. La generazione cresciuta dopo l’accordo del Venerdì Santo si ritrova con un governo spesso paralizzato, una lingua ancora discriminata, e una memoria, storica che pesa. Kneecap documenta come la cultura, anche quella più underground diventi veicolo di continuità, sopravvivenza, e, soprattutto, lotta.

Una biografia impossibile

Peppiatt, regista esordiente nel cinema narrativo, si confronta con un’impresa apparentemente folle: far recitare tre rapper senza esperienza, mantenerne la spontaneità, e costruire un film che non sia solo un documento musicale. Il risultato non è “pulito”. Non lo vuole essere. È un racconto sporco, rumoroso, saturo di riferimenti storici, di droghe, di rabbia. Ma anche vivo e urgente.


Kneecap
non è solo un film. È parte di un fenomeno culturale più ampio. È uno dei pochi lungometraggi parlati anche in irlandese ad avere una distribuzione internazionale. È un atto di esistenza e resistenza. Un’alternativa all’assimilazione. Il cinema, in questo caso, diventa megafono di una realtà che molti vorrebbero ignorare. Come dice DJ Próvaí: “L’hip hop ha dato voce ai neri d’America. E ora sta dando voce ai parlanti irlandesi”.


Kneecap
è quindi più che la storia di un gruppo musicale: è la cronaca brutale e necessaria di cosa succede quando una lingua marginalizzata trova la propria cassa di risonanza nel beat di un basso, nella metrica di una strofa, nel rifiuto della rassegnazione. È la rivendicazione collettiva di un’identità che non si lascia spegnere. Un film che fa rumore. Letteralmente.

Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Kneecap può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Kneecap

Kneecap

Drammatico - Irlanda 2024 - durata 105’

Titolo originale: Kneecap

Regia: Rich Peppiatt

Con Michael Fassbender, Simone Kirby, Josie Walker, Móglaí Bap, Mo Chara, Cliodhna McCorley

Al cinema: Uscita in Italia il 28/08/2025