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Locarno 75: l'Italia alla Festa del Pardo.
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Locarno 75: l’Italia alla festa del Pardo.

 

locandina

Gigi la legge (2022): locandina

 

I film italiani presenti a Locarno non hanno entusiasmato le giurie, solo Gigi la legge di Alessandro Comodin è stato insignito di un premio molto importante, di ben altro avviso il sottoscritto che si è divertito con Il Pataffio ed emozionato con Delta.

 

Valerio Mastandrea

Il pataffio (2022): Valerio Mastandrea

 

Il Pataffio di Francesco Lagi è la ricostruzione molto popolare e un po’ burina dell’Italia medievale, fatta di Signori cialtroni e sudditi perspicaci. Il Regno, il castello e la proprietà scuotono gli avidi appetiti di Marconte Berlocchio, mentre i sogni e i desideri digiuni della novella sposa Bernarda deragliano nei consigli di Frate Cappuccio. La metafora del Bel Paese in costruzione, di Prìncipi non illuminati per Feudi in declino, fatta di uomini ambiziosi e assetati di potere a capo di guarnigioni improvvisate, padroni di popolazioni abbandonate ma spremute da balzelli: Il Pataffio racconta per immagini le origini della decadenza del pensiero nostrano, la genesi della ascesa sociale indebita, che il Rinascimento proverà a risollevare. Francesco Lagi mette in scena i personaggi simbolo della commedia popolare, dal Marconte Donna Bernarda e gli sgherri rappresentanti del privilegio ottuso, al Frate di machiavellica memoria, conditi dalla accondiscendenza supina di Belcapo, per finire con l'esaltare l’intelligenza giullaresca di Migone, espressione della cultura dal basso, fatta di senso pratico e rispetto della persona.

L’operazione del giovane Autore poteva sembrare ardita, il confronto con il Maestro romano il figlio del Mattatore, ma il film convince per solidità e verosimiglianza: gli attori divertono e sembrano divertirsi nelle ambientazioni del frusinate, avendo il buon gusto e il mestiere di non cadere mai nel pecoreccio, tenendo alta l’asticella che li potrebbe far sprofondare nel boccaccesco anni ’70, genere divenuto cult, ma che non sarebbe piaciuto a Luigi Malerba. Un plauso particolare a Viviana Cangiano (Donna Bernarda), Giovanni Luden e Vincenzo Nemolato, rispettivamente Manfredo e Ulfredo, amanti armigeri pasticcioni.

 

Alessandro Borghi, Emilia Scarpati Fanetti

Delta (2021): Alessandro Borghi, Emilia Scarpati Fanetti

 

Delta di Michele Vannucci esplora i canali del Po e delle menti dei suoi abitanti. La pesca di frodo, l’appartenenza ai luoghi, il torpore sociale: in quest’epoca di transizione emotiva in cui siamo costretti a vivere, gli abitanti del Delta del Po non ci stanno a farsi depredare delle proprie certezze e se è tramontata la lotta impari alle multinazionali inquinanti, cresce l’odio verso gli stranieri che non rispettano il Territorio e le sue regole antiche. Ma c’è un ma, Elia è nativo del posto ed è tornato dopo aver trovato una famiglia in Croazia, un calore che il Po e i suoi abitanti non gli avevano trasmesso, gli stessi concittadini che adesso lo braccano come un animale pericoloso.

Le nebbie del Po e della mente umana sono le vere protagoniste di questo film dal taglio western, in un crescendo di tensione la storia racconta delle delusioni di Osso, delle speranze tradite in un bar, del desiderio di riscatto delle nuove generazioni, del senso di appartenenza e riconoscenza di Elia e soprattutto del naufragio tragico, nelle placide acque millenarie, dei fondamenti della Libertà e della Giustizia, cardini sui quali si poggiava l’Italia della rinascita e nei quali non ci riconosciamo più.

Pioveva durante la visione in Piazza Grande, non nascondo che l’atmosfera ha contribuito molto nel processo di identificazione con i luoghi brumosi e umidi che il regista e il direttore della fotografia hanno impresso mirabilmente sullo schermo, ma il loro ottimo lavoro è stato esaltato dagli attori in scena, da Borghi a Lo Cascio, per complimentarmi con Emilia Scarpati e Greta Esposito, tutti molto convincenti.

 

(continua)

 

Lu Abusivo

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