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Riconosciuto generalmente come esordio registico di Charlie Chaplin (secondo altre fonti invece la regia sarebbe di Joseph Maddern), sicuramente in "Twenty Minutes of Love" la spinta creatrice viene dal comico inglese. Dei venti minuti indicati dal titolo, l'edizione recuperabile attualmente ne conserva la metà.
Chaplin, qui nel pieno del suo anno nei Keystone Studios, ancora non sembra avere la forza politica che maturerà soprattutto coi lungometraggi e si limita più che altro a costruire gag incentrate su fisicità slapstick e siparietti più o meno amorosi, ma già è presente una caricatura dell'autorità poliziesca (elemento a onor del vero diffuso nel periodo, si vedano i Keystone Cops).
Molto interessante.

Dopo 4 mesi di lavoro alla Keystone, Charlie Chaplin è riuscito ad accumulare una certa competenza in ambito cinematografico così da poter pensare di dirigere egli stesso i propri corti: a quanto pare alcuni registi soliti dello studio andarono a vedere una proiezione privata di "Caught in the Rain" aspettandosi qualcosa di scadente, ma rimasero stupefatti dal risultato finale e applaudirono Chaplin.
Chiusa l'introduzione aneddotica, personalmente credo di aver apprezzato un attimo di meno questo "Caught in the Rain" rispetto al precedente "Twenty Minutes of Love" (in cui la regia di Chaplin è dubbia) e ho avuto anche una sensazione di déjà-vu. Si tratta comunque di un lavoro molto interessante, con trovate comiche ancora oggi simpatiche (soprattutto quando gli sbirri ruzzolano male) e pure qualche briciolo di avanguardia sociale (il flirt con la donna sposata e matura).

"Laughing Gas" mette in scena in un quarto d'ora circa diverse gag ambientate prevalentemente in uno studio dentistico: non abbiamo chissà che sottotesto sociale, e c'è un momento in cui Charlot è molesto con una ragazza, ma quando partono le botte e le cadute diverte sempre soprattutto quando degenerano in Caos. 

"The Property Man" è diviso in due atti ed è incentrato su un teatro di vaudeville in cui il Personaggio dell'Autore, il Vagabondo, lavora come trovarobe.
In sostanza si tratta di una raccolta di gag senza particolari contenuti sociali e con una struttura anche un po' caotica (ma qui forse è colpa anche di qualche porzione di pellicola perduta), ma in diversi momenti diverte ed è sicuramente un'opera interessante.

"The Face on the Barroom Floor" è vagamente ispirato all'omonimo poema di Hugh Antoine d'Arcy.
La struttura intervallata da flashback del racconto non è subito chiarissima (pensavo ci fossero stati dei problemi nella ricostruzione della pellicola) però è interessante: il resto invece è un po' la solita sequenza di piccole gag su sfondo preciso (un bar), ma intrattiene.

Sempre tra i primissimi lavori scritti e diretti da Charles Chaplin per la Keystone, "Recreation" sembra essere anche quello più corto fino ad allora, se prendiamo per buona la cronologia di imdb.
Come gli altri corti chapliniani del periodo, anche qui non c'è chissà quale contenuto sociale, privilegiando una comicità fisica quasi assurda e una sottotrama più o meno romantica, ma diverte.

"The Masquerader" ha in più rispetto ai lavori precedenti una traccia metacinematografica decisamente intrigante. Il comico ha qui modo di mostrarsi senza i suoi baffi per poi aggiungerli in un secondo momento, entrando così 'ufficialmente' nel personaggio di Charlot. Interessante, anche se forse non pienamente privo di problematiche etiche, il travestimento finale di Charlot: in ogni caso, tanto nel trucco quanto nell'interpretazione, è una prova di trasformismo ragguardevole.

"His New Profession" (noto anche come "The Good for Nothing" o "Helping Himself") vede il Vagabondo alle prese con un lavoro consistente nel badare allo zio in carrozzina di un tizio a caso. Come succede spesso nei primi lavori chapliniani, la trama si risolve presto in un incastro di situazioni varie con risvolti caoticamente buffi. Niente di imperdibile, ma è sicuramente interessante.

Tra i primissimi cortometraggi diretti da Charles Chaplin (per la Keystone) c'è anche "The Rounders", nel quale è presente come co-protagonista Roscoe 'Fatty' Arbuckle.
Siamo di fronte a uno dei lavori meno interessanti di Chaplin, con gag disimpegnate sull'alcoolismo, una visione potenzialmente misogina delle donne e temo anche un blackface, ma qualche trovata interessante c'è, il finale per una volta non è semplicemente caos (anzi, è sonno) e vedere Chaplin in un duo comico è curioso.

Cortometraggio del 1916 diretto e interpretato, ma anche scritto, prodotto e montato, da Charles Chaplin, "The Rink" vede il suo vagabondo alle prese con varie peripezie comiche, sia come cameriere in un ristorante sia come 'imbucato' e finto ricco in un locale per pattinaggio su rotelle.
A parte qualche elemento ironico mal invecchiato e una sostanziale leggerezza (manca la verve politica e polemica dei futuri Lungometraggi chapliniani) con questo film l'Autore, ventisettenne, dimostra di avere una certa padronanza della narrazione e dei tempi comici, esibisce già (in anticipo di una ventina d'anni rispetto a "Modern Times") le proprie abilità sui pattini a rotelle e abbozza qualche grezza ma efficace satira anti-classista, specialmente nelle sequenze al ristorante.
Non imperdibile, forse, ma consigliato a chiunque ami il Cinema, la sua Storia e Chaplin.

Cortometraggio di una decina di minuti diretto, scritto, interpretato e prodotto da Charlie Chaplin.
In questo "Charlie Butts In" il suo 'tramp' è alle prese con una sbornia che rende difficoltoso (ma comico) il suo ritorno in camera (di un hotel): oltre agli effetti dell'alcool, la realtà verrà distorta da situazioni bizzarre, come un cane e una donna (dalla camera di fronte) spuntate da sotto il suo letto.
Non siamo di fronte ad una delle Opere migliori di Chaplin, né tanto meno ad una delle sue più 'forti' sul piano socio-politico (il siparietto con la donna velata è, anzi, invecchiato maluccio), ma diverte e l'ubriacatura del Tramp mi è parsa tutto sommato credibile.

THE KID
Primo Lungometraggio diretto da Charlie Chaplin, che inoltre vi recita nei panni del suo Tramp, sceneggia, produce, musica (per l'edizione del 1971) e monta (non accreditato), "The Kid" pur non toccando ancora in modo esplicitamente politico e 'sovversivo' le ingiustizie intrinseche al sistema capitalismo e pur con qualche passaggio impreciso qua e là (in particolare ho avvertito ogni tanto dei 'buchi', imputabili però probabilmente ai tagli operati da Chaplin stesso nell'edizione di 50 minuti del '71, l'unica da me finora vista), segue fedelmente lo sguardo socialmente attento della Satira chapliniana, mostrando simpatia per le classi povere, sfiducia denigratoria nell'autorità poliziesca e persino la sequenza di Dreamland, apparentemente vicina ad una morale cristiana tradizionale, osservandola bene mette in crisi alcuni aspetti di questo insieme 'valoriale', come ad esempio la gelosia monogamica.
Un Gioiellino, come sostanzialmente tutta la Filmografia del grandissimo Chaplin.

THE GOLD RUSH
Terzo lungometraggio cinematografico (stando almeno ai miei calcoli) di Charlie Chaplin, anche qui impegnato non solo nella regia e nella recitazione ma anche nella sceneggiatura, nella produzione (non accreditato), nella colonna sonora (per l'edizione del 1942) e nel montaggio (pure non accreditato).
Visto e rivisto da ragazzino sempre nell'edizione (doppiata in italiano) con narrazione curata nel 1942 da Chaplin stesso, "The Gold Rush" ha sempre colpito moltissimo, come tutti i Lavori del grande Comico, la mia sensibilità, sia per le brillanti trovate comiche sia per i tocchi di poesia che più volte affiorano nella Pellicola, non di rado intrecciate con la componente satirica ma sfocianti anche in momenti emotivamente delicati se non toccanti. Non manca ovviamente una carica socio-politica sempre molto attenta nei confronti delle classi impoverite dal sistema.
Magari non al livello di successivi Capolavori di Chaplin, "The Gold Rush" è già un Gioiellino da rigodere più volte.

THE CIRCUS
Scritto, diretto, interpretato, prodotto e montato da Charlie Chaplin, "The Circus" ha una lavorazione travagliata a causa di parecchie sventure (anche personali, come il divorzio molto acceso da Lita Grey) capitate al suo Autore: ottiene però uno dei maggiori incassi del Cinema muto e negli anni '60, come per altri suoi Film, il Regista rimonta una nuova versione aggiungendo della musica da lui composta, cantando inoltre la canzone dei titoli di testa "Swing Little Girl".
Chaplin unisce il gusto spensierato delle gag comiche (anche acrobatiche), tutte caratterizzate da un ritmo impeccabile, con una sottile e genuinamente commovente melanconia esistenziale che ha in sé anche i germi di un discorso sociale critico verso le diseguaglianze del capitalismo e il conformismo dei gusti altalenanti del pubblico massificato, dando una certa dignità alla co-protagonista femminile, interpretata da Merna Kennedy.
Un Capolavoro visto più volte nella preadolescenza e riguardato con gioia a scuola.

CITY LIGHTS
Diretto, scritto, interpretato, prodotto, musicato e co-montato (non accreditato) da Charles Chaplin, "City Lights" dovrebbe essere il primo lavoro sonorizzato di Chaplin ma egli, quasi sfidando la rapida conformizzazione del Cinema ai dettami del sonoro, non utilizza questa innovazione tecnica per convertirsi al parlato ma solo per aggiungere alcuni effetti sonori e una colonna sonora (la prima da lui composta) uniforme. Grande successo di pubblico e critica, il Film è riconosciuto come uno dei migliori Lavori di Chaplin.
Mio ingresso nel Cinema chapliniano, "City Lights" è sempre riuscito a colpirmi visceralmente in ogni età, grazie al modo brillante con cui si unisce la costruzione di gag divertenti (adoro, in particolare, l'incontro di boxe) con una narrazione sentimentale drammatica sia per quanto riguarda la ragazza cieca sia, più nascosta, per la storia del milionario ubriaco che dimentica l'amicizia col Vagabondo da sobrio.
Un Capolavoro che rivedo sempre con molto piacere!

MODERN TIMES
Diretto, scritto, interpretato, musicato e (non accreditato) anche prodotto e co-montato da Charlie Chaplin, "Modern Times" segna il suo debutto ufficiale nel sonoro, pur mantenendo un approccio prevalentemente muto, e chiude sostanzialmente la sua fase del Tramp, il Vagabondo (seppure in "The Great Dictator" il carattere del barbiere sia molto affine). Accolto molto bene sia dalla critica sia dal pubblico, nonostante qualche 'mal di pancia' politico qua e là, il Film è diventato un grandissimo Classico della Storia del Cinema venendo citato praticamente ovunque.
Visto fin da ragazzino diverse volte adorandolo (come ogni Opera chapliniana), con gli anni sono arrivat a considerarlo il mio preferito nella Filmografia del Comico, grazie alla sua profonda critica verso il sistema capitalistico (in particolare al modello fordiano) e all'intelligenza nell'inserimento dei brevi momenti sonori (legati alla tecnologia o al canto). Pieno di scene Cult e brioso, è un Capolavoro da studiare.

THE GREAT DICTATOR
Realizzato agli inizi della seconda guerra mondiale (ma con gli usa ancora neutrali), "The Great Dictator" è un Classico del Cinema satirico diretto, scritto, interpretato, prodotto e musicato da Charles Chaplin, qui al suo primo vero Lungometraggio parlato (ma già "Modern Times" conteneva alcuni elementi sonori).
A differenza di altre satire hollywoodiane anti-naziste (soprattutto successive), caratterizzate da uno sguardo statunitense-centrico e interessate soprattutto a demonizzare il nemico senza tirarne in ballo veramente la politica (forse perché la morale statunitense non era così tanto opposta al drittes reich?), il Film di Chaplin ridicolizza il nazismo (e il fascismo) attaccandone le basi ideologiche, dal culto per l'autorità all'antisemitismo, dalla repressione del pensiero alla retorica bellica, insinuando inoltre la presenza di poteri nascosti dietro al führer, a cui contrappone, sotto forma di Barbiere, il proprio Vagabondo.
Un Capolavoro da rivedere più e più volte.

MONSIEUR VERDOUX
Dopo la seconda guerra mondiale avviene un interessante (ma con divergenze di opinioni nella ricostruzione dell'effettivo accreditamento) scambio di idee tra Orson Welles e Charlie Chaplin che, ispirandosi al serial killer Henri Désiré Landru, porterà a "Monsieur Verdoux", Film diretto, sceneggiato, interpretato, prodotto (non accreditato) e musicato da Chaplin. Con questo Film il Comico britannico esce definitivamente dai panni di Charlot ed è il primo Lavoro chapliniano ad essere accolto male da pubblico e critica, questo un po' per il suo tono cupo ma soprattutto perché l'immagine di Chaplin era stata rovinata da alcuni scandali e dal clima di censura instaurato dall'ossessione anti-comunista (ovvero la vera cancel culture).
Forse non è un Capolavoro totale come i precedenti Lungometraggi del Cineasta, ma questa Dark Comedy fortemente critica verso il capitalismo e l'auto-assoluzione degli usa dalla guerra è uno dei Lavori più intriganti di Chaplin: non vedo l'ora di rivederlo!

LIMELIGHT
Scritto, diretto, interpretato, prodotto, musicato e coreografato da Charlie Chaplin partendo dalla sua novella "Footlights" e con l'idea iniziale di chiudere così la sua carriera cinematografica, "Limelight", che vede l'unica collaborazione tra Chaplin e Buster Keaton, viene apprezzato dal pubblico e dalla critica internazionali, ma bisogna aspettare il 1972 perché possa ottenere una vera distribuzione negli usa (e un oscar per la colonna sonora) a causa della censura più o meno informale che la destra estrema statunitense e le sue organizzazioni più o meno istituzionali esercitava contro la persona di Chaplin.
Visto finora una solta volta, il Film ha colpito notevolmente la mia sensibilità grazie al tono melanconico che permea ogni Fotogramma: Chaplin, autobiograficamente, mette in scena il senso di frustrazione che, prima o poi, tende a colpire ogni artista, ma c'è spazio per una Speranza la quale incrementa il livello di genuina commozione generale. Un classico imperdibile.