Tra questi 7 film non c'è una gran coerenza nè vicinanza, nè di genere, nè cronologica, nè di stile, nè di tema, nè di nazionalità, nè di niente. Però riassumono abbastanza fedelmente il mio panorama filmografico interiore. Sono quelli che, per ragioni diverse e in fasi diverse della mia vita, mi hanno fatto più ridere, commuovere, immedesimare, emozionare, entrare in paranoia, imparare secene e sequenze e battute a memoria,e che infine rivedrei e rivedrei fino alla nausea più estrema. E se non condividete le scelte, non importa...
OH, Amelie!! Cosa dire di questo film? per me, poesia allo stato puro! Poesia visiva: una regia magistrale e una fotografia spettacolare danno vita a veri e propri quadri in movimento, fotogrammi assolutamente perfetti e indimenticabili (Amélie che lancia i sassi sul canale, Ameliè che cucina e piange, la giostra di Montmartre...) Poesia musicale: una colonna sonora che già da sola dice tutto, scandisce alla perfezione ogni singolo momento della storia, sottolinea le emozioni, accompagna i personaggi, si armonizza in maniera inseparabile alle immagini del film. Poesia di sentimenti: quanta delicatezza in questa storia, quanta attenzione ai particolari, quanto amore, mi verrebbe da dire, ma anche ironia, genialità, e oscenità. Ogni personaggio porta con sè unproprio universo di manie e setranezze, una galleria multicolore di caratteri.
Con Mitchell David Rothpan, Maria de Medeiros, Tchéky Karyo
Questo film lo metto perchè mi ha fatto piangere, ed è difficile che io pianga per un film ( a meno che non ho gli ormoni scombussolati come nei primi mesi che ero incinta). Trovo difficile immedesimarmi nelle storie al punto di soffrire con i personaggi e piangere, perchè in genere trapela sempre un po' di finzione. Quello che questo film mi ha fatto provare è un profondo senso di verità nel dolore, e di incomunicabilità. Non a caso è Babel, il titolo: la molteplicità degli idiomi usati nel film è solo una delle ragioni che spiegano il riferimento alla città dove fu generata la confusione linguistica che impedì agli uomini di capirsi. Ci sono tanti livelli di incomprensione e di incomunicabilità: il tabù della morte del proprio bambino, che nel non detto allontana inesorabilmente due coniugi, che in un esperienza di quasi-morte ritroveranno la loro comunicazione. Il muro di silenzio che isola la ragazza sordomuta di Tokyo, la sua ricerca disperata di un affetto che un padre affranto dal dolore non riesce più a darle. E come non piangere di fronte a quel bambino che si offre ai soldati per salvare la vita del padre e del fratellino confessando la colpa del terribile incidente da lui involontariamente provocato?
Divertentissima, strampalata, complessata famiglia di genialoidi un po' sfigati, chi più chi meno: sono i personaggi secondo me a fare di questo film un capolavoro. Un'ironia un po' amara che lascia vedere dietro l'assurdità dei protagonisti e delle loro vite, e dietro le situazioni paradossali in cui si vanno a trovare, la verità più genuina dell'animo umano.
Il film che mi ha fatto innamorare di Inarritu... Un film violento come un pugno nello stomaco (così si dice no?), ma per me rende meglio l'immagine di un calcio in bocca... Diciamo che la violenza la fa da protagonista assumendo di volta in volta diverse forme, ma sempre rimane al centro delle storie che racconta... Può essere la violenza della piccola malavita di quartiere, che campa sulle scmmesse sui combattimenti tra cani e si riversa nei rapporti familiari, o la violenza psicologica di una perdita drastica e improvvisa, che ti priva di punto in bianco di tutto, compresa la capacità di dare e ricevere affetto e si focalizza sull'ossessiva ricerca di un cagnetto disperso; o quella infine di un uomo che della violenza ha fatto la propria risorsa, rassegnato a vivere una vita a i margini, rinunciando agli affetti e a qualsiasi rapporto che non sia quello con i suoi cani.... Non so se poi alla fine le cose cambiano, come io ho intesoi dal finale, ma mi piace pensare di sì: sarebbe l'unica storia a concludersi in maniera positiva...
Con Gael García Bernal, Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat, Miou-Miou
Questo mi ha fatto ridere come non ridevo da tempo! Lo metto in play list però in omaggio alla sfrenata fantasia del regista, per la tenerissima storia d'amore sviluppata in maniera insolita e originale tra i due protagonisti, Stephanie e Stefan, per la genialità folle delle battute, per la capacità di ricreare con un tocco di arte "fatta in casa" l'atmosfera onirica del sogno nella realtà monotona di tutti i giorni, e per finire, per la macchina per viaggiare avanti e indietro nel tempo di un secondo!
Un cult: neanche dovrei stare a spiegare perchè lo metto! Uno dei pochi, forse l'unico gangster movie degno di rispetto . E poi non potevo negare questo onore a don Vito Corleone. Mi ha fatto un'offerta che non potevo rifiutare!
Una gran boiata di film in fondo in fondo... ma che posso dire? L'unico che non mi stanco di vedere e rivedere e sempre rido di più, anche se ormai so tutte le battute a memoria. Per me la comicità allo stato puro. Lo "0" comico assoluto!
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta