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Janara

Regia di Roberto Bontà Polito vedi scheda film

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La recensione su Janara

di Furetto60
5 stelle

Tema intrigante, ambientazione suggestiva, sceneggiatura debole. il film non decolla

Dopo dieci anni, Marta torna nel suo piccolo paese natio, San Lupo, per acquisire l’eredità del nonno Mauro fotografo, morto in circostanze misteriose. È incinta di poche settimane ed è accompagnata dal marito Alessandro. Non è in buoni rapporti con la sorella Veronica, che l'accoglie freddamente; Marta si era allontanata proprio a causa sua: aveva sedotto il suo ex fidanzato, peraltro in seguito incorrerà nello stesso peccato. Gli abitanti di questo paesino, realmente esistente, sono persuasi che le misteriose sparizioni di bambini che si stanno verificando nella zona, siano attribuibili alla janara, una strega bruciata sul rogo due secoli prima, perché accusata di portare in grembo il figlio di Satana: mentre la poveretta agonizzava, lanciò un anatema: nessuno avrebbe più potuto crescere dei figli nel paese, lei li avrebbe soppressi. Cosi la cosiddetta janara, agirebbe durante la notte, per rapire i figli piccoli dei discendenti dei suoi aguzzini e può essere fermata solo collocando fuori dalla porta una tazza piena di sale:lei incapace di trattenersi, trascorrerebbe il tempo a contare i grani, fino a quando sorge il sole, a quel punto perderebbe i suoi poteri assassini. Mentre l’ennesima caso fa scoppiare una psicosi nel paese e un'escalation di violenza e di omicidi, Marta ospitata prima da Giulia e poi da un ambiguo amico prete, che prova perfino a effettuare un esorcismo per liberarsi dalla megera,si ritrova al centro di una torbida storia. Girato nel paese di San Lupo, in provincia di Benevento, il film si ispira ad una storia vera come recita la locandina;infatti alla fine del settecento, una donna accusata di essere una janara, venne bruciata viva, insieme al figlio che portava in grembo, presumibilmente perché il padre del nascituro, voleva liberarsi di entrambi. Da ricordare che durante la vergognosa e ignobile inquisizione, migliaia di sventurate in questi luoghi e non solo,a cavallo tra il XV e il XVII secolo, furono arse vive,in quanto accusate di stregoneria; i dati sono veramente scioccanti, bastava veramente  poco per subire quest'atroce condanna a morte, una semplice delazione o una banale diceria, due testimoni considerati attendibili e le sventurate prima venivano torturate per estorcerle una inevitabile confessione e poi barbaramente uccise. Il Pontefice, non molto tempo fa, ha chiesto scusa per questi veri e propri crimini commessi dalle autorità ecclesiastiche, paradossalmente in nome di Dio. Gli aneddoti che riguardano queste figure, si rincorrono e sopravvivono in molti paesi. Il nome potrebbe infatti derivare dal latino “ianua”, che vuol dire porta, poiché secondo la superstizione entravano attraverso la porta di casa;la credenza è diffusa anche in Irpinia e in parte della provincia di Caserta e affonda le sue radici, come accennato, nella storia oltre che nella leggenda; le riprese del film sono state girate,come già scritto, nel paesino di San Lupo e anche a Guardia Sanframondi. Appropriata la colonna sonora, bella la canzone cantata da Pietra Montecorvino e il marito Eugenio Bennato, in cui Petra interpreta proprio una "janara", come si vede nella clip estratta dal film. Notevole l'interpretazione di Rosaria De Cicco, nei panni della zia matta della protagonista; suggestiva anche l'ambientazione; il tema intrigante, ma lo script è deboluccio e l'horror perde mano mano l'iniziale tensione, svuotandosi di interesse.

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